Propaganda da ridere: il centrosinistra alle primarie

Dire subito a Umberto Ranieri che qualcuno gli si è seduto sugli occhiali? E che le immagini stilizzate così si usavano nel 1995? E poi: "elezioni primarie"? E le secondarie quanno 'e facimmo?

A Napoli dici «non c'è problema che non si possa risolvere». Manco più i riparatori di frigoriferi, lo dicono.

«Napoli è viva». Sentita davanti ad una sede di Sinistra e Libertà: «Eh, però tu nun pare tanto vivo». E vogliamo parlare dell'immagine? Ha due mani che sembrano due pale meccaniche, gliele hanno ingrandite! E il pollice che sbuca sotto?

Alt, ragazzi: chi ha sputato sangue nella O di Oddati? E la sinistra ombra al margine della foto chi è? Bassolino cu na mazza 'e scopa mmano?

Cozzolino invece le primarie le fa nelle case popolari. O nelle città Playmobil. Ah: scrive buoNAPOLItica, sperando che la gente legga buona-politica-napoli. Ma io posso leggere anche Buon APolitica ? Enigmisti sbizzarritevi.

Insomma, i colori predominanti sono questo rosso dei bei vecchi andati e questo verde speranza (o meglio, verde “qualsiasi-orientamento-tu-abbia-è-ok”). Ovviamente tutti sono il nuovo e la miglior politica della città,  nessun accenno al passato, solo futuro, futuro, futuro.

Ma il capolavoro della propaganda di centrosinistra per le primarie alle Amministrative comunali 2011  non è napoletano. È torinese:

Piero Fassino, GRAN TORINO? Ma c’è il film….E vediamo qual è la trama, del film:

Walt Kowalski (Clint Eastwood) è un reduce della guerra di Corea, di carattere burbero e spavaldo, prova una grande passione per la propria Ford Torino, modello classico del 1972, custodita in garage. Walt non mostra pudore nel manifestare il proprio sentimento anticoreano, nato durante la sua campagna in Corea, quando vide morire suoi amici per mano dei nemici.

FORD TORINO? L’auto di Starsky e Hutch? Quella che venne chiamata così in “onore” della città sede della Fiat, ma fu comunque prodotta per gli americani e negli  Stati Uniti? E ti pare il caso, con quello che sta succedendo mettere sti paragoni in mezzo? Follia!

Tra Rosa Russo Iervolino e Rosa Iervolino Russo (per un racconto della città)

Jervolino o Iervolino?  A Napoli nemmeno il nome del sindaco è tanto sicuro. Figuriamoci il resto. Sulla I o la J si discute già da tempo: problema di anagrafe, pare. Del doppio cognome,  invece, scrive bene Wikipedia:

Conosciuta anche con la trascrizione del cognome Iervolino, o col vezzeggiativo Rosetta, si è presentata alle competizioni elettorali come Rosa Iervolino Russo, con il cognome del marito. Il nome “Rosa Russo Iervolino”, pur essendo quello maggiormente usato dai media, è improprio, in quanto in Italia il cognome del marito si può posporre, ma non anteporre, al proprio.

Cosa c’entra col giornalismo e la comunicazione politico-istituzionale?
È un esempio. La prima versione “Rosa Russo Iervolino” è quella usata da tutti i giornali, le tv. Il sindaco di Napoli, preferisce la seconda, invece. Formalmente corretta. Ma quando sei conosciuto in un modo da mezzo secolo di politica che puoi fare? Non puoi imporlo a nessuno. Tranne che agli atti ufficiali. E alle persone che “controlli”.
A questo penso ogni volta che trovo un comunicato stampa del Comune di Napoli con la «Rosa Iervolino Russo» che in un battibaleno inverte i cognomi ed è pronto per finire sul giornale.

Facciamo un gioco.
Che  anzichè il modo di scrivere due cognomi, impongono una notizia. Una idea. Un racconto della città diverso da quello quotidianamente vissuto dalla gente. Che da questo racconto scompaiano le responsabilità e che si trasformino nella chiacchiera di una giornata appena passata. Una fiaba ma non nel senso semiotico del termine ‘che pure con Propp, Ivan la vacca e l’aiutante magico c’è una coerenza, una struttura nella narrazione. Una favoletta tra capo e collo, di quelle ormai abbastanza note a noi italiani. Questa è la differenza tra informazione e comunicazione istituzionale e distorsione o propaganda.

