Dialogo tra un ex presidente della Regione e il suo gatto di casa

Antonio Bassolino scrive un libro. Dialoga con la sua gatta e racconta questi anni di governo della città e della regione. Ma com’è iniziato il dialogo?

– mamamamamamamamamamm mmmmaaao
– micia? che cos’hai?
– Niente Bassolino. Balbetto. Sono suggestionabile.
– Ma io non balbetto più da anni!
– Beh a me è rimasto. Che vuoi?
– Allora mia cara Micia, voglio scrivere un libro.
– Bassolì, sono un gatto, esistono le case editrici.
– Eh ma voglio raccontare tutto a te, prima. Ti piacerebbe?
– Posso scegliere?
– No.
– E allora.
– Bene, incominciamo con quella storia dei rifiuti.
– Ah no, guarda. Ti posso dare un consiglio? Inizia con una storia bella, una che non finisce così di merda, altrimenti la gente manco se lo compra, legge le prime tre pagine in libreria e lo chiude bestemmiandoti.
– Dici?
– Eccerto.
– Vogliamo parlare di Veltroni?
– Chi?
– Veltroni, Veltroni. Il Pd, quello che voleva i giovani, il rinnovamento.
– E che vuoi dire di Veltroni? C’aveva ragione: giovani, rinnovamento
– Eh ma ha messo i peggiori in Campania! Non ha ascoltato me, che sono stato sindaco due volte, ministro, due volte governatore, sono stato..
– Permetti Bassolino?
– Dici, Micia.
– Cazzo, per vent’anni sei stato in politica. Lo so perché i croccantini me li portava qualcun altro. Ora, oggettivamente, Tony Blair in Inghilterra a poco più di quarant’anni l’hanno pensionato. Tu non potevi pensare di costruire l’alternativa anziché abbarbicarti al potere?
– Scusa Micia ma che cazzo ne sai tu dell’Inghilterra?
– Mi tengo informata, c’è un bel gatto British Shorthair qui nel condominio.
– E poiiii dico veramèèènte e assolutamèènte, questo Mezzzzoggggiorno d’Italiaaaa ha bbisogno di una guidaaaaaaa
– Cazzo, abbassa la voce che stiamo solo io e te non stai facendo un comizio! Noi gatti abbiamo l’udito sviluppato, sai?
– Insomma, Micia, con te proprio non si può parlare!
– CON ME? CON ME? Ma guarda, non è che hai tutte le colpe di questo mondo, caro Antonio, ma per cortesia, fai un salto indietro nel tempo: ti chiamavano l’Imperatore di Napoli, avevi un potere immenso, perché non l’hai usato per riformare la città, la regione, dare spazio a giovani e non a lacché, anche a chi non la pensava come te?
– Micia, evito di buttarti dal balcone perché è un reato ma sappi che mi hai molto deluso.
– Preside’ citami pure nel libro,  ma sappi che non sono d’accordo con te.  Ora per piacere, visto che non stai facendo niente, la mia lettiera puzza, cambia la sabbia.
– Certo, scusami.
– Cazzo, non so se è peggio per me o per Franz, il pastore di Cesaro.
– Cesaro ha un cane pastore?
– Sì ma lui e Franz non si capiscono.
– Perché Cesaro non capisce come me la lingua degli animali.
– No, è Franz che non capisce che cazzo dice Cesaro. Storia lunga…

Da consumare entro. Un’analisi del voto napoletano

comuneconscadenza

Le elezioni 2009 a Napoli dicono alcune cose importanti sul futuro della politica campana. E se come penso, questa città si è sempre dimostrata laboratorio per il resto del Paese (dal laboratorio può uscire anche Frankestein) alcune lezioni valgono per tutti. Vediamo un poco di sintetizzarle.

1. Napoli, Campania, Bassolino. Il governatore ha fatto scacco matto in tre mosse. Ha spedito il suo delfino, Andrea Cozzolino, in Europa; ha schiaffeggiato da una parte “Sua Sanità” Angelo Montemarano, dall’altra ha mandato con le pive nel sacco Luigi Nicolais, unico candidato agli enti locali (Provincia) non indicato da Bassolino in 15 anni, unico candidato agli enti locali campani che ha perso. E di molto, complice anche la sua spocchia.

2. Verdi, Comunisti, Rifondazione eccetera. Qui sono spariti. Puf, manco il mago Merlino. Dominavano, a Napoli, avevano (hanno) assessorati di gestione. E ora niente, il nulla. Molti passeranno nel Pd, altri faranno la spola fra i vari cespugli da zero-virgola-qualcosa.  Da queste parti è già iniziata la litania del “laboratorio rosso”, ipotesi messa in campo dai trombati (come dire: «Abbiam perso ma ora ne facciamo uno meglio». Meglio? Di cosa? Boh). A che serve, il laboratorio? A sperimentare alchimie con vecchie pozioni, mutazioni genetiche mostruose, oppure semplicemente  a perder tempo litigando per chi parla prima al microfono, in attesa della prossima mazzata?

3. Il PdL. Quando vince negli Enti locali in Campania è roba da stadio: ola, caroselli e bandiere. Si ma poi devi governare.  Per ora, alla Provincia di Napoli, fanno fatica pure a trovare assessori tecnici. Uno di loro me l’ha confessato candidamente: «Dove li trovi, i tecnici che in 15 anni non siano stati con Bassolino?». E pure han ragione, però la gente si aspetta una gestione diversa altrimenti son dolori.
E in fondo, Bassolino forse anche a questo, ha pensato, aspettando le Regionali 2010 che tracceranno il suo futuro (lui non può, ma riuscirà a piazzare un fedelissimo?) :  un anno di PdL alla Provincia, stretto fra due fuochi , Comune e Regione,  di centrosinistra, in un Ente tradizionalmente grigio e di poca visibilità, a cosa porterà? Di solito le “rivoluzioni” iniziano con cambiamenti tangibili (Bassolino dopo Tangentopoli nel 1993 si prese il Comune di Napoli) e la Provincia partenopea per compiti e competenze non li consente. Staremo a vedere.