Solo mostri sacri del giornalismo mondiale come Bob Woodward e Ben Bradlee possono ironizzare sulle grandi innovazioni tecnologiche che coinvolgono il giornalismo e su quanto questi cambiamenti possano determinare scetticismo nei colleghi della “vecchia guardia”. È la stampa hi-tech, bellezza, e tu non puoi farci proprio niente.
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Il Water(gate) è poco e la papera non galleggia
Per la serie “caduta degli dei”: ecco che il Washington Post, quello di Woodward e Bernstein, di Gola Profonda e “Nixon resigns” finsce nei guai per aver ipotizzato di organizzare cene a pagamento fra giornalisti e lobbisti. Del resto la vita è dura per tutti. Certo, a confrontare con conflitti e cenette dell’editoria italiane vien da sorridere.
Insomma, la notizia è di Politico.com, uno dei blog più autorevoli d’America. Ed appena si è diffusa, il Post ha deciso di cancellare le cenette. L’onore è salvo (almeno stavolta)
L’ultima copia del NYTimes
Beh, aspettando l’ultima copia della Old Gray Lady, ce n’è una fresca fresca con un bel piede di pubblicità a colori. E ora il Washington Post farà altrettanto?
Il miglior amico del giornalista
Addio Gola profonda al secolo Mark Felt.
Ce ne fossero stati come te, in Italia.
Quando li tieni per le palle, cuore e mente seguiranno
In Italia i soloni della carta stampata campano duecento anni e continuano a scrivere anche quando probabilmente non hanno più nulla da dire. Negli Usa capita che Bob Woodward*, l’uomo del Watergate, per motivi di crisi aziendale al Washington Post, finisca nel listone dei 100 pennivendoli vecchiardi di cui disfarsi. Senza patemi, senza che nessuno gridi alla censura. Tanto scrive libri e fa soldi ugualmente.
Tuttavia, prima che qualcuno lo paragoni al caso Enzo Biagi, è bene ricordare che Woodward, insieme a Carl Bernstein, riuscì a demolire un presidente come Nixon. In Italia manco i presidenti di circoscrizione riusciamo più ad abbattere.
* trovandomi a linkarla ho anche modificato la pagina wiki di woodward… 🙂