Sul giornale di oggi ho scritto che il Comune di Napoli farà la sua web-tv. Con soldi dei fondi europei, eccetera. Fosse solo quello.
Trascrivo qui da un documento ufficiale i requisiti richiesti per individuare il direttore di questa televisione in Rete (lettera protocollata al Comune con numero 2989 datata 16/11/2009):
1. essere giornalista professionista da almeno 20 anni;
2. avere fatto parte per almeno 3 anni di una o più redazioni di periodici e o quotidiani di rilievo nazionale;
3. aver collaborato per almeno 5 anni con quotidiani di rilievo nazionale;
4. aver collaborato per almeno 3 anni con quotidiani on-line;
5. avere una comprovata esperienza nel campo della comunicazione istituzionale con una esperienza diretta in un ente pubblico;
6. essere autore di reportages e servizi per testate nazionali;
7. essere autore di programmi di inchiesta e di informazione del servizio pubblico;
8. aver svolto almeno una esperienza come conduttore di programmi televisivi di approfondimento del servizio pubblico;
9. avere una esperienza di conduzione di almeno 5 anni di notiziario televisivo del servizio pubblico;
10. avere esperienze pluriennali di ideazione, redazione e conduzione di programmi televisivi e giornalistici nell’ambito della televisione pubblica e non commerciale;
11. avere svolto ampia qualificata e comprovata attività quale formatore nel campo del giornalismo e della comunicazione;
12. avere una comprovata esperienza di direzione e formazione di un team professionale nel campo della comunicazione.
Dodici requisiti, analizzati i quali si desume che:
– il prescelto avrà ad occhi e croce più di cinquant’anni (ma nella migliore delle ipotesi);
– il prescelto sarà necessariamente un giornalista (o un giornalista pensionato) della Rai (leggi punti 7,8,9,10);
– il prescelto non dovrà aver granché competenza di web. Ammesso che (punto 4) aver collaborato con quotidiani on-line non venga considerato un titolo di conoscenza di tempi, mezzi e modalità d’una web-tv.
Nel pezzo di oggi non l’ho scritto (poco spazio ed è sempre meglio dare i fatti che le opinioni) ma è allucinante che un progetto pubblico con soldi pubblici per un ente pubbliconon venga avviato con una selezione pubblica.
Il Comune di Napoli – come tutti gli enti istituzionali – ha tra l’altro anche degli elenchi professionali ad hoc (che strano, sono spariti da internet) cui attingere in caso di nuove attività da intraprendere.
Il sindacato dei giornalisti, l’Assostampa Napoli, ha inoltre un altro elenco, lunghissimo. È quello dei colleghi professionisti e disoccupati. A Napoli il precariato giornalistico è su percentuali altissime. Fra i senza lavoro ci sono colleghi con curricula di tutto rispetto.
Parliamo di qualità: essere professionisti da un ventennio è garanzia di qualità per dirigere un giornale, una radio, una web-tv? Garantisce a prescindere competenza e affidabilità? Imporre il requisito (punto 10) di aver lavorato nel solo servizio pubblico (dove non ci sono concorsi veri da decenni, ma assunzioni a chiamata diretta) è davvero giusto?
Leggeteli bene, quei requisiti: ipoteticamente Indro Montanelli e Enzo Biagi sarebbero fuori (nessuno dei due ha il requisito del punto 9).
E se il Comune di Napoli avesse voluto assumere, per assurda ipotesi, Enrico Mentana, non avrebbe potuto: il fondatore del TG5 e ideatore di Matrix ha lavorato (punto 10) anche per la tivvù commerciale.