Comunicazione e presunzioni d’innocenza

Nella storia delle dieci presunte spie arrestate negli Usa con l’accusa di aver lavorato per la Russia la cosa che veramente mi colpisce è  il comunicato stampa dell’Fbi: dopo aver illustrato la storia sul sito internet (con annessa “twittata”) in calce si legge:

The charges and allegations contained in the criminal complaints are merely allegations, and the defendants are presumed innocent unless and until proven guilty.

Perché è proprio così: si tratta di accuse e si presume l’innocenza dei coinvolti fino alla fine. Questa consapevolezza e questa serenità della parte inquirente dalle nostre parti non c’è, non c’è mai stata. Diventa molto facile, così, far passare i giudici per cattivi.

Movimenti infografici, mash-up e l’Italia “no-data”

L’infografica non è solo quella bella immaginetta sulla pagina di sport dei giornali, è la possibilità di utilizzare dati da rendere graficamente fruibili e immediatamente comprensibili  al lettore.
Ci sono quelle immagini statiche, con numeretti e bei disegnini. Poi  il mondo si è evoluto: ora ci sono anche certi straordinari mash-up, eloquenti più di cento pagine di giornale.
Parlare del sistema di metropolitana di Londra è una cosa, guardarlo muoversi è un’altra. È possibile grazie ad elementi messi a disposizione dall’amministrazione londinese.

Stessa situazione per questa mappa interattiva della migrazione americana: funziona grazie ai dati messi a disposizione dal Dipartimento del Tesoro Usa. Della decisione dell’amministrazione Obama di mettere a disposizione tonnellate di dati, ne parlano nel loro “L’ultima notizia“, Massimo Gaggi e Marco Bardazzi.

La domanda, banale, scontata, ma inevitabile è la seguente: da noi esperienze del genere perché non sono state nemmeno ancora tentate? Nemmeno una tabella excel, due numeri messi in fila. Manco l’Istat, le Autostrade, Trenitalia, niente di niente.  Quanti anni dovremo attendere ancora?

Tu sei, la scimmia che noi aspettavamo

Via Ansa: NEW YORK  – The Machine. Ecco il giornalista robot, al momento cronista di baseball, sogno di tanti editori, direttori e redattori capo: niente stipendio, niente orari e, soprattutto, mai lamentele. Il sogno è diventato realtà ad Evanston, nei pressi di Chicago, dove Infolab, il laboratorio di intelligenza artificiale della Northwestern University, ha messo a punto un programma, Stats Monkey, in grado di scrivere articoli sportivi sul baseball firmandosi The Machine.

Stats Monkey è stato creato da due professori specialisti dell’intelligenza artificiale, Larry Birnbaum e Kris Hammond, e quindi elaborato da un giovane giornalista di 27 anni, John Templon, e da un ancora più giovane ingegnere informatico, Nick Allen, 25 anni. Sul sito web del laboratorio di intelligenza artificiale dell’Ateneo, i progetti sono diversi, accanto a Stats Monkey. C’é per esempio Beyond Broadcast, una sorta di matrimonio tra tv e web, che punta ad indovinare le informazioni supplementari cui punta il telespettatore.

Oppure So You Say, che sfrutta il servizio di microblogging Twitter per trovare tutto quello che è stato scritto su un dato argomento. Per costruire una notizia su una partita di baseball, con un linguaggio paragonabile a quello di una agenzia di stampa, a Stats Monkey bastano informazioni online di base, come il risultato, le principali fasi di gioco e i protagonisti. Accanto al testo il sistema è in grado di fornire anche la foto del miglior giocatore in campo, oltre a offrire un titolo ad hoc che riassume la partita. Come spiegano gli autori del programma, il sistema è basato su una doppia tecnologia: primo, si parte dai modelli statistici propri al baseball per capire quali sono le novità.

Secondo, analizzando ogni volta quali sono le novità il programma riesce ad identificare con successo fasi principali e protagonisti. In futuro Stats Monkey (che potrà occuparsi anche di altri sport e perché no anche di Borsa) sarà addirittura in grado di imitare lo stile di un dato giornalista. Ls versione commerciale del programma avrà come obiettivo la stampa locale o online, offrendo in particolare la copertura di eventi sportivi, spesso di secondo piano, che i giornalisti non seguono. L’idea spiegano i responsabili dell’Ateneo dell’Illinois, non é di sostituire i giornalisti, ma di aiutarli, facendo al loro posto le operazioni più ripetitive, lasciando loro più spazio per il giornalismo investigativo.

War Games, oggi come ieri

Uno pensa che il Defcon sia roba da Guerra Fredda, una faccenda da “War Games”. E invece gli Stati Uniti misurano ancora così quanto sono vicini alla pace ma soprattutto alla guerra. Non solo: scopri pure sul sito del Norad (sì, è proprio il leggendario quartier generale militare scavato nelle Cheyenne Mountain del Colorado) che mentre i militari sono a Defcon 4, cioè in tranquillità relativa, negli anni sono nati altri indicatori di sicurezza nazionale, che ora sono puntati su rischio elevato a causa del terrorismo. Insomma, siamo nella stessa situazione di panico di quando nel film il ragazzo entra nel cervellone informatico e inizia a giocare alla Guerra Termonucleare Globale.

Chi vuol essere americano? Come entrare negli Usa…

Certo, ci sarà pure Barack Obama, ma gli Stati Uniti per noi altri saranno comunque più lontani. O quanto meno, più difficili da raggiungere: dal 12 gennaio per ottenere il visto affari o turismo di 90 giorni per recarsi negli Usa  bisognerà richiedere un’autorizzazione al viaggio via web. Il sito cui fare riferimento è quello della Esta. La cosa spassosissima sono le domande – disponibili anche in italiano – cui bisogna rispondere, versione web del celebre “questionario” già noto a chi è andato negli States. Curiosità: bisogna indicare la compagnia area con la quale si viaggia; c’è l’Alitalia, di Cai nessuna traccia. La sanno lunga, gli americani.

Insomma, ecco le domande.

A) Ha mai sofferto di malattie contagiose? Di disturbi fisici o mentali? Ha mai fatto abuso di droghe o è stato mai tossicodipendente?
B) È stato mai arrestato o condannato per aver commesso un’infrazione o un reato di depravazione morale, o per una violazione relativa a sostanze stupefacenti? È stato mai arrestato o condannato per due o più reati diversi, per i quali la durata dell’arresto totale è equivalsa a cinque o più anni? Oppure è stato mai coinvolto nel traffico di stupefacenti? Oppure sta cercando di entrare negli Stati Uniti per partecipare ad attività immorali o criminali?
C) È stato in passato, o è ora, coinvolto in attività di spionaggio o sabotaggio, o in azioni terroristiche? O in genocidio? Oppure, tra il 1933 e il 1945 è stato coinvolto, in alcun modo, nelle persecuzioni intraprese dalla Germania nazista o dai suoi alleati?
D) Sta cercando lavoro negli Stati Uniti? Oppure è stato mai escluso o deportato dagli Stati Uniti? Oppure è stato in passato rimosso dagli Stati Uniti o ha ottenuto, o cercato di ottenere, un visto o un ingresso negli Stati Uniti tramite frode o dichiarazione falsa?
E) Ha mai trattenuto o detenuto un minore, sottraendolo alla custodia di un cittadino statunitense al quale il bambino era stato affidato legalmente?