Il supplemento del Manifesto, in edicola ieri per i 40 anni del giornale, era tutto incentrato sul giornalismo, dall’editoria ai cronisti precari. Nulla di sconvolgente ma era ben scritto e impaginato, con tante infografica. Da leggere.
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Manifesto, i suoi primi quarant’anni
La prima volta che ho chiesto a mio padre di comprarmi “il manifesto”, avrò avuto quindici anni, lui è tornato dall’edicola piuttosto preoccupato: «Mi ha detto l’edicolante – era un suo amico – che devo stare attento perchè sono giornali “pericolosi”». Il giornalaio era un signore anziano con simpatie destrorse, il manifesto sarebbe diventato un paradosso: per noi che ci saremmo definiti “noglobal” e “nologo”, quel giornale nel tascone del giubbotto era un marchio vero e proprio.
Poi, come tutti i poster e i miti degli anni dell’adolescenza ci ho litigato un poco e poi ci siamo ripresi. Ma nel mestiere che poi ho scelto di fare, un poco di passione da “manifesto” me la porto dentro, quindi festeggio anch’io questo splendido quarantenne.