Limoni geneticamente modificati (e notizie) che non lo erano

Qualche giorno fa, l’allarme: a Terzigno, lì dove c’è una battaglia tra popolazione locale e Stato per la discarica nel parco del Vesuvio, nascono limoni così:

Dopo qualche giorno, arriva la risposta, pressoché ignorata dagli stessi che avevano denunciato mutazioni genetiche tipo il pesce a tre occhi dei Simpson: non è colpa dei rifiuti, ma di un acaro, chiamato Eriophyes sheldoni. Bastava “googlarlo”.

Quindici anni di anzianità per il giornalino del Comune di Pompei

Per dirigere il giornale del Comune di Pompei occorre avere 15 anni di anzianità professionale e una non meglio «comprovata esperienza». Chi giudica quest’esperienza non si sa. Si sa solo che tutto questo casino è per buscare 1.200 euro al mese, non proprio una cifra “da direttore”. Il bando è questo. Il solito biltz d’estate. E la legge 150 sugli uffici stampa nella Pubblica Amministrazione? E i giovani disoccupati?
Secondo me Assostampa e Ordine dei giornalisti dovrebbero dire qualcosa.

AVVISO PUBBLICO

IL SINDACO

Vista la Delibera di Consiglio Comunale n. 41 del 29/04/2010 di approvazione del Regolamento del Giornale Comunale “ Pompei – Informa”

RENDE NOTO
che ai sensi dell’articolo 2 del richiamato Regolamento si deve procedere alla nomina del Direttore Responsabile del Giornale Comunale “ Pompei – Informa.
All’uopo gli interessati in possesso dei requisiti di cui all’art.2 comma 1 del Regolamento, e cioè iscritti all’Ordine dei Giornalisti della Campania e che abbiano comprovata esperienza e competenza con almeno 15 anni di iscrizione al richiamato Albo, possono presentare entro e non oltre le ore 12,00 del giorno 06/08/2010, all’Ufficio Protocollo del Comune di Pompei, la domanda di partecipazione alla selezione ritirando l’apposito modulo presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico oppure scaricandolo dal sito istituzionale dell’Ente www.comune.pompei.na.it Si precisa che il Direttore Responsabile rimarrà in carica fino al termine del mandato elettorale del Sindaco.
Inoltre ai sensi dell’art. 2 comma 2 del Regolamento al Direttore Responsabile del Giornale Comunale “ Pompei – Informa, per la collaborazione professionale, sarà corrisposto l’importo lordo mensile di € 1.200,00.

Campania Digitale sbaracca e licenzia

Chi legge questo blog sa che in più occasioni mi sono occupato di Campania Digitale, la società della Regione Campania incaricata sostanzialmente dall’allora governatore Antonio Bassolino e dai suoi fedelissimi di “veicolare e controllare” il flusso informativo che esce dalla giunta campana.

Controllare significa: produrre materiale audiovideo da impacchettare e regalare (sì, regalare) alle emittenti radiotelevisive campane, cui non par vero di non pagare giornalista e telecineoperatore. Fosse solo quello: ci sono decine di affidamenti, documentati, a Campania Digitale per siti internet, campagne di comunicazione e affini. Tutto in house. Tutto pagato dalla collettività. Ma è per risparmiare denaro, ti dicono. Sarà così?  I risultati si sono visiti? Non penso. E c’è un buon magistrato da qualche parte che controlli se e come sono stati spesi quei quattrini? Penso di sì ma  ci ritorno a breve.

La notizia di oggi è che CD ha fatto crac. Il nuovo governatore Stefano Caldoro qualche settimana fa, annullando una serie di delibere del suo predecessore ne ha stracciata anche una che finanziava le news di questa società. Morale della storia: in 7 vanno a casa, 5 giornalisti, 2 telecineoperatori.

Della necessità di trasparenza e concorsi pubblici per i posti ai giornalisti nell’Ente pubblico parlo magari in un’altra occasione. Però non ho potuto non notare una piccola cosa, il dettaglio che fa scattare la rabbia: Campania Digitale e i suoi lavoratori (tutti, ripeto, pagati da noi) ha lavorato alla regia e alle riprese del Premio Internazionale di Giornalismo Ischia.

