Caro Umberto Eco, fatti spiegare l’internet da qualcuno


Umberto Eco, aderendo a una corrente di pensiero ormai consolidata in certi intellettuali italiani, non è che mette internet sul banco degli imputati: la dichiara colpevole, la condanna alla pena capitale e poi non contento fa il ballo della morte intorno bruciando un magnetofono Magneti Marelli quale simbolo della corruzione dei tempi.

In questo pezzo pubblicato dall’Espresso, Eco sostiene che a causa dell’overdose di informazione disponibile su web «un’intera generazione rischia di crescere senza selezionare quello che legge». Parla facile lui che ha accesso a tanti canali informativi: molti di noi non saprebbero nemmeno come informarsi su determinati argomenti. Tuttavia la sua è una opinione, condivisibile o meno, ma autorevolissima.

È nell’esempio che Eco commette un errore clamoroso. Per dimostrare la sua tesi egli scrive quanto segue:

Sappiamo benissimo che molti libri vengono scritti da personaggi più o meno eccentrici, così come accade anche per tanti siti Internet. Se non ci credete, andate a vedere “nonciclopedia.wikia.com/wiki/Groenlandia” dove si dice: “La Groenlandia è un’isola situata in un punto del globo terrestre che, se esistesse davvero, confermerebbe l’ipotesi che la Terra è quadrata. E’ l’isola più popolosa al mondo per quanto riguarda il ghiaccio…. […]
Come fa un ragazzo a sospettare che l’autore di questa notizia stia scherzando, o sia un personaggio eccessivamente stravagante?
Così può accadere coi libri. Difficile che un editore accetti di pubblicare notizie del genere, se non precisando sulla copertina o sul risvolto che si tratta di una raccolta di allegri paradossi. Ma quando non ci fosse più alcuna mediazione a dirci se un libro va preso sul serio o no?

Ecco. Dico io, ma quando manda i pezzi nessuno glieli rilegge? No perché anche un bambino sa che Nonciclopedia è universalmente riconosciuto come un sito di satira, di paradossi, scherzi. Insomma, un sito che le spara grosse. Sarebbe bastata una ricerchina su google per capirlo:

A questo punto delle due l’una: o ha buttato lì la prima cosa che trovava, senza prendersi la briga di controllare o semplicemente la tesi fa acqua da così tante parti da sembrare un colabrodo.

PS: le fesserie durante le prove orali (di maturità, di università, di giornalismo) gli esaminandi le hanno sempre dette, con o senza internet.

Update: mi segnalano la pagina di Nonciclopedia su Umberto Eco. Ecco, manco quella s’è letta.