Dago non lo pago (più)

Dagospia riaprirà l’archivio e punterà tutto sulla pubblicità.

Dal 1 febbraio 2011 l’archivio di Dagospia sarà totalmente a vostra disposizione, tecnicamente rinnovato, quindi rapido e invincibile come un sommergibile. Addio agli abbonamenti, grazie di cuore a chi ci ha sostenuto fino ad oggi sborsando 90 euro l’anno per sbirciare gli articoli del passato, ma vogliamo puntare all’implemento della pubblicità, grazie al maggior numero di pagine cliccate. Proprio in concomitanza con i maggiori portali informativi, da Corriere.it a Repubblica.it, che andranno prograssivamente, dal prossimo anno, tutti a pagamento, Dagospia preferisce puntare sul gratuito.

Come ben scrive Federico Mello (vedi il pezzo che segue) “da quando Murdoch ha proposto la soluzione del pagamento, il numero di visitatori del Times è crollato dell’84% (rispetto a febbraio), e soltanto il 25,6% degli utenti che si collegano al Times ha deciso di pagare per leggere”.

Ecco perché abbiamo scelto la soluzione “aggratis”, sperando che la pubblicità ci assista.

Montanelli, Fellini e la Dolce vita

No, non è un film tipo Totò e Peppino, bensì il commento che  Indro Montanelli fece per il Corriere della Sera dopo aver visto il film di Federico Fellini. Vale la pena di leggerlo tutto. (via Dagospia)

Sere fa, Federico Fellini mi ha invitato a vedere in privato il suo ultimo film La dolce vita.
Confesso che ci sono andato con qualche apprensione: e non tanto per i pareri molto discordi che avevo udito da coloro che avevano visto alcune scene isolate, quanto perché, parlando ogni tanto con lui, avevo avuto l’impressione che Fellini avesse perso il senso della misura.

L’uomo, di solito pacato e abbastanza staccato dal proprio lavoro, stavolta m’era parso che non sapesse uscirne nemmeno quando veniva a cena con me. Se gli parlavo di altre cose, mi fissava con l’occhio vitreo di chi non ascolta. E gira gira, il discorso tornava sempre lì.

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Il secondo Saviano (ovvero Roberto II, la vendetta)

Robertissimo Saviano dopo Gomorra prepara il suo secondo tomo (veramente è il terzo, se contiamo il libello pubblicato con il Corriere della Sera). Oggi un cattivissimo Dagospia viene ripreso (ma con toni decisamente più soft ed entusiastici) dal Corriere del Mezzogiorno. Dago lo riproduco qui “tanto loro sono rock e non s’incazzano”, direbbe quel bell’uomo di Gianni Solla. Per il Cormezz, ecco il link. Seguono repliche e controrepliche.

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