Ah, la web-tv del Comune di Napoli dice Rosa Iervolino Russo.

Web-tv del Comune di Napoli, una telepensionato con cataratta

Insomma, il Comune di Napoli ha deciso di perseverare e iniziare le trasmissioni della sua web-tv. Il Coordinamento giornalisti precari della Campania che mi vede tra i suoi fondatori, sostenitori, compagni di battaglia, ha voluto dire la sua focalizzando l’attenzione su un  particolare: a parte la redazione di dipendenti comunali, i “collaboratori” (pagati? non pagati?) della web-tv comunale saranno tutti giornalisti pensionati. Per lo più pensionati ex Rai.

Che non sia una scelta lungimirante lo si capisce dall’età media, superiore ai 65 anni (sessantacinque, sì) di speaker e cronisti di quella che è stata giustamente ribattezzata “telepensionato”. È un fenomeno, quello dei giornalisti pensionati che non mollano e si riciclano in altre imprese editoriali, destinato a crescere: la mia “generazione lavorativa” è quella che ha attraversato la grande crisi della stampa degli ultimi cinque anni, tuttavia, a Napoli, in Campania, questa crisi ha assunto contorni singolari: ci si aspettava fossero i giovani ad andare – con difficoltà – avanti ma così non è stato. Si sperava di trovare un poco di luce nelle tenebre, grazie alle nuove competenze acquisite, alla padronanza dei nuovi mezzi, magari sì affiancati da colleghi d’esperienza, pronti ad insegnare il mestiere sul campo (io sono stato fortunato, mi è capitato anche questo)  e grazie alla resistenza alla flessibilità selvaggia che ormai caratterizza la mia scalognata generazione.

Niente di tutto ciò.

È accaduto che i pensionati d’oro provenienti dalle grandi testate, cioè garantiti fino all’ultimo, usciti dalle redazioni coi ricchi “scivoli” dei prepensionamenti, ghiotti scatti d’anzianità e importanti cariche, ora pur precependo pensioni che noi potremo solo sognare, offrono la loro prestazione anche a costo zero, uccidendo un mercato già dannatamente avariato.
E qui torno alla web-tv. Possibile che superpensionati si tuffino in una avventura gratuita (così dicono) per il solo gusto d’esserci? Oppure li pagano? E allora il Comune di Napoli dovrebbe spiegare quali sono stati i criteri di scelta dei colleghi. Vi consiglio di andare a ritroso in questo blog, troverete la storia dettagliata di questa web-tv.


Addirittura c’è una richiesta di fornire foto e filmati aggratis, come il peggiore dei portali. Trattandosi dell’Amministrazione della terza città d’Italia ci si sarebbe aspettata una presa di posizione delle forze politiche. E invece, nulla. Maggioranza  (centrosinistra  ovvero Pd, Rifondazione e cespugli vari), opposizione (Pdl e fuoriusciti finiani e Udc) non hanno battuto ciglio.
Io me ne ricorderei pure, alle prossime elezioni, semmai decidessi di tornare a votare. Poi però mi viene da pensare che nemmeno il mio sindacato, l’Assostampa Campania o l’Ordine dei giornalisti della Campania, hanno battuto ciglio. Paura di infastidire i colleghi della “vecchia guardia”?

Poi però oltre quello sindacale, c’è il discorso giornalistico ed editorale.
Ecco, lì la questione è più complessa. Valutare un prodotto di altri colleghi richiede calma e tatto. Beh, mettiamoli da parte: quella tivvù è uno schifo. Non è comunicazione istituzionale, è una rappresentazione assurda della città.
Leggo da un lancio Ansa di ieri:

NAPOLI, 3 GEN – Il «Gran Ballo d’Italia di fine anno – Concerto di Capodanno 2011» sulla Web Tv del Comune di NAPOLI. Il Capodanno 2011 di Piazza del Plebiscito a NAPOLI arriva sul il web.

