La Campania, la destra in treno e la sinistra in auto blu

Qualche giorno fa, nel mio treno Av per Roma, entra pure il nuovo presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Non mi stupisce: è parlamentare e per lui conviene l’Alta velocità che ai deputati e ai senatori è data praticamente in dotazione-regalo insieme al super stipendio e agli altri benefit. Si stupiscono però i miei compagni di viaggio, per lo più napoletani diretti nella Capitale o a Milano per lavoro o per motivi familiari. «Ma è lui o gli somiglia?». «Comm’è giovane!». «Allora auguri, preside’!».

Caldoro ha la borsa di cuoio in una mano, con l’altra fa ciao ciao con la manina e scompare in prima classe. La gente compiaciuta, commenta l’illustre presenza a bordo. Mi viene in mente e mi appunto la battuta da twittareoggi in Tav ho incontrato Caldoro. Sul suo biglietto c’era scritto “Posto prenotato. Da Cosentino“»).  Si parte. E penso.

Mi chiedo cosa c’era, in quella scena che a me sembrava banale, da piacere tanto ai miei concittadini. Lo capisco subito dopo, chiedendomi da  quanti anni non vedevo Antonio Bassolino in giro da solo per la città, su un treno – non voglio dire l’autobus o il metrò, qui i politici non hanno l’abitudine di prenderlo -. La risposta  è che non ricordo manco più  l’ultima volta di Bassolino tra la gente, quella normale, capace di riconoscerti, non aggredirti ma sicuramente rimbrottarti per le cose che non hai fatto, le posizioni che non hai preso, i problemi che non hai risolto. Bassolino non è certo il solo: come lui, tutta l’allegra compagnia di centrosinistra – io negli ultimi giorni di campagna elettorale ho preso a chiamarla brechtianamente l’Invincibile Armada – da tempo ormai evitava il confronto più importante per un politico locale:  quello con la quotidianità.

Non mi illudo: imparerà anche Caldoro ad andare nell’auto di servizio in dotazione al Presidente della Regione Campania. Anch’egli sparirà dietro la scrivania, così come imparerà a dotarsi di un factotum di qualità capace di fargli da segretario 24 ore su 24; del resto i suoi “angeli custodi” del Pdl regionale in quanto a sfoggio di status symbol non sono secondi a nessuno.

La questione politicamente più interessante è se la sinistra, dopo aver tenuto lo scettro in Campania riesca a tornare, per dirla con Battiato, «a quote più normali». Indubbiamente nella storia indietro non si torna, ma quei corsi e ricorsi di cui si parla fin troppo spesso dove porteranno chi ha tenuto il comando finora ed è già in evidente astinenza da potere decisionale?

Campania, Grilli per la testa

Ammetto di essere sorpreso per l’appoggio di Antonio Di Pietro a De Luca, un tizio che ha due processi in corso per associazione per delinquere, concussione, falso e truffa. Ma lo sono ancora di più per la standing ovation che l’assemblea dell’Italia dei Valori ha riservato al discorso di De Luca. Sembrava una convention di Forza Italia.

via  Blog di Beppe Grillo – De Luca Superstar.

Caldoro-De Luca, testa a testa con fuoco amico: piccola analisi

Secondo la ricerca della società di Luigi Crespi sulle elezioni regionali in Campania, Stefano Caldoro (Pdl) sarebbe al 55% mentre Vincenzo De Luca (Pd) sarebbe al 45%. Un sostanziale testa a testa, con Pdl che “doppierebbe” il Pd (40% contro 22%), Idv all’8,5 e Udc al 10, una sinistra che sparpagliata non arriva al 5% e i rutelliani con percentuale da prefisso telefonico. Prendendo col beneficio d’inventario questi sondaggi, per la sinistra il campanello d’allarme è suonato già da tempo: se non fanno un patto restano fuori dal Consiglio regionale. Il Pdl invece ha paura che lo sceriffo De Luca vada a pescare nel suo elettorato moderato che ritiene Cosentino inaccettabile.
Il dato del “fuoco amico” sarà fondamentale: Caldoro  teme che i nemici di Cosentino (Bocchino in primis) optino addirittura per un De Luca, quest’ultimo è preoccupato del colpo di coda di un Antonio Bassolino infuriato per esser stato messo da parte.

Update: l’analisi di Luigi Crespi