Caos digitale e terrestre

Col digitale terrestre c’è effettivamente più sfizio: tante emittenti in più, alcune straniere. Insomma, per chi come me non aveva la tv satellitare, un bel salto in avanti. Però poi non puoi non notare le storture italiane, il pressapochismo che – a dispetto delle campagne per educare  al passaggio dall’analogico al digitale – è davvero il nostro piatto forte.
Epg: la guida elettronica ai progammi è usata da poche emittenti locali. In Campania da nessuna emittente locale. La usa benissimo Cielo, il canale Sky, così come Mtv. Mediaset no, per ovvie ragioni (altrimenti come si vende “Tv Sorrisi e Canzoni”?) mette solo il programma in onda e quello che segue.
Il vero punto è la Rai: la Tv di Stato che fa, si scoccia? Dalle mie parti l’Epg non è implementato a dovere, non ci sono nè le trame nè l’intero palinsesto della giornata. Eppure i decoder possono programmare lo zapping, quindi se c’è una cosa che m’interessa vedere, io la programmo e poi a quell’ora lì non c’è Emilio Fede che tenga.  E invece, niente.

Ma del resto, cosa ci si può aspettare da un servizio pubblico che fa uscire pazzi i telespettatori? “Criminal Minds” e “Desperate Houswifes“, due fra le serie di maggior ascolto di Raidue, cambiano continuamente di programmazione, senza nemmeno un minimo preavviso?

Digitale terrestre al costo di una patata

Sta spopolando nelle ultime ore questo spassoso video che illustra come, attraverso un fenoneno di elettrolisi (utilizzando una patata) e di elettromagnetismo (utilizzando un telefono Gsm) si possano sarebbe possibile vedere alcuni canali del digitale terrestre e del satellite.

Edit: se qualcuno prova, ci informi dell’esito: il dgt si vede o no? 🙂

Raisat, abbiamo un problema

raisat

Mai sentito di rivoluzioni indolori. Quella del digitale terrestre e del satellite vede perdenti non la Rai nè Mediaset o Sky, La7, le tivvù private. Perdiamo noi: l’offerta di qualità paradossalmente si spezzetta, si assottiglia. La vicenda della chiusura di Raisat Extra raccontata da Aldo Grasso sul Corriere della Sera è emblematica. Risultato: addio a trasmissioni giornalisticamente molto valide, come “Menabò” dedicata a come si fa un giornale con tanto di reality delle riunioni di redazione del mattino (le cosiddette “messe cantate”) e “Seguirà buffet“,  spassoso programma su un’altra liturgia giornalistica, quella del post-conferenza stampa. Spero almeno li ripropongano su web.
Rivoluzione, vincitori, sconfitti e macerie: ieri, il sito di Raisat, si presentava tristemente in manutenzione.