Casalesi, champagne (un cin-cin con Sandokan)

Qualche anno fa (molti, va) andavo in bus da studente, a Roma, per una manifestazione anticamorra. Con noi, i giovani organizzati, gli “Studenti contro la camorra“. E il loro leader, Francesco Emilio Borrelli. Lui poi dopo aver fatto lo studente organizzato superiore e lo studente organizzato universitario ha fatto carriera nelle file dei Verdi. Ora è assessore alla Provincia di Napoli, un ente pieno di sorprese, come la fabbrica di Willy Wonka.

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Il secondo Saviano (ovvero Roberto II, la vendetta)

Robertissimo Saviano dopo Gomorra prepara il suo secondo tomo (veramente è il terzo, se contiamo il libello pubblicato con il Corriere della Sera). Oggi un cattivissimo Dagospia viene ripreso (ma con toni decisamente più soft ed entusiastici) dal Corriere del Mezzogiorno. Dago lo riproduco qui “tanto loro sono rock e non s’incazzano”, direbbe quel bell’uomo di Gianni Solla. Per il Cormezz, ecco il link. Seguono repliche e controrepliche.

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Cronache dall’inferno rifiuti

Il profeta in patria è un fesso, si sa. Specie se giornalista: pronunciare la fatidica frase “l’avevo detto” dovrebbe essere vietato per legge. Tuttavia, che la situazione nelle cave di Chiaiano, periferia Nord di Napoli, rappresentasse un pentolone a pressione pronto ad esplodere lo sapevano tutti.
Non troverete Chiaiano e le sue otto cave di tufo in libri sulla camorra o in altre pseudo-bibbie sui rifiuti uscite in questi giorni (per com’è scritto salvo solo “Monnezzopoli” di Paolo Chiariello). La storia di Chiaiano è la storia di mille colpe. Il “Parco metropolitano delle Colline” non ha fatto nulla per tutelare quell’area prima che si abbattesse l’emergenza rifiuti. I direttori sanitari dei 5 ospedali che sono ad un tiro di schioppo (Cotugno, Monaldi, Cardarelli, Pascale, Policlinico II) hanno firmato un documento in cui dicono che la monnezza a Chiaiano non è un problema per loro. Il Comune di Napoli che da 2 mesi ha approvato un piano raccolta differenziata e non ha fatto nulla – dico nulla – per attuarlo nemmeno in un solo condominio di Napoli ora cala la testa e dice “s’adda fa”. La regione di Antonio Bassolino? Non scherziamo. L’assessore ex Greenpeace Walter Ganapini forse ha capito di essere stato incaricato solo per dare parvenza di cambiamento. Non ha fatto e non farà nulla. E, scusate lo sfogo, ma oggi è il mio primo giorno di festa dopo una settimana infernale, sono da un’altra parte della Campania, sono vicino a Serre, lì dove probabilmente esploderà un’altra rivolta contro l’ennesima discarica inserita nel nuovo decreto del governo Berlusconi. Tira aria di rivolta pure qui.

Chi è interessato alla vicenda spazzatura legga il decreto-legge. C’è tutto quel che Napoli avrebbe dovuto fare. Quindici anni fa. Ovvero: darsi un pizzico sulla pancia e aprire qualche discarica, darsi un altro pizzico e fare il termovalorizzatore. Non è stato fatto e ora si finisce col riempire di spazzatura l’unica zona verde e agricola di Napoli capoluogo, ovvero Chiaiano. Non per aizzare nessuno: qui c’è la relazione di Franco Ortolani che è un geologo abbastanza conosciuto. Bisogna leggerla con attenzione, scevri da ogni ideologismo. In definitiva dice che si mette la munnezza a Chiaiano si inquina l’acqua. Già, ma dove va messa? Non si sa. A Serre, di fronte all’oasi del Wwf c’è una discarica che è in funzione da due anni. Vogliono allargarla e aprirne un’altra. Alla faccia di una zona finora incontaminata.

Cosa si impara da questo? Che le allora piccole discariche, che gli allora piccoli impianti, dovevano essere aperti 15 anni fa. Ora tutto si è ingigantito. E con i giganti non si scherza, schiacciano e portano un fardello di interessi ancor più grande.

Ponticelli la rossa e i rom

Passi che qualcuno, non napoletano, giustamente si scandalizzi. Ma conoscendo un poco la città, non vedo nulla di particolarmente nuovo nel manifesto anti-rom del Partito democratico di Ponticelli. Al di là dei “politici” che coraggiosamente fanno finta di rivendicare la paternità del gesto (ma il nome sul manifesto non l’avevano messo), ci sarebbe qualcosa da dire su Ponticelli.

Oggi ho sentito al Tg1 Roberto Saviano dire che nella protesta e nei raid incendiari contro gli accampamenti nomadi a Napoli Est non c’entra la camorra, organizzazione che va solo dove ci sono i soldi. Beh, a parte che i fatti non dicono così e che ci sarebbe da dire tanto su dove e perchè va la camorra, la domanda è: come mai fa “gola” una periferia degradata, brutta e dimenticata?
Il motivo è che Ponticelli è una terra che vale oro.
Lì – entro agosto – andranno costruiti gli alloggi del Pru, Piano di recupero urbano. A Ponticelli sorgeranno centri commerciali, una grande arena per spettacoli e concerti. E ditemi un poco, cosa c’è di meglio del mattone, per muovere interessi? Al momento non ho motivo di dubitare delle operazioni edilizie su quell’area. Ma se è vero com’è vero che la camorra si muove quando c’è interesse (lo dice Saviano oh) allora quale migliore interesse che costruire, case, negozi, ipermercati?

I piddini che si sono lasciati scappare quel manifesto non fanno mea culpa. Mi aspetterei da Walter Veltroni una presa di posizione forte, una indagine interna sull’accaduto. Ma putroppo non penso che accadrà. Del resto, grazie a Bassolino, alla nullafacenza dei tanti ex Ds del triangolo rosso di Ponticelli, San Giovanni a Teduccio, Barra (ricordate il recupero del “Bronx”, la Città dei Bambini”, lo Sferisterio?) quell’area è praticamente finita al centrodestra*. Dal punto di vista politico “tradizionale”, s’intende. No perché lì l’antistato per eccellenza, la camorra, governa a pieno titolo. Non a caso il boss storico, Ciro Sarno, era soprannominato ‘o sindaco.

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Chiaiano, un reportage

Raccontare il perché dell’assurdità di un’altra discarica in Campania ai lettori non napoletani significa necessariamente argomentare il doppio del consueto. Perchè la giusta, legittima domanda che la gente si fa fuori Campania è “possibile che dite sempre no? No all’inceneritore, no alle discariche…”. Un atteggiamento su cui molto ha influito la scomparsa politica di Verdi e sinistra radicale: ormai è opinione comune che essere “contro” qualcosa con la motivazione “fa male all’ambiente, fa male alla salute” non è più di moda.
Io c’ho provato, oggi, carte alla mano: ecco la prima e la seconda pagina del reportage su Chiaiano uscito sui quotidiani del gruppo EPolis.