Indagine a mezzo serial tv

Con “Law and Order” abbiamo imparato (anche se all’americana) i ruoli della polizia e la funzione accusatoria della magistratura. Con “New York Police Departement” abbiamo compreso i meccanismi d’indagine classica: il porta a porta, l’interrogatorio, il confronto all’americana. Grazie a “Criminal Minds,” abbiamo iniziato a definire i profili dei criminali, a capirli attraverso i loro atteggiamenti e i loro modus operandi. Con “Csi” abbiamo capito la scena del crimine, le tracce lasciate dall’assassino e i modi per scoprirli grazie all’analisi scientifica. E con “Lie to me”? Beh con “Lie to me” siamo diventati dei maghi nello scoprire le menzogne attraverso le microespressioni del volto, i segnali involontari del corpo.
Insomma le decine di serie televisive poliziesche trasmesse ogni giorno, da anni in tivvù sono state un corso di formazione eccezionale per aspiranti investigatori, pubblici ministeri, profiler, poliziotti scientifici. Dunque non stupisce affatto che oggi col caso di Sarah Scazzi i curiosi vogliano vedere, toccare, verificare, capire in ogni modo possibile e impossibile da immaginare.
E non stupisce nemmeno vedere sondaggi come quello pubblicato dal Corriere della Sera:

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