Campania Digitale sbaracca e licenzia

Chi legge questo blog sa che in più occasioni mi sono occupato di Campania Digitale, la società della Regione Campania incaricata sostanzialmente dall’allora governatore Antonio Bassolino e dai suoi fedelissimi di “veicolare e controllare” il flusso informativo che esce dalla giunta campana.

Controllare significa: produrre materiale audiovideo da impacchettare e regalare (sì, regalare) alle emittenti radiotelevisive campane, cui non par vero di non pagare giornalista e telecineoperatore. Fosse solo quello: ci sono decine di affidamenti, documentati, a Campania Digitale per siti internet, campagne di comunicazione e affini. Tutto in house. Tutto pagato dalla collettività. Ma è per risparmiare denaro, ti dicono. Sarà così?  I risultati si sono visiti? Non penso. E c’è un buon magistrato da qualche parte che controlli se e come sono stati spesi quei quattrini? Penso di sì ma  ci ritorno a breve.

La notizia di oggi è che CD ha fatto crac. Il nuovo governatore Stefano Caldoro qualche settimana fa, annullando una serie di delibere del suo predecessore ne ha stracciata anche una che finanziava le news di questa società. Morale della storia: in 7 vanno a casa, 5 giornalisti, 2 telecineoperatori.

Della necessità di trasparenza e concorsi pubblici per i posti ai giornalisti nell’Ente pubblico parlo magari in un’altra occasione. Però non ho potuto non notare una piccola cosa, il dettaglio che fa scattare la rabbia: Campania Digitale e i suoi lavoratori (tutti, ripeto, pagati da noi) ha lavorato alla regia e alle riprese del Premio Internazionale di Giornalismo Ischia.

È tutto paradossale: una pseudo società di informazione giornalistica pagata dall’ente pubblico assume 5 giornalisti (assunti non so come, a curriculum? concorso? Chiamata diretta?) e poi li licenzia. Per cosa?

Io l’idea ce l’ho: per far posto ad altri giornalisti.

E la cosa bella è che il direttore di Campania Digitale resta al suo posto. Di solito è il primo a saltare, in questo caso no. Si vede che a Palazzo Santa Lucia sulle poltrone c’è una buona colla. L’Ordine dei Giornalisti si è mobilitato, vedremo cosa accadrà

Ps: oggi ne ho scritto per  E Polis. Chiunque abbia info interessanti su questa società o su chi ne fa parte mi contatti, garantisco la tutela della fonte fino alla morte.

Brunetta e gli altri: i siti web istituzionali e il loro utilizzo politico

Qualche giorno fa questo blog riportava la notizia della risposta via sito web istituzionale di Renato Brunetta ad una inchiesta de L’Espresso. Ora il giro s’è allargato e la notizia è finita sui giornali. Ci si scandalizza molto,  probabilmente a ragion veduta. Però secondo me andrebbe fatta una riflessione più ampia, prescindendo dal caso Brunetta e dall’evidenza grafica con la quale è stata occupata la pagina del sito innovazione.gov. Vale a dire: il sito di un ente pubblico può o no contenere dati di natura politica? Mi spiego meglio con un esempio che mi riguarda perché a suo tempo ne scrissi a più riprese : il caso Bassolino.

Il governatore della Campania, Antonio Bassolino, ha un blog che va sotto le cosiddette “pagine del presidente” linkate alla homepage dell’Ente regione. Il blog è pagato con soldi pubblici, creato da una società in house che si chiama Campania Digitale. Ovviamente Bassolino nel blog riflette di cose personali, di politica e società, molto spesso i suoi portavoce spediscono alle agenzie comunicazioni del tipo “lo ha scritto Bassolino sul suo blog”. A quanto pare non c’è una legislazione chiara sull’argomento, trattasi di etica della politica e contenimento delle spese (il blog di Bassolino è costato non poco alla collettività e non è granché). Ecco, mi chiedo: quest’episodio non è ancor più grave?

https://www.giornalisticamente.net/blog/2009/09/12/e-mio-e-lo-gestisco-io/

Anti-camorra da appaltare (a Campania Digitale)

L’anti-camorra sarà sì un valore. Ma di questi tempi è diventato anche un bel borsellino pieno pieno di quattrini. O almeno così mi è sembrato, leggendo e scrivendo del nuovo affidamento della Regione Campania alla società Campania digitale, già Talete (sì, quella che gestisce  il blog di Antonio Bassolino, che gestirà il sito del turismo di Claudio Velardi,  che riprende con telecamere ogni passo di ‘o governatore). I più attenti ricorderanno che me ne sono occupato spesso.

