Giornalisti delle agenzie: nella caldaia delle notizie

René Naba, giornalista e scrittore, su Acrimed ha pubblicato una storia appassionata e appassionante che ripercorre la figura del giornalista dell’agenzia di stampa, definito “fuochista” dell’informazione, insomma colui che alimenta la caldaia del gigantesco meccanismo. Grazie agli amici di Lsdi abbiamo la traduzione integrale di questo bel pezzo.

Il lavoro del giornalista di agenzia, invariabilmente, si scompone secondo un rituale immutabile: come una partitura in tre tempi, l’entrata in scena diventa crescendo, i fatti, la descrizione dei fatti allo stato grezzo, poi la messa in prospettiva, ‘’la contestualizzazione’’, secondo il gergo di oggi, e quindi la chiarificazione, che a volte scivola nell’analisi politica.
Controllore solitario, il suo lavoro è ritmato dai fusi e dalle costrizioni orari e il suo lessico a volte sa di linguaggio guerresco: Deadline, la soglia imperativa oltre la quale un servizio è decretato inutile e quindi trasformato in ‘’spazzatura’’. Incubo dei giornalisti in crisi di informazioni o dipendenti dall’ aleatorietà delle trasmissioni, la deadline equivale a una morte subita.

Giornalismo a servizio

Qualche giorno fa ho scritto un pezzullo su una cosa che m’ha molto molto colpito. Trattasi di un bando di gara del Consiglio della Regione Campania, per la fornitura di prestazioni di agenzie di stampa: 200mila euro diviso quattro.

Fin qui tutto ok, ma ravanando nel capitolato speciale d’appalto, un paio di articoli attirano la mia attenzione:

L’agenzia aggiudicataria dovrà garantire:
a) L’elaborazione e redazione delle notizie giornalistiche relative alle attività del Consiglio Regionale della Campania;
b) La rapida pubblicazione delle notizie relative al Consiglio Regionale della Campania sui notiziari nazionali e regionali di agenzia;
c) La rapida pubblicazione dei comunicati stampa prodotti dall’ufficio stampa e dalle altre strutture del Consiglio Regionale della Campania sui notiziari nazionali e regionali di agenzia entro e non oltre le due ore dalla diramazione di tali comunicati;
d) L’invio di un redattore in occasione delle attività del Consiglio Regionale della Campania;
e) L’invio di un redattore in occasione di iniziative e attività del Consiglio Regionale della Campania in sedi diverse da quelle regionali;

Ma come: entro 2 ore il comunicato “in rete” e l’obbligo di seguire tutto? Ma il Consiglio regionale della Campania ha bisogno di accedere a news o paga una – anzi 4! – strutture per alimentare il can can mediatico sulla Regione Campania? Secondo me questo bando lede ogni principio deontologico in merito alla libera scelta della struttura giornalistica di stabilire se una cosa “è” o meno una notizia.

Cos’accadrà, al collega che lavora per una delle agenzie vincitrici della gara? Chi sarà il suo editore, l’agenzia stessa o il parlamentino regionale campano?