Da giornalista-deskista, faccio una cosa che per la stragrande maggioranza dei miei colleghi è una cosa nuova: il telelavoro. Cioè: mi collego ad un server centrale sul quale risiede il software che utilizzo, nella fattispecie software editoriale e così monto una pagina, la scrivo, la titolo. Negli otto anni precedenti, salvo un periodo da figlio di nessuno, di abusivo (ovvero appestato, cioè non puoi entrare in redazione altrimenti loro passano i guai e così scrivi da casa a spese tue al 100 %) ho sempre lavorato avendo una redazione come punto di appoggio fisico.
Vabbè, tutta sta tiritera per tracciare un piccolo bilancio:
Cose buone del telelavoro
1. Pranzo (o almeno la cena) ad orari accettabili.
2. La privacy del tuo computer coi cazzi tuoi dentro, senza che nessuno mette becco.
3. Non ci sono colleghi cagacazzi che non hai voglia di vedere e che sei costretto a vedere
4. Eventuali porcate redazionali ti appaiono attutite, ammorbidite.
5. Se ti fanno male i piedi, ti metti i calzerotti con l’orsacchiotto e nessuno ti rompe le palle.
6. Se piove la sera non hai il problema che ti sei scordato l’ombrello.
7. Se hai il wireless, puoi scrivere pure da un letto a baldacchino.
9. Ti responsabilizza enormemente sulla fattura del prodotto.
10. Non c’è il fottuto collega che ti ruba le penne dalla scrivania.
Cose cattive del telelavoro
1. Se fai l’errore di mangiare prima di aver finito il lavoro, ti strafoghi come un suino berbero.
2. Avrai pure il tuo computer ma cazzo, consumi la tua bolletta enel.
3. Non puoi fare i gavettoni il 15 agosto in redazione, nè provare l’ebbrezza di un omicidio a mezzanotte
4. Le dinamiche redazionali sono lontane, fai più fatica a capire cosa succede
5. Non chiami più il bar per il caffè ma devi fartelo tu (eccheppalle).
6. Quando scendi, devi tornare a casa. Che è sempre più lontana in qualsiasi posto tu vada.
7. Non puoi più stringere nuove amicizie interne all’azienda, o almeno è più difficile.
9. Con 2 telefoni cellulari, 1 telefono fisso, 1 skype, 2 mail ti esaurisci forte.
10. Non ti arriva più la strenna di Natale e di Pasqua!