Qual è la novità odierna? E’ la vagonata di denaro che arriverà a Campania digitale per amministrare politiche anti-camorra dell’Ente Regione. Ovviamente nulla di illecito. Però qualche domanda bisognerebbe porsela: è giusto affidare certe cose così delicate ad una società regionale? Ad un realtà, a comunicatori, esperti e tecnici non certo entrati per concorso in Regione, bensì per cooptazione e comunque per chiamata diretta? Per occuparsi di anti-camorra bisognerebbe essere, secondo me, al di sopra di ogni sospetto. E secondo me bisognerebbe evitare di spendere tutti questi quattrini per la giornata contro le mafie di marzo. Si tratta di uno spreco, investiteli in qualcosa di veramente incisivo. Fatevi voi un’idea: qui c’è il il mio il mio pezzo per Il Napoli – EPolis, qui c’è la delibera di giunta regionale.


Turismo: web da 3,5 milioni di euro alla Regione Campania

Chi conosce la storia di questo blog, sa anche della mia passione per le attività di Campania Digitale, già Talete Campania Digitale, società in house della Regione Campania. Scartabellando  da queste parti trovate una vecchia (ma ancora ahimè attuale) inchiesta sulla sprecopoli dei siti web istituzionali.

Ora, la Regione Campania ci riprova: 3,5 milioni di euro per il nuovo sito internet del Turismo.
Puntuale, il mio pezzo per E Polis e la nuova delibera di giunta.
Casomai qualcuno avesse situazioni del genere sottomano a Napoli e dintorni, beh, siamo qui. 🙂

La solitudine del cronista

giornalista-italiano

Il cronista è solo.

Il clima non è più lo stesso e non non ci vuole il servizio meteo dell’aeronautica per capirlo.
Un giornalista lo sa, lo capisce o almeno dovrebbe intuirlo.

Lo si capisce osservando la varia umanità che sale lo scalone monumentale di Palazzo Reale per andare alla conferenza stampa di Berlusconi. E sia chiaro, non parlo da anti-berlusconiano, anzi. Non sono mai stato così poco “anti” in tutta la mia vita e non è colpa mia. Entra il premier, si alzano i militari in prima fila. E appresso a loro si alzano pure i giornalisti! Non tutti, ovviamente. Uno dice: «Fortunatamente non siamo ancora costretti a farlo». Io mi sarei alzato volentieri, penso. Meglio alzarsi davanti ad un potente, che inchinarsi, no? E il senso di solitudine aumenta.
Domande? dice.
Si alza uno per parlare: Complimenti al presidente è stato lui a togliere la spazzatura da Napoli! Dico cazzo, ma fanno entrare gli iscritti a Forza Italia in una conferenza stampa del Consiglio dei ministri. Più  o meno: è il direttore di un piccolopiccolo giornale, non ricordo il nome. Berlusconi ringrazia, imbarazzato egli stesso. Il sovrano taumaturgo, come l’ha chiamato Paolo Macry sul Corriere, non è mai stato così sicuro a di sè a Napoli, dove dal 1993 c’è Antonio Bassolino. Lo stesso Bassolino che ieri si inchinava a cotanta potenza in una conferenza stampa orchestrata un’ora prima dell’inizio di quella di Berlusconi.

Il senso di solitudine aumenta, se penso che da quando ho scritto di Talete-Campania Digitale non vengo più invitato alle conferenze del governatore, mi deciderò presto a chiedere un intervento del sindacato. Forse.

Ribadisco, il giornalista è solo e non perchè Berlusconi e Bassolino siano cattivi. Lo avverti quando in Consiglio comunale vieni accolto con rabbia e acredine solo perché gli hai fatto un culo così, dicendo che sì, dirigenti, consiglieri e portaborse spendono troppo e la stessa sede consiliare, costata 35 milioni di euro era ed è una spesa inutile. Ti guardano in faccia e aspettano il momento giusto per sputarti in faccia o cercare di limitare quella libertà di movimenti, di domande, di fastidiosità che è propria del cronista col dovere di andare fino in fondo alle  cose. E nessuno, cazzo, ha detto che il giornalista dev’essere simpatico. Come diceva don Lorenzo Milani dei preti: «Nessuno ha detto che il prete dev’essere simpatico. Altrimenti a Gesù o non è riuscito o non è importato».

Il giornalista sta da solo e non solo perché queste leggi vorrebbero imporci di non dar più notizie, ma perché pure le comunità locali per le quali molti di noi si spendono quotidianamente, si rivoltano contro il cronista. Scrivi delle “donne in lutto” di Chiaiano qualcuna di loro ti insulta. Scrivi delle violenze che accadono a Chiaiano, delle bottiglie incendiarie? E qualcuno sussurra che sei un prezzolato di merda, che sei la casta della casta. A saperlo, che abbiamo il contratto di lavoro “più scaduto” d’Italia, che il 25 luglio prossimo a Napoli dovremo scendere in piazza contro il disegno di legge del governo sulle intercettazioni. A saperlo, che uno macina chilometri e batte furioso sulla tastiera mentre l’orologio segna sempre e solo l’ora di chiusura. Ma il clima è cambiato, ovunque. E non bisogna essere l’erede di Bernacca per capirlo.