I giornalisti juke-box della Regione Campania: deontologia e soldi

Nel nuovo testo dell’Ordine nazionale dei Giornalisti sulla deontologia professionale,  uno degli elementi che si vuole mettere in rilievo è la separazione tra giornalismo e diffusione delle notizie sulla base di un contratto. Ecco cosa si legge sul dettagliato documento dell’Odg nazionale:

Occorre trasparenza sulle tante convenzioni in essere fra enti pubblici e agenzie di informazione. Non è uno scandalo, ma è necessario che l’agenzia che riporta integralmente e in tempo reale la dichiarazione del consigliere regionale “x” lo dichiari, e che la notizia abbia un distinguo tale da far comprendere che non si tratta di notizia, bensì di dichiarazione trasmessa in base alla convenzione in essere.

Parole sagge e sacrosante.  Poi però tra le parole e quello che sottotraccia succede sui territori c’è di mezzo il solito mare magnum di sotterfugi. Accade, ad esempio, che alla Regione Campania fresca di elezioni, compaia uno strano bando di gara. Si parla di 80mila euro per un anno di lavoro di 4 agenzie di stampa (20mila ognuna, dunque). E fin qui bene, benissimo: viene perfino scomodata la legge 150/2000 sulla comunicazione nella Pubblica Amministrazione. A leggere attentamente il bando,c’è però qualcosa che non va:

Al fine di garantire il pluralismo dell’informazione, l’appalto sarà aggiudicato a n. 4 diverse Agenzie di stampa.

Le agenzie aggiudicatarie dovranno garantire:

  • a. ampia divulgazione dell’attività istituzionale della Giunta, attraverso la messa in rete nei flussi d’agenzia nazionale dei comunicati stampa prodotti dal Settore Stampa e dalle altre strutture della Giunta Regionale della Campania entro e non oltre le due ore dalla diramazione di tali comunicati;
  • b. su indicazione del Settore Stampa, l’invio di un redattore per seguire la presentazione di iniziative e attività della Giunta Regionale della Campania, o di suoi componenti, sia presso sedi regionali sia presso sedi diverse;
  • c. consultazione dei flussi di agenzia nazionale mediante n. 5 utenze a disposizione dei soggetti cheverranno indicati dal Settore stampa;
  • d. l’accesso ai notiziari di agenzia dovrà avvenire attraverso il sistema informativo attualmente in uso presso la Giunta regionale (MNB), che avrà comunque l’opportunità di richiedere modalità di consultazioni diverse per le utenze attivate
  • e. costituisce elemento preferenziale la pubblicazione delle notizie della Giunta, oltre che nei flussi d’agenzia, anche tramite canali diversi quali siti internet, newsletter, piattaforme mobile, sms, etc

Insomma: il giornalista che segue – per conto di queste “agenzie”  – le attività del governatore e degli assessori della giunta regionale della Campania dovrà essere una sorta di juke-box, per il quale cade la libertà della valutazione dei fatti “notiziabili”. Deve seguire tutto, pedissequamente, senza discutere e non certo per una valutazione giornalistica, bensì perché gli viene ordinato dal suo “editore istituzionale”: la Regione Campania. Quale libertà, quale autonomia potrà avere un ufficio di corrispondenza di agenzia (ricordo che l’agenzia di stampa è una fonte primaria cui i giornalisti attingono) simile?

E ancora: nel bando non è indicato se dovranno essere professionisti o pincopallini qualunque i redattori chiamati a seguire la Regione, nè una dotazione minima di personale da garantire. Lo si fa con i servizi di pulizie e con l’edilizia, ma evidentemente l’informazione vale molto meno.

Che fare? Io la mia parte l’ho fatta scrivendone su E Polis. L’altra parte la faccio spedendo tutto a Ordine e Associazione della Stampa.