L’Ora dei ricordi

Il titolo è quello di un suo libro, ormai introvabile, in cui raccontava l’epopea de L’Ora, dei suoi giornalisti ammazzati dalla mafia.  Direttori di un’altra epoca, con altre schiene, ben più robuste. Peccato, non aver potuto imparare questo mestiere dalla diretta voce di Vittorio Nisticò, scomparso ieri.

Update: su Articolo 21 un bel ricordo di Alberto Spampinato.

Domande di un lettore operaio

Gli sventurati che abitualmente frequentano questo blog (e ne ho scoperti di insospettabili) sanno  della mia passione per Gianni Riotta. Non sono sarò io, dunque, quello che punta l’indice contro il direttore del Tg1.

Però guardando il servizio sulla lettera di tal Giuseppe Setola, professione killer dei Casalesi, leggendo anche le critiche che arrivano da destra, mi viene da pensare a qualche settimana fa. A quando cioè il quotidiano “La Sicilia” pubblicava la lettera di un detenuto al 41bis, il figlio del boss Nitto Santapaola. E alle polemiche generate dalla vicenda.

E se fosse stato uno di quei giornali di cronaca locale campana, la “stampa di rispetto” a scrivere di Setola? Cosa sarebbe mai successo?

Nè con Schifani, nè con Travaglio

Lucido come sempre. Giuseppe D’Avanzo, su Repubblica parla del caso Travaglio-Schifani

Update del 14/5: Travaglio replica a D’Avanzo con altrettanta lucidità. E D’Avanzo con una lucidità che più lucida non si puo’ controreplica a Travaglio.
Ora basta, dai.

Update del 15/5:
Il pezzo del Corsera con grande citazione di Pietro Nenni: «A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».
– Travaglio querela D’Avanzo.
– Domani conferenza stampa di Travaglio all’associazione Stampa Estera di Roma.
– Così D’Avanzo oggi su Dagospia:  «Nessuno ha mai messo in dubbio l’onorabilità di Travaglio. Nessuno ha voluto sollevare una noiosa e irrilevante polemica personale. Si è voluto soltanto ragionare senza ipocrisie su un metodo giornalistico che, con niente o poco, può distruggere la reputazione di chiunque. Era un memento a Travaglio e a noi stessi ad usare con prudenza, armati di niente o poco, la parola «verità» (evocata, purtroppo, anche oggi). E prima di mettere punto: ma davvero c’è qualcuno che, in buona fede, può pensare che Repubblica faccia sconti alla mafia e alle sue collusioni con i poteri?».

E la telenovela continua…