Giornali e giornalisti napoletani ai tempi delle Br

«Forse l’Italia non sarà mai un paese normale. Forse è il paese in cui tutto diventa normale. Si telefonava al centralino della Camera dei Deputati e si diceva “Le Stragi, per favore”, e quello rispondeva: “Resti in linea, prego”, e ti passava la Commissione Stragi».
da “La notte che Pinelli“, di Adriano Sofri

Quello che scriviamo noi cronisti di questi anni, faide di clan o suicidi di assessori, inchieste Magnanapoli o arresti dei Casalesi, non è secondo me paragonabile – anche probabilmente per l’enorme peso che i giornali avevano allora e non hanno più – a quanto si scriveva durante gli anni del terrorismo. Quelli del rapimento e omicidio di Aldo Moro, del rapimento e della liberazione  di Ciro Cirillo. Bastava sbagliare una virgola, non rispondere ad un telefono, valutare diversamente un comunicato. No, decisamente i giornali di oggi non hanno quest’influenza. Molto spesso le risorse in Rete sono seminascoste ma straordinarie: è il caso della rassegna stampa accumulata in anni e anni dalla Commissione Stragi, tutto messo online.
Mi sono concentrato soprattutto sul caso Cirillo. Ed ho ritrovato le vecchie firme del giornalismo partenopeo, da Enzo Perez a Nora Puntillo, ma anche Antonio Ghirelli, un giovane Giuseppe D’Avanzo  sul Paese Sera e chissà quanti altri che ora mi sfuggono. È davvero un documento straordinario non solo della storia di quegli anni ma anche di come quei cronisti li vissero e ne scrissero.