Satire /2

Qualche settimana fa, una battuta di Spinoza.it sul terremoto in Abruzzo, non m’era piaciuta. L’ho scritto lì e su questo blog, su Spinoza è nata una discussione civilssima, costituita da 300 e più commenti.  Una lezione di maturità. E nessuno s’è mai sognato di chiedere la rimozione di quella battuta dal sito.

Già a dire il vero è abbastanza ridicola la  “dettatura” delle vignette in tivvù (la battuta la leggi prima che il vignettista la pronunci e cade l’effetto scenico). Però Vauro Senesi rappresentava un momento irrinunciabile di Anno Zero. Ora, io mi chiedo: al di là del contenuto della vignetta, ma nell’era del web che cazzo di senso ha, sospendere Vauro dalla Rai? Ha il senso che la vignetta incriminata,  anzichè il giro dei telespettatori Rai, ha fatto il giro (anzi, ne avrà fatti due o tre) del web.

La Stampa, il carcere e gli articoli su misura

Io ho una specie di venerazione per La Stampa, da quando mio zio, metalmeccanico a Mirafiori, scendeva a Napoli col suo giornale torinese doc.

Segnalo due cose che val la pena di leggere. La prima è una bella inchiesta sui flussi di cassa nel carcere di Poggioreale-Napoli  che dimostrano inequivocabilmente un fatto noto ma mai approfondito dal dopo-Cutolo, ovvero che i carcerati affliati ricevono puntualmente la paghetta del clan.
La seconda è l’intervista a Joe Violanti, l’imitatore che ha fatto incazzare Michele Santoro. Interessante non solo per i contenuti,  ma per una scelta particolare: il collega autore dell’intervista ha deciso di pubblicare sul sito web de La Stampa la versione completa, mentre sul quotidiano è finita una tagliata per motivi di spazio. Bel precedente, no? Non foss’altro perchè palesa una delle potenze del web rispetto alla carta: lo spazio e la possibilità di non doversi piegare oltre che alla politica, agli editori… agli alieni, anche alle colonne di una pagina.

Aaa giornalisti cercasi in Rai e in Bbc. Che differenza, però

La Rai, Radio televisione italiana ha deciso che dobbiamo convincerci che è trasparente come una casa di vetro. E ha quindi messo on-line le procedure concorsuali dei contratti a tempo determinato (leggasi contratti da precario).  La Rai dovrebbe essere lo specchio del Paese, lo è solo nelle cose peggiori: i requisiti del bando sono laurea con 110/110; massimo trent’anni d’età (classe 1978); tessera da giornalista professionista. Somma tutti questi requisiti e avrai un allievo delle scuole di giornalismo, non un cronista di strada, un collega cresciuto sul campo, vil razza dannata. A questo punto, è decisamente più seria la “selezione” di Michele Santoro per Anno Zero che non c’entra niente col giornalismo ma almeno è reale, è lo specchio di questo Paese.
Insomma, in Rai è così, ma nel resto d’Europa? Io non voglio far ricerche, ma la Bbc (eh già, sempre lei) ha una pagina dettagliata su tutte le posizioni aperte nel Gruppo. Ma basterebbe andare sul Guardian job. Alla voce giornalisti cercasi.

Update: su Infodem lo scontro Usigrai-Ordine dei giornalisti

Update 2: su Articolo 21 petizione che chiede il cambiamento  dei criteri d’accesso al concorso.