Beh, se questa è la rappresentazione istituzionale possibile di una città come Napoli, rappresentazione possibile grazie a fondi dell’Unione Europea (Società dell’Informazione), possiamo ben dire che sull’obiettivo della telecamera di Telepensionato, è calata la cataratta. Un intervento è sempre possibile, ma al momento non vedo nessuno farsi avanti.

La squola di giornalismo

SATIRA O REALTA’? LO SCOPRIRETE VENERDI’ 17 DICEMBRE ALLE ORE 10 ALLA LIBRERIA “EVALUNA” DI PIAZZA BELLINI
A NAPOLI!

Benvenuti nel programma della nostra Squola di giornalismo io sono il Rettore. Qualcuno l’adda pure mantenè sta barca scurdata. Per piacere posate un centinaio d’euro al volo al volo al parcheggiatore ‘e rimbetto che pure adda magnà.

Volete entrare? Vabbè.
Allora, vi illustriamo il nostro corpo docente:

Gennaro Corpo.

V’è piaciuto ‘o scherz? Ma quando mai, non ve ne andate, non vi incazzate, cara mamma, cara sposa (ah no, chella era Concetta Mobili…) : CARI GENITORI DELL’ASPIRANTE GIORNALISTA.

Picceri’ ‘ o vuo’ fa  ‘o giurnalista? Vuo’ addiventà come INTRO MONTANELLO? Che vuo’? Vuo addiventà come Corona perché almeno chil se ch… a Belen? RAGAZZINO! Sei proprio uno scostumato ma qui alla Squola ti raddrizzeremo.

Veniamo dunque al nostro programma di studi:

1. Storia del giornalismo: comm’è che prima eravamo gente buona che teneva i soldi e mo’ ce puzzamm ‘e famm? I ragazzi devono sapere!

2. Scrittura giornalistica: ‘a vuo’ sape’ scrivere na breve? E se il direttore ti manda a seguire il battesimo del figlio lo vuoi scrivere un grande pezzo con duecento foto (che farai tu?). Noi ti diciamo come fare, simm meglio ro’ Cepu!

3. Psicologia del redattore, psicopatologia del direttore: ma tu davvero nunn ‘e capito niente? Cca’ so tutti pazzi è meglio che ti abitui!

4. Storia e tecnica della marchetta: questo è il nostro fiore all’occhiello. Un pezzo sulla concessionaria che ti ha scontato la macchina? Un marchettone sulla moglie del commercialista che suona l’ukulele? Te mparamme nuje! Una volta uscito dalla nostra sQuola non distinguerai più una notizia da una marchetta. E forse t’abbusche pure qualcosa ‘e sord!

5. Etica giornalistica: teniamo tantissimo a questo corso. Questa etica sarà al centro dei nostri due anni, non temete. Alla fine della SQuola sarà debellata questa drammatica malattia che tanti problemi porta al giornalista!

6. Tecnica della raccomandazione: noi siamo all’avanguardia. Con noi vi infizzate in giornali vecchi e nuovi, trasite ‘e sicco e ve mettite ‘e chiatto!

I Laboratori: nei nostri laboratori ci stanno pure il pasticciere e il cuoco, casomai vulisseve cagnà mestiere e fare il nostro corso di COMUNICATORE MAGNA E BEVI. Nel frattempo, vi mettiamo un computer giocattolo in mano, una macchina fotografica usa e getta e dovete riempire il nostro giornale «”O NGUACCHIO». Avrete al vostro fianco dei tutor di livello:

Pascalino gattamorta: noto pregiudicato condannato a scontare ore nelle politiche sociali. Però sa contare (fino a 8).

Titina l’esaurita: moglie di giornalista che per vendicarsi del mondo farà diventare tutti come il marito Giovannone l’isterico.

Annamaria ‘o masculone: ha una mano di 3 kg. Se sbagliate a parlare v’abboffa ‘e mazzate.

I COSTI:

Cara amica, cara sposa! Per la gioia della tua casa ti offriamo il  giornalismo a prezzo di costo. Diecimilaeuro senza interessi in comode rate passerà un nostro incaricato a ritirare ogni mese (e dategli la mazzetta altrimenti se ncazza).

Che cosa vuoi più dalla vita? Un Lucano? E vattello ‘a piglia o bar ‘e rimbette che tiene pure il panorama!