Scacchi e compleanni

Trentadue sono i quadrati sulla scacchiera. Trentadue quelli bianchi, Trentadue quelli neri. Trentadue i pezzi neri e i pezzi bianchi. All’inizio del gioco. Dunque, trentadue è l’inizio di un gioco.
Sono nato sotto il segno dei Pesci, l’anno in cui chiuse Carosello, il giorno in cui Diego Armando Maradona esordì nella nazionale Argentina.
Queste cose le ho scoperte tutte su internet. Cercando “32 anni” oggi, su Google, trovo un paio di suicidi, un morto sul lavoro, qualche giovane politico candidato e perfino una «giovane moldava referenziata». Dovessi definire i miei coetanei, mi troverei in enorme difficoltà: siamo i figli dei cartoni animati e delle sit-com, nati incendiari e diventati pompieri così rapidamente che in una mano c’è rimasta la molotov, nell’altra la cannola dell’acqua.

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La grande cosa dei miei  anni è stata Internet. Faccio parte dell’ultima generazione che ha chiamato a casa degli amici di scuola preparandosi il «prontocasaEspositoc’èGennaroperpiaceresonoCirograzie»; l’ultima che conosce-ricorda vagamente le cose in bianco e nero, ma anche  il Commodore 64 e i 16 colori del Pc. E pure  il latte della Centrale di corso Malta, distribuito in quelle belle confezioni giallorosse con la cannuccia insieme a chissà quante altre sciocchezze che ora vengono celebrate in un gruppo su Facebook, manco fossero il primo passo dell’uomo sulla Luna.
I bilanci son fatti così: pensi di poter tirare le somme in un dato giorno, magari di sera, come si fa coi conti dell’osteria. E invece si tirano giorno per giorno, si vedono nelle cose che fai, in quello che dici, in quello che sei per gli altri ma soprattutto che sei per te stesso. Non è per filosofeggiare eh.
Però mi ricordo da sempre che volevo scrivere. Sto imparando ancora a farlo, quindi ho ben motivo di festeggiare anche di questo, associandolo ad uno dei più bei momenti cinematografici mai visti, una cosa che così com’è oggi mi rappresenta in pieno.

Per il resto,  grazie di mail e auguri d’ogni tipo (questo è stato anche il  mio primo compleanno nell’era di Facebook) e perdonate il ringraziamento “collettivo”, ma  almeno oggi sono unplugged.