Le regole di Peppe: al mattino fai cinque telefonate a cinque fonti diverse, a persone che ti possono dare notizie, non importa quali, basta che ti spieghino come stanno le cose; studia, non smettere mai di studiare, appassionati ai problemi, falli tuoi; rispondi, devi rispondere sempre quando il giornale ti chiama; ricordati che questo lavoro lo devi vivere con passione, ogni benedetto giorno.
Ho iniziato questo lavoro come tanti, ritagliando gli articoli che mi piacevano e tenendoli in casa. Rileggere e dire: «Saprò fare così, anche io, un giorno?» è uno degli esercizi d'umiltà che andrebbe imposto ai giornalisti.
Riapro oggi quella cartella. È rossa, sbiadita. Ci sono dentro molti pezzi firmati D'Avanzo.
Quando poi ho iniziato a scrivere e non solo più guardar scrivere, ho acquisito l'atteggiamento critico anche verso certi maestri. Ma è giusto così, penso.
Però poi quando incontri uno che hai letto, ritagliato e custodito, uno che si è fatto incarcerare pur di non rivelare la sua fonte, diventi piccolo.
Napoli, 2008. Inchiesta Global Service. Mezzo Comune in manette, subbuglio politico, carabinieri e finanzieri che vanno e vengono. D'Avanzo è inviato a Napoli. Noi piccoli che ci aggiriamo per il Palazzo San Giacomo. Quando D'Avanzo è al Municipio, in un momento in cui è senza parlare con nessuno, io "piccolo" gli faccio certe domande. Lui dice la sua, si resta a parlare per un poco. Resto colpito dall'estrema precisione ad ogni risposta. È aver tutto chiaro per poterlo scrivere ancor più chiaramente.
Ecco, ora dici: ma che aneddoto è?
Hai trovato la parole "spocchia", "presunzione" in questa storia?
Eccolo, l'aneddoto.