Giornalisti, sempre più nel mirino

Tra il 2008 ed il 2009, 125 giornalisti sono stati uccisi in 27 Paesi del mondo, un po’ di più rispetto al periodo 2006-2007, quando erano stati 122. I dati sono stati resi noti oggi dall’Unesco. Nella classifica dei paesi più pericolosi per i cronisti, stilata dall’agenzia Onu, in testa si piazzano le Filippine, con 37 omicidi. Un dato in netta crescita, spiega l’Unesco in un documento, a causa dell’uccisione di 31 giornalisti il 23 novembre 2009 durante un attacco armato nell’isola di Mindanao, nel sud dell’arcipelago, legato a rivalità politiche. Al secondo posto si colloca l’Iraq, dove il numero di giornalisti uccisi è calato da 62 per il 2006-2007 a 15 nel 2008-2009, mentre al terzo si trova il Messico. Qui 11 giornalisti sono stati uccisi nel 2008-2009, sette in più rispetto al 2006-2007. Segue la Somalia, teatro di scontri tra governo e gruppi dissidenti islamici, con 9 giornalisti uccisi nell’ultimo anno. Lo studio dell’Unesco mostra inoltre che più del 60% delle morti di giornalisti nel mondo non si registra nei Paesi in guerra, ma in quelli dove è diventato particolarmente pericoloso portare avanti inchieste giornalistiche e pubblicare informazioni delicate. (ansa)