Mica tutti alla Scuola Elettra

La Voce.info pubblica un interessante (seppur con qualche limite) identikit degli amministratori locali della Lega Nord.

I leghisti, rispetto agli altri sindaci del Nord, si segnalano per la minore presenza di donne (6,7 per cento contro 9,4 per cento), per una maggiore presenza di giovani (età media di 46 anni contro 48) e per un maggiore livello di istruzione (14 anni di studio contro 13). Si noti che tutte queste differenze (e le altre citate di seguito) sono statisticamente significative a un livello di confidenza del 5 per cento o dell’1 per cento a seconda dei casi.  Mentre emerge l’immagine di una classe politica giovane, non sembra confermata la vulgata per cui la classe dirigente leghista è rozza e meno istruita. Non è del tutto confermata, infatti, neanche la fotografia che emerge dalla classe parlamentare leghista. Anche lì, la Lega si segnala per una minore presenza di donne e una maggiore presenza di giovani, ma il livello medio d’istruzione dei parlamentari leghisti è minore rispetto a quello dei loro colleghi di altri partiti. Se si guarda all’evoluzione nel tempo di queste caratteristiche, inoltre, si nota come le tendenze di cui sopra si stiano un po’ attenuando. Dopo il 1999, è aumentata la presenza di donne leghiste (come testimoniato anche dalla recente inchiesta giornalistica di Cristina Giudici).  Ed è aumentata l’età media dei sindaci leghisti, per un fenomeno naturale per cui giovani che si erano affacciati alla politica grazie alla Lega nel corso degli anni Novanta hanno poi consolidato le loro posizioni di potere nelle istituzioni e nel partito. […]

Non zittire Lavoce

Lavoce.info, magazine web di informazione economica e politica, chiede sostegno economico ai suoi lettori con una motivazione sacrosanta:

Abbiamo bisogno di tanti piccoli contributi. È una garanzia di indipendenza […] Al tempo stesso, abbiamo bisogno di continuità per meglio pianificare il nostro futuro e svolgere meglio il nostro mestiere di informazione.

Giornali di partito e vendite, un’analisi

La Voce.info – splendido sito che di recente ha festeggiato i 7 anni di attività – fa una ottima analisi del rapporto copie vendute/copie rese al mittente, dei quotidiani di partito finanziati dallo Stato italiano. Morale: i giornali di partito vengono distribuiti male e da ciò ne deriva una perdita pubblica (visto che sono finanziati coi soldi nostri). L’ipotesi è quella di più abbonamenti, o magari più online.

Ecco la tabella elaborata per lavoce.info dal docente Marco Gambaro

copie giorno .000 livello di reso contributi editoria
per copia venduta
Avvenire 102 32% 0.20
Libero 120 48% 0.21
Europa 5 90% 2.74
Il Manifesto 25 73% 0.59
Liberazione 8 87% 0.48
L’Unità 51 59% 0.36
Il Secolo d’Italia 3 87% 3.60
Il Foglio 9 87% 0.70
Il Riformista 4 87% 1.16
La Padania 7 87% 0.86
Nota: vendite e rese di Avvenire, Manifesto, Unità e Libero da Ads.
Vendite e rese di Liberazione, Il Secolo ed Europa da Fieg.
Per Foglio, Riformista e la Padania tirature da Dipartimento editoria e rese ipotizzate a 87 per cento.