Il rischio di restare sempre accesi: la redazione pubblica e la qualità delle notizie

Clark Hoyt, il public editor del New York Times, ovvero il “garante dei lettori”, scrive un lungo e bell’intervento sui rischi per il giornalista sempre on-line. Dall’esperimento di “redazione pubblica” ripresa dalle telecamere e trasmessa in tempo reale sul sito del Nyt nella sezione Times Cast, fino ai tanti account twitter dei reporter Nyt (c’è perfino quello per i necrologi) fino ad altri social media, è tutto un fiorire di iniziative.
Però, dice Hoyt, qualche incidente di percorso fa pensare che questa strada non è immune da rischi. Insomma, avrai pure più visibilità e fornirai anche informazione tempestiva, ma tutto a discapito dell’accuratezza e della precisione.

But several stumbles in the past few weeks have demonstrated some of the risks for a print culture built on careful reporting, layers of editing and time for reflection as it moves onto platforms where speed is everything and attitude sometimes trumps values like accuracy and restraint.

Hoyt fa tanti esempi: imprecisioni dovute alla brevità di twitter o alla mancanza di elementi sufficienti per una valutazione, ad esempio nella riunione di redazione. Spesso i dubbi del reporter si diradano nel corso della giornata e quando deve scrivere il pezzo ha raggiunto un certo grado di accuratezza. Sui social (e in riunione di redazione poi!) non è sempre possibile. Di qui, il consiglio del public editor.

The technology may be new, the speed faster, the culture different, but in journalism, the old rules still apply: be skeptical, check it out.

Salva un giornalista

“Salva un giornalista” intende, attraverso l’uso di umorismo e ironia, parlare della precarietà della comunicazione e di altre questioni che interessano i professionisti dei media. La campagna, lanciata da un gruppo di giornalisti che preferiscono mantenere l’anonimato, si sviluppa attraverso un blog e in Twitter, YouTube Facebook, con testimonianze di ex-giornalisti che sottolineano le difficoltà nel settore. «Il nostro unico obiettivo è che tutto questo abbia risonanza, che si apra il dibattito e che i giornalisti alzino un po’ la voce contro tutto ciò che sta accadendo».

via 233grados.com “Salvar un periodista”

Comune di Napoli, il social concorso

Annunciato come la soluzione d’ogni male, il Concorso al Comune di Napoli è da settimane spiattellato sui giornali di settore, attesissimo: oltre 500 persone tra vigili urbani, impiegati, ingegeneri, architetti, da assumere in tre anni. Il Comune ha annunciato la pubblicazione del bando via twitter, e sul proprio sito internet istituzionale. Ora, siccome questa è la città del pacco doppio pacco e contropaccotto, bisognerebbe usare la Rete anche per denunciare eventuali tentativi di “inguacchi” e i soliti mediatori, galoppini o politici di terz’ordine capaci di tutto. Insomma, un vero “social concorso” pubblico.