Regione Campania, dietrofront sullo strano bando per addetto stampa

Quel bando della Regione Campania di cui avevo scritto qualche settimana fa per un posto di ufficio stampa al Consiglio regionale è stato revocato. La Regione ha evidentemente compreso che troppe erano le incongruenze, denunciate anche dai giornalisti precari.

Ora occorrerà tenere gli occhi aperti per capire i criteri del bando che sarà licenziato da Palazzo Santa Lucia: che sia un bando vero, per giovani, non un abito cucito addosso a chissachì.

 

 

Dialogo tra un ex presidente della Regione e il suo gatto di casa

Antonio Bassolino scrive un libro. Dialoga con la sua gatta e racconta questi anni di governo della città e della regione. Ma com’è iniziato il dialogo?

– mamamamamamamamamamm mmmmaaao
– micia? che cos’hai?
– Niente Bassolino. Balbetto. Sono suggestionabile.
– Ma io non balbetto più da anni!
– Beh a me è rimasto. Che vuoi?
– Allora mia cara Micia, voglio scrivere un libro.
– Bassolì, sono un gatto, esistono le case editrici.
– Eh ma voglio raccontare tutto a te, prima. Ti piacerebbe?
– Posso scegliere?
– No.
– E allora.
– Bene, incominciamo con quella storia dei rifiuti.
– Ah no, guarda. Ti posso dare un consiglio? Inizia con una storia bella, una che non finisce così di merda, altrimenti la gente manco se lo compra, legge le prime tre pagine in libreria e lo chiude bestemmiandoti.
– Dici?
– Eccerto.
– Vogliamo parlare di Veltroni?
– Chi?
– Veltroni, Veltroni. Il Pd, quello che voleva i giovani, il rinnovamento.
– E che vuoi dire di Veltroni? C’aveva ragione: giovani, rinnovamento
– Eh ma ha messo i peggiori in Campania! Non ha ascoltato me, che sono stato sindaco due volte, ministro, due volte governatore, sono stato..
– Permetti Bassolino?
– Dici, Micia.
– Cazzo, per vent’anni sei stato in politica. Lo so perché i croccantini me li portava qualcun altro. Ora, oggettivamente, Tony Blair in Inghilterra a poco più di quarant’anni l’hanno pensionato. Tu non potevi pensare di costruire l’alternativa anziché abbarbicarti al potere?
– Scusa Micia ma che cazzo ne sai tu dell’Inghilterra?
– Mi tengo informata, c’è un bel gatto British Shorthair qui nel condominio.
– E poiiii dico veramèèènte e assolutamèènte, questo Mezzzzoggggiorno d’Italiaaaa ha bbisogno di una guidaaaaaaa
– Cazzo, abbassa la voce che stiamo solo io e te non stai facendo un comizio! Noi gatti abbiamo l’udito sviluppato, sai?
– Insomma, Micia, con te proprio non si può parlare!
– CON ME? CON ME? Ma guarda, non è che hai tutte le colpe di questo mondo, caro Antonio, ma per cortesia, fai un salto indietro nel tempo: ti chiamavano l’Imperatore di Napoli, avevi un potere immenso, perché non l’hai usato per riformare la città, la regione, dare spazio a giovani e non a lacché, anche a chi non la pensava come te?
– Micia, evito di buttarti dal balcone perché è un reato ma sappi che mi hai molto deluso.
– Preside’ citami pure nel libro,  ma sappi che non sono d’accordo con te.  Ora per piacere, visto che non stai facendo niente, la mia lettiera puzza, cambia la sabbia.
– Certo, scusami.
– Cazzo, non so se è peggio per me o per Franz, il pastore di Cesaro.
– Cesaro ha un cane pastore?
– Sì ma lui e Franz non si capiscono.
– Perché Cesaro non capisce come me la lingua degli animali.
– No, è Franz che non capisce che cazzo dice Cesaro. Storia lunga…

Bisogna saper scegliere: il Pd e il caso Trombetti

Nella nuova giunta di centrodestra della Regione Campania spicca il nome di Guido Trombetti, rettore dell’Università Federico II, già coordinatore dei rettori italiani. Ora, tralasciando le ironie sul Trombetti matematico che si è fatto due conti ed ha scoperto quanto fosse meglio, a scadenza di poltrona universitaria, buttarsi in politica, secondo me bisognerebbe riflettere sulla capacità che ha il Pd campano di scegliere la sua classe dirigente.

Un partito di catapultati e cooptati (basta scorrere i nomi dei quadri dirigenti campani) finora fedelissimi al Re Sole don Antonio Bassolino, il Partito democratico è stato capace come non mai di bruciare nomi e gonfiare all’inverosimile altri.  Il caso di Trombetti è emblematico: il suo nome ormai circolava come papabile anche quando serviva l’idraulico. Un profilo politico gonfiatissimo sui giornali cui sostanzialmente corrisponde una persona incapace di catalizzare interesse politico. Ha gestito il principale Ateneo della Campania, non voglio dare un giudizio, spero lo faccia con onestà chi nell’università c’è stato e la conosce dall’interno. Da fuori però non mi pare che la Federico II sia migliorata granché in questi anni. E vabbè.

