C’è Posta per te si ricorda che l’Italia è povera e le banche non danno mutui. Campagna elettorale?

Il povero siciliano che raccoglie lumache per venderle e sfamare la famiglia, “assistito” da Gerry Scotti che fa il suo sproloquio sui politici che rubano. La coppietta di Taranto che vuole sposarsi ma non riesce ad accendere il mutuo e Maria De Filippi se ne esce con l’Ilva e le banche che non danno fiducia se non a chi i soldi già ce li ha.

Insomma: “C’è posta per te”, Canale 5, prima serata del sabato, pubblico di anziani e di coppie di lungo periodo (magari proprio quelle che risparmiano per sposarsi) scopre oggi che ci sono i poveri in Italia. Che sta succedendo? Non potendo spostare i voti si sta trasmettendo il messaggio che “è tutto uno schifo” e che il voto non conta un cavolo? Sfiducia al cambiamento alle urne, sottomessaggio “disertare” ? A chi giovi, eventualmente, tutto ciò, una idea ce la siamo fatta: a quelli che sanno di perdere. E che non potendo appunto vincere, cercano almeno di scavare e togliere terreno.

Caos digitale e terrestre

Col digitale terrestre c’è effettivamente più sfizio: tante emittenti in più, alcune straniere. Insomma, per chi come me non aveva la tv satellitare, un bel salto in avanti. Però poi non puoi non notare le storture italiane, il pressapochismo che – a dispetto delle campagne per educare  al passaggio dall’analogico al digitale – è davvero il nostro piatto forte.
Epg: la guida elettronica ai progammi è usata da poche emittenti locali. In Campania da nessuna emittente locale. La usa benissimo Cielo, il canale Sky, così come Mtv. Mediaset no, per ovvie ragioni (altrimenti come si vende “Tv Sorrisi e Canzoni”?) mette solo il programma in onda e quello che segue.
Il vero punto è la Rai: la Tv di Stato che fa, si scoccia? Dalle mie parti l’Epg non è implementato a dovere, non ci sono nè le trame nè l’intero palinsesto della giornata. Eppure i decoder possono programmare lo zapping, quindi se c’è una cosa che m’interessa vedere, io la programmo e poi a quell’ora lì non c’è Emilio Fede che tenga.  E invece, niente.

Ma del resto, cosa ci si può aspettare da un servizio pubblico che fa uscire pazzi i telespettatori? “Criminal Minds” e “Desperate Houswifes“, due fra le serie di maggior ascolto di Raidue, cambiano continuamente di programmazione, senza nemmeno un minimo preavviso?

Quote rosa al Tg5

sottile

Ho avuto il piacere di presentare l’ultimo libro di Salvo Sottile, “Più scuro di mezzanotte”, prima dell’estate, a Napoli. Salvo è uno di quelli che ci sa fare, è preparatissimo, soprattutto sulla sua terra, la Sicilia (i giornalisti che sanno bene i fatti di casa loro mi fanno sempre un’ottima impressione).
Anche per questo l’idea che non debba essere più la “punta” del Tg5 dell’ora di pranzo (che con la rassegna stampa notturna di Paolo Di Mizio è l’edizione che più amo) secondo me è pessima. Spero ci ripensino.

Un comunista a Retequattro

Sicuramente quello che sceglie i titoli dei “Bellissimi” che vanno in onda in seconda serata su Rete 4 è un comunista. C’è la polemica alla Camera sul rinnovo delle missioni militari italiane all’estero? Ecco che spunta “Full Metal Jacket” o “Nato il 4 Luglio”. Si parla del conflitto d’interesse? Arriva “The Truman Show”.

Ma il clou è stato raggiunto stasera, con “Il commissario Lo Gatto” di Lino Banfi. Cioè storia di un poliziotto che indaga e alla fine scopre una tresca fra un’attricetta e il Presidente del Consiglio e fa cadere il governo. Se non è voluto questo…

(il post è scritto con la consulenza dell’amorevole consorte e scrittrice).

I giornalisti si “promuovono”

Sarà capitato a tutti (o quasi) di vedere alcuni nuovi spot che le reti Mediaset stanno trasmettendo in questi giorni. Si tratta, per intenderci, di una campagna di pubblicità per le testate giornalistiche del gruppo, Tg5, Studio Aperto, Tg4 e Sport Mediaset. Il comunicato che presenta l’iniziativa recita così:

Testimonianze di professionisti che ogni giorno assistono in prima persona al dolore o al trionfo, alla paura o alla gioia. Giornalisti che vedono i fatti prima che diventino notizie e che cercano di raccontarli ai telespettatori capendone al volo il significato.
Il risultato sono 15 mini-racconti di firme autorevoli e giovani cronisti che mescolano emozioni e questioni etiche, timori e consuetudini, esperienze e aspirazioni e che forniscono un servizio informativo che non costa assolutamente nulla agli italiani.

Domande di un lettore (e telespettatore) operaio:
1. Nel Tg5, a parte Toni Capuozzo, chi può pronunciare la frase “Nel cuore dell’informazione”, con la coscienza pulita?
2. Per il Tg4 è stato scelto Emilio Fede. (lo so non è una domanda, ma so bene che in questo caso la domanda scaturisce dall’affermazione nuda e cruda…).

Noto anche da un bel po’ di tempo, Studio Aperto, il tiggì di Italia 1 diretto da Mario Giordano, ha predisposto i blog per tutta la redazione.