Tg1 sei tu. Però ti ci vuole un pool di avvocati

La mia passione per il Gianni Riotta giornalista e scrittore è ampiamente dimostrata in questo blog. Però l’iniziativa “Tg1 sei tu“, ovvero l’invio dei filmati amatoriali al sito web della redazione del Telegiornale dell’ammiraglia Rai, non può non sconcertare.  Lasciando stare quel che pensa Michele Serra («…il pane lo fanno i panettieri, i violini i liutai e  il telegiornale i giornalisti…» ma che mondo triste di scompartimenti stagni…), l’iniziativa Rai è particolarmente ostica.

Esempio: ho un filmatino interessante, voglio cederlo al tiggì. Apriti cielo. Devo compilare questa allucinante liberatoria. Leggiamo qualche passo saliente.
Io sottoscritto bla bla bla… poi la cessione del filmato.
1. a RAINET S.p.A. non in esclusiva , anche ai sensi e per gli effetti del Decreto legislativo 30 giugno 2003 n. 196 (c.d. Codice della privacy), il diritto, ma non l’obbligo, di sfruttare e consentire di sfruttare, attraverso ogni tipo, modo, mezzo e sistema di utilizzazione attualmente conosciuti (a mero titolo esemplificativo, TV – terrestre, satellitare, cavo -, radio, internet – downloading, streaming -, sistemi analogici e/o digitali – DVB-T, DVB-H, DVB-X, ecc. -, on line e off line, telefonia fissa e mobile – UMTS, GPRS, HSDPA, etc.) o che verranno inventati in futuro, in qualsiasi forma (codificata o non, free o pay), il/i Filmato/i in tutto o in parte, anche rieditandolo/i a discrezione di RAINET S.p.A.

Cioè io vado a cedere un filmatino al Tg1 e mi trovo a cederlo anche su piattaforme Umts o eventuali marchingegni “che verranno inventati in futuro?”. Azz e menomale che non era in esclusiva. E fin qui, uno può anche accettare. È la tecnologia, bellezza.

poi la famigerata clausola di manleva: Il/La sottoscritto/a terrà indenne RAINET S.p.A., e le società del Gruppo RAI da qualsiasi pretesa le venga mossa in merito a tutto quanto precede ed agli usi che RAINET S.p.A. e suoi aventi causa faranno del/i Filmato/i in ottemperanza a quanto sopra, manlevando RAINET S.p.A. e le società del Gruppo RAI da qualsiasi azione o pretesa che possa essere mossa o avanzata da terzi, anche per l’esercizio dell’azione in giudizio ove ciò costituisca un fatto reato.

Non sono un avvocato e capisco poco di legge, ma vale a dire: una volta che l’hai ceduto, pure se è un filmatino scomodo e pericoloso noi lo mandiamo in onda tanto sono fatti tuoi? Mica rassicurante, come cosa. E ancora:

Accetto e acconsento, che il/ Filmato/i e/o i programmi nei quali sarà/saranno inseriti e/o tutto ciò che potrebbe essere realizzato con tutto o parte dello/degli stesso/i, potrà essere veicolo di pubblicità e sarà interrotto da spot pubblicitari e riconosco il diritto di RAINET S.p.A., e delle società del Gruppo RAI di effettuare il più ampio sfruttamento pubblicitario degli stessi nelle forme dalle stesse decise.

Cioè fatene ciò che volete, guadagnateci pure. Ah e ovviamente a me manco un quattrino perché l’ho ceduto gratis. Al massimo, se arriva qualche grana giudiziaria, mandatemela pure. Nelle tre paginette di cessione, liberatoria e manleva (che vanno inviate via fax, alla faccia della potenza del web…) mai un cenno all’obbligo da parte di Mamma Rai di citare gli autori dei filmati. Anche se devo dire che il Tg1 targato Riotta è stato sempre molto corretto in tal senso.
Insomma, decidetevi, cari amici della Rai: Barack Obama fa gli auguri con un video diffuso via internet e supporta la Creative commons, voi invece trattate il web come una vacca da mungere senza manco un grazie. Poi non lamentatevi se uno decide di fregarsene e uploadare il suo filmatino su Youtube.

Chi vuol essere americano? Come entrare negli Usa…

Certo, ci sarà pure Barack Obama, ma gli Stati Uniti per noi altri saranno comunque più lontani. O quanto meno, più difficili da raggiungere: dal 12 gennaio per ottenere il visto affari o turismo di 90 giorni per recarsi negli Usa  bisognerà richiedere un’autorizzazione al viaggio via web. Il sito cui fare riferimento è quello della Esta. La cosa spassosissima sono le domande – disponibili anche in italiano – cui bisogna rispondere, versione web del celebre “questionario” già noto a chi è andato negli States. Curiosità: bisogna indicare la compagnia area con la quale si viaggia; c’è l’Alitalia, di Cai nessuna traccia. La sanno lunga, gli americani.

Insomma, ecco le domande.

A) Ha mai sofferto di malattie contagiose? Di disturbi fisici o mentali? Ha mai fatto abuso di droghe o è stato mai tossicodipendente?
B) È stato mai arrestato o condannato per aver commesso un’infrazione o un reato di depravazione morale, o per una violazione relativa a sostanze stupefacenti? È stato mai arrestato o condannato per due o più reati diversi, per i quali la durata dell’arresto totale è equivalsa a cinque o più anni? Oppure è stato mai coinvolto nel traffico di stupefacenti? Oppure sta cercando di entrare negli Stati Uniti per partecipare ad attività immorali o criminali?
C) È stato in passato, o è ora, coinvolto in attività di spionaggio o sabotaggio, o in azioni terroristiche? O in genocidio? Oppure, tra il 1933 e il 1945 è stato coinvolto, in alcun modo, nelle persecuzioni intraprese dalla Germania nazista o dai suoi alleati?
D) Sta cercando lavoro negli Stati Uniti? Oppure è stato mai escluso o deportato dagli Stati Uniti? Oppure è stato in passato rimosso dagli Stati Uniti o ha ottenuto, o cercato di ottenere, un visto o un ingresso negli Stati Uniti tramite frode o dichiarazione falsa?
E) Ha mai trattenuto o detenuto un minore, sottraendolo alla custodia di un cittadino statunitense al quale il bambino era stato affidato legalmente?

Dai la cera, togli la cera

Altro che Obama: qui rifanno Karatè Kid con un ragazzino di colore, il figlio di Will Smith. Ma Smith fino qualche mese fa non faceva “Il principe di Bel Air”? No? Sono dunque vecchio?

E poi: chi farà il maestro Miyagi, visto che il mitico Pat Morita è andato all’altro mondo?
E ancora: quando diranno al bimbo «dài la cera, togli la cera» il maestro sarà accusato di schiavismo e razzismo?