Il dato politico: Stefano Caldoro ha nominato Trombetti assessore all’Università. A pelle mi provoca fastidio pensare che chi ha gestito finora un singolo ateneo debba ora essere garante di tutti. Ci riuscirà? C’è o non c’è un conflitto d’interessi? E ancora: la prassi è quella di bollare il Trombetti sinistrorso “traditore” nell’ambiente del centrosinstra, per poi sottolineare che “in politica è così” e via discorrendo.

Eh no: il Pd avrebbe dovuto evitare tempo fa che si gonfiasse questo mito candidabile a tutto e al contrario di tutto, che si creasse quest’uomo delle istituzioni un poco tecnico e un poco politico, un poco carne e un poco pesce. E invece s’è preso il trenino piccolo Dem e poi  è salito sulla carrozza di lusso Pdl. Fare ciao ciao con la manina please: il massimo del rendimento col minimo sforzo. Del resto l’algebra come dice? Meno per meno fa più.

E comunque la storia recente ci sta insegnando che il tecnico in politica va controllato, anzi blindato. Sai, a volte gli prende la mano.

I giornalisti juke-box della Regione Campania: deontologia e soldi

Nel nuovo testo dell’Ordine nazionale dei Giornalisti sulla deontologia professionale,  uno degli elementi che si vuole mettere in rilievo è la separazione tra giornalismo e diffusione delle notizie sulla base di un contratto. Ecco cosa si legge sul dettagliato documento dell’Odg nazionale:

Occorre trasparenza sulle tante convenzioni in essere fra enti pubblici e agenzie di informazione. Non è uno scandalo, ma è necessario che l’agenzia che riporta integralmente e in tempo reale la dichiarazione del consigliere regionale “x” lo dichiari, e che la notizia abbia un distinguo tale da far comprendere che non si tratta di notizia, bensì di dichiarazione trasmessa in base alla convenzione in essere.

Parole sagge e sacrosante.  Poi però tra le parole e quello che sottotraccia succede sui territori c’è di mezzo il solito mare magnum di sotterfugi. Accade, ad esempio, che alla Regione Campania fresca di elezioni, compaia uno strano bando di gara. Si parla di 80mila euro per un anno di lavoro di 4 agenzie di stampa (20mila ognuna, dunque). E fin qui bene, benissimo: viene perfino scomodata la legge 150/2000 sulla comunicazione nella Pubblica Amministrazione. A leggere attentamente il bando,c’è però qualcosa che non va:

Al fine di garantire il pluralismo dell’informazione, l’appalto sarà aggiudicato a n. 4 diverse Agenzie di stampa.

Le agenzie aggiudicatarie dovranno garantire:

  • a. ampia divulgazione dell’attività istituzionale della Giunta, attraverso la messa in rete nei flussi d’agenzia nazionale dei comunicati stampa prodotti dal Settore Stampa e dalle altre strutture della Giunta Regionale della Campania entro e non oltre le due ore dalla diramazione di tali comunicati;
  • b. su indicazione del Settore Stampa, l’invio di un redattore per seguire la presentazione di iniziative e attività della Giunta Regionale della Campania, o di suoi componenti, sia presso sedi regionali sia presso sedi diverse;
  • c. consultazione dei flussi di agenzia nazionale mediante n. 5 utenze a disposizione dei soggetti cheverranno indicati dal Settore stampa;
  • d. l’accesso ai notiziari di agenzia dovrà avvenire attraverso il sistema informativo attualmente in uso presso la Giunta regionale (MNB), che avrà comunque l’opportunità di richiedere modalità di consultazioni diverse per le utenze attivate
  • e. costituisce elemento preferenziale la pubblicazione delle notizie della Giunta, oltre che nei flussi d’agenzia, anche tramite canali diversi quali siti internet, newsletter, piattaforme mobile, sms, etc

Insomma: il giornalista che segue – per conto di queste “agenzie”  – le attività del governatore e degli assessori della giunta regionale della Campania dovrà essere una sorta di juke-box, per il quale cade la libertà della valutazione dei fatti “notiziabili”. Deve seguire tutto, pedissequamente, senza discutere e non certo per una valutazione giornalistica, bensì perché gli viene ordinato dal suo “editore istituzionale”: la Regione Campania. Quale libertà, quale autonomia potrà avere un ufficio di corrispondenza di agenzia (ricordo che l’agenzia di stampa è una fonte primaria cui i giornalisti attingono) simile?

E ancora: nel bando non è indicato se dovranno essere professionisti o pincopallini qualunque i redattori chiamati a seguire la Regione, nè una dotazione minima di personale da garantire. Lo si fa con i servizi di pulizie e con l’edilizia, ma evidentemente l’informazione vale molto meno.

Che fare? Io la mia parte l’ho fatta scrivendone su E Polis. L’altra parte la faccio spedendo tutto a Ordine e Associazione della Stampa.