È tutto paradossale: una pseudo società di informazione giornalistica pagata dall’ente pubblico assume 5 giornalisti (assunti non so come, a curriculum? concorso? Chiamata diretta?) e poi li licenzia. Per cosa?

Io l’idea ce l’ho: per far posto ad altri giornalisti.

E la cosa bella è che il direttore di Campania Digitale resta al suo posto. Di solito è il primo a saltare, in questo caso no. Si vede che a Palazzo Santa Lucia sulle poltrone c’è una buona colla. L’Ordine dei Giornalisti si è mobilitato, vedremo cosa accadrà

Ps: oggi ne ho scritto per  E Polis. Chiunque abbia info interessanti su questa società o su chi ne fa parte mi contatti, garantisco la tutela della fonte fino alla morte.

I manifesti impossibili del Pd Campania

Gentili amici,
ci troviamo davanti al non plus ultra della tragedia comunicativa targata Partito Democratico della Campania.
Analizziamo il manifestone-comunicato, il cui testo è stato sicuramente redatto dalle teste d’uovo Democrat campane, quei grandi comunicatori strappati ad Obama.

Oddio, consentitemi una prima disamina grafica. Volendo sintetizzare molto: fa cagare.
Cerco di argomentare il mio punto di vista.

Il carattere. : è un manifesto, no? E porca puttèna, direbbe Lino Banfi, se è un manifesto devono vederlo da lontano. Beh, io sta tragedia stampata l’ho vista, attacchinata abusivamente, manco a dirlo, in centro, a Napoli. Corpo 18? Corpo 22? Insomma, lontano due metri già non vedi più nulla.

Il colore : capisco che il rosso fa troppo comunista, il verde fa troppo Lega, l’ulivo fa troppo Prodi. Ma l’arancione che c’entra qui? Non è la testata del Riformista, nè una pubblicità della Fanta.
È un colore debole, un vorrei ma non posso, quindi lo dico con questo giocoso colore.

Per la serie: ‘A Cosentì, nun te ncazzà

Veniamo al testo:
vabbè, Economia secondo me va maiuscolo, poi non mi piacciono le virgolette inclinate e quelle “dritte” (problema di formattazione, la smettete de’ scrive con Word senza controllare? ‘Ttacci vostri).

Il capolavoro è: «…avrebbe esercitato azioni tese a condizionare giudici e ordiva trame scandalistiche per screditare i suoi stessi antagonisti politici nel Pdl, gettando ombre anche sull’attuale presidente della Regione Campania».
A parte il condizionale solo all’inizio….
A parte che ai giudici, specie d’estate gli piace tanto essere condizionati (in tribunale fa un caldo della madonna), ma mi spiegate che cazzo volevate dire?

Gettare ombre? Ma io vi getterei un vaso pieno d’acqua coi fiori pure, cazzo, ma è un manifesto, non un tortuoso articolo di una rivista settimanale politica di quart’ordine! È un manifesto del “principale partito d’opposizione italiano”. Volete scriverlo in maniera che tutti possano capire? E volete metterci una stracazzo di punteggiatura?

«inoltre Cosentino ha la delega al CIPE, un organo di primaria importanza…»
Ma è più o meno importante della cistifellea, del fegato o della guallera che ci avete gonfiato a dismisura, costringendoci a leggere tale scempio?

dulcis in fundo

«…in cui Caldoro dovrà spiegare quali decisioni prendere e se le scelte sono ancora nelle sue mani o in altre stanze».
Scelte nelle stanze? Ma è poesia pura. Dopo il cielo in una stanza, le scelte nella stanza sono degne di Gino Paoli. Oppure …ho capito: rispondete all’appello di Nanni Moretti (“dici una cosa di sinistra” e dunque alla “Stanza del figlio” si risponde con la “Stanza di Caldoro”?

Dai, ammettetelo che avete preso un testo a cazzo di cane e buttato lì. Lo spero.

PS: “Pd Campania” è la VOSTRA firma: o avete il coraggio di scriverla a corpo 52 o, per piacere, non fatelo nemmeno, il manifesto.