Professione giornalista. Professione?

Alberto Papuzzi ripropone il suo “Professione giornalista” uno dei migliori manuali  italiani su questo mestiere, con una nuova edizione che contiene nuove parti, fra le quali un capitolo sul giornalismo politico e uno sull’informazione online di cui La Stampa anticipa uno stralcio.
A quanto si legge, Papuzzi ha un approccio non certo entusiastico rispetto all’informazione online, parlando di “pregi e limiti”. E discutendo del  “tutti cronisti grazie al web” arriva alla cruciale domanda:

L’affermazione del giornalismo partecipativo sembra portare come conseguenza una concezione del lavoro in cui i professionisti non sono più necessari, perché nessuna testata potrebbe mai avere una copertura pari a quella del reporting diffuso e di base, con presidi sociali garantiti dalle persone che sono naturalmente presenti sui luoghi degli eventi, improvvisamente e inaspettatamente protagonisti. Ma cosa accadrebbe se questa abbondanza di informazioni non venisse selezionata, analizzata, valutata, controllata, decifrata?

La questione è però ancora più intricata: sappiamo che oggi esistono persone che – grazie alla loro presenza sui luoghi – possono assicurare reporting anche senza essere necessariamente giornalisti di mestiere. Il problema, uso le parole di Papuzzi, è se esiste davvero ancora il giornalista capace di “selezionare, analizzare, valutare, controllare e decifrare”. A mio modo di vedere è il progressivo impoverimento degli “spazi di manovra editoriali” del cronista, ad aver determinato lo svilimento del suo ruolo nella società. Poi, Papuzzi non ne parla, i teorici del giornalismo fanno fatica ad affrontare l’argomento, la questione economica fa o no la differenza? Un citizen journalist ad un certo punto mollerà la presa perché deve far altro per portare a casa la pagnotta; un giornalista professionista italiano si venderà al miglior offerente visto che la sola forza delle notizie “selezionate,analizzate, valutate” eccetera, non gli frutta il becco d’un quattrino.

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Blasco l’editore

Vasco Rossi diventa editore della freepress culturale Satisfiction diretta dall’indomito Gian Paolo Serino.

Per il piacere di promuovere la lettura di un libro come evasione dal grigiore quotidiano e come antidoto al vuoto televisivo. Questi sono i motivi principali che spingono Vasco nella nuova, appassionante avventura editoriale di Satisfiction, il primo coraggioso free press culturale italiano che, tra inediti d’eccellenza e recensioni d’autore per lettori “soddisfatti e rimborsati”, avra’ da oggi in avanti in Vasco un editore e editorialista d’eccezione.

Se per gli editori l’ebook è pirateria

Dopol’evento  iPad, da più parti ci si pone il problema di quale sarà la risposta  dell’editoria libraria, anche quella italiana.

dei modelli di business che l’editoria deve inventarsi per sfruttare l’ecosistema che i device (kindle e iPad) tenteranno di vendergli.

di che opportunità hanno gli editori di giornali e i giornalisti adesso

Per questo motivo è ancor più sconfortante andare sul sito internet dell’Aie, Associazione italiana editori e leggere di un corso di aggiornamento su “Pirateria libraria in Internet. Problemi e soluzioni”. Ecco il programma:

I partecipanti acquisiranno le informazioni fondamentali per intraprendere subito e in piena autonomia le attività di monitoraggio e di rimozione di file illegali, e per realizzarne la successiva sistematizzazione.

  • Inquadramento del fenomeno della pirateria in Italia e all’estero
  • I vari tipi di “libri” presenti in Internet
    • scansioni
    • eBook
    • OCR
  • I principali canali di diffusione dei libri pirata
    • Peer 2 peer/Torrent
    • siti hosting
    • cyberlockers
  • Come verificare se un proprio libro ha un problema di pirateria
    • Dotazioni tecnologiche e abilità necessarie
    • Consigli per il monitoraggio
    • Redazione di una blacklist
  • Rimedi e soluzioni
    • Diffida
    • Notice & Take Down
    • Denuncia
  • Sistematizzazione delle attività