Giornali e giornalisti napoletani ai tempi delle Br

«Forse l’Italia non sarà mai un paese normale. Forse è il paese in cui tutto diventa normale. Si telefonava al centralino della Camera dei Deputati e si diceva “Le Stragi, per favore”, e quello rispondeva: “Resti in linea, prego”, e ti passava la Commissione Stragi».
da “La notte che Pinelli“, di Adriano Sofri

Quello che scriviamo noi cronisti di questi anni, faide di clan o suicidi di assessori, inchieste Magnanapoli o arresti dei Casalesi, non è secondo me paragonabile – anche probabilmente per l’enorme peso che i giornali avevano allora e non hanno più – a quanto si scriveva durante gli anni del terrorismo. Quelli del rapimento e omicidio di Aldo Moro, del rapimento e della liberazione  di Ciro Cirillo. Bastava sbagliare una virgola, non rispondere ad un telefono, valutare diversamente un comunicato. No, decisamente i giornali di oggi non hanno quest’influenza. Molto spesso le risorse in Rete sono seminascoste ma straordinarie: è il caso della rassegna stampa accumulata in anni e anni dalla Commissione Stragi, tutto messo online.
Mi sono concentrato soprattutto sul caso Cirillo. Ed ho ritrovato le vecchie firme del giornalismo partenopeo, da Enzo Perez a Nora Puntillo, ma anche Antonio Ghirelli, un giovane Giuseppe D’Avanzo  sul Paese Sera e chissà quanti altri che ora mi sfuggono. È davvero un documento straordinario non solo della storia di quegli anni ma anche di come quei cronisti li vissero e ne scrissero.

Sergio Lepri, scrivere da giornalista

I pochi amici che leggono questo blog, sanno che vivo di molti dubbi (sia lode al dubbio) e qualche fragile certezza. Quando sono giù di morale e non c’è un dizionario di cinese a salvarmi (è ermetica, non la potete capire questa) ad esempio per questioni lavorative, uso leggere o vedere film sul giornalismo.
Vabbè, vengo al dunque. Una delle mie letture preferite è “Parola di giornalista” del grandissimo Vittorio Zucconi, disponibile interamente su internet.  Ebbene, in un capitolo di PdG Zucconi scrive questo:

«Sergio Lepri, direttore dell’agenzia nazionale di notizie Ansa, ha combattuto per tutti i venticinque anni della sua direzione contro la gramigna della frase fatta che impera nel nostro linguaggio, conciliato dalla pigrizia mentale del giornalista che preferisce prendere dallo scaffale un’espressione già pronta e logora, anziché riflettere. Lepri ha compilato anche una serie di manuali e saggi, purtroppo mai diffusi su larga scala, di lettura insieme esilarante e tristissima nel quale ha raccolto tutti i più frequenti luoghi comuni da evitare, prendendo a esempio il settore nel quale la mala pianta è più rigogliosa, quasi una foresta tropicale: lo sport».

Ordunque, una insperata quanto rapida ricerca su internet ha rivelato, con mio sommo stupore che Lepri, classe 1919, ha un sito internet: www.sergiolepri.it. Stampatevelo bene in mente,  voi che come me tentate di migliorare nella scrittura.
Su questo sito ci sono infatti le famigerate “norme per una corretta scrittura” , i consigli pratici per la grafica e la pronunzia di nomi stranieri; il piccolo glossario di lingua italiana.
Senza parlare poi dei saggi su storia e funzione dell’agenzia di stampa; televisione e comunicazione politica ; etica e giornalismo

Ho scritto una email a Lepri per ringraziarlo aver reso di pubblico dominio tutto questo sapere; non pubblico la sua risposta (mi sono sorpreso anche di aver ricevuto una email da un signore classe ’19). Ma vi assicuro che è stata la risposta di un autentico galantuomo italiano. Anche per questo mi sono permesso di creare la voce wiki sulla sua persona.