Le parole sono un mezzo molto sopravvalutato. Ma questo abbiamo

Il disegno è del vignettista Plantu

Il disegno è del vignettista Plantu

Le parole sono un mezzo molto sopravvalutato. Ma questo abbiamo.
E il pensiero va alle piazzette nord europee di sera, alla birra, al francese che scivola dentro le altre lingue, all’Africa che non è più solo Africa ma un pezzo di noi. All’aeroporto di Bruxelles con gli amici che vanno e tornano dal Parlamento Europeo. A quel senso di quiete al centro del Vecchio Continente; forse pure troppa quiete diceva qualcuno e infatti puntualmente è arrivata la storia a sconquassare e dirci che i terremoti arrivano all’improvviso e sotto i nostri piedi. Io ho iniziato a viaggiare tardi per pigrizia e mancanza di possibilità; quando ho iniziato  e solo allora ho capito che vita è la varietà e che la bellezza è la pace della comprensione tra persone di etnia, religione e cultura diversa. La scuola e la convinzione politica non mi avevano preparato alla comprensione dell’altro; il viaggio, solo il viaggio me lo ha permesso.

E ci vogliono togliere quello, la possibilità di intenderci guardandoci faccia a faccia e capire che tutto è superabile e Dio o Maometto di certo non tentano di mettersi in mezzo a un libero dialogo. Se stiamo da soli nelle nostre quattro mura, tutto diventa potenzialmente nemico. E moltiplicando il tutto si ottiene la paura.

 

Mare nostro che non sei nei cieli e abbracci i confini dell’isola e del mondo

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Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola e del mondo
sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale.
Accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde,
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino
con la pesca dei naufraghi salvati.
Mare nostro che non sei nei cieli
all’alba sei il colore del frumento
al tramonto dell’uva di vendemmia,
ti abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste.
Mare nostro che non sei nei cieli
tu sei più giusto della terraferma,
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le riabbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le visite cadute
come foglie sul viale
fai da autunno per loro,
da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte
di madre e padre prima di partire.

Erri De Luca

Il concetto di amicizia e il parametro Harrods

Quando sono in viaggio per svago mi piace – come a molti penso – stare in giro, camminare e guardare, ascoltare le parole in una lingua che non è mia (mi piaceva anche molto mangiare, un tempo). E così finisce che l’albergo lo uso solo per dormire.
Ricordo che una volta a Londra finii ai grandi magazzini Harrods e una birra qui, una costosa acqua gassata lì, ecco, dovevo proprio pisciare. Andai nei lussuosi bagni di Harrods. Non so se vi sono mai capitati i cessi dei luoghi pubblici a Londra, a me fino a quel momento era sempre andata male. Una volta in aeroporto sempre per quel fatto di tracannare litri d’acqua mi trovai tipo una specie di Bin Laden seduto sulla tazza, con la porta aperta. Era la prima volta a Londra e, devo dire, non fu un bell’impatto.

Insomma, andai nella toilette di Harrods e c’era un inserviente, vestito bene, un usciere dei cessi serio e dignitoso. Mi salutò con un cenno del capo prima di entrare “in cabina”. Io entrai, feci quello che dovevo fare e uscii. Una volta fuori lui mi fece un altro cenno di approvazione con la testa. Andai a lavarmi le mani e lui mi indicò dov’era il sapone e dove potermele asciugare. Feci quello che dovevo fare, lui annuì di nuovo (lo faceva a tutti, non è che gli ero particolarmente simpatico) e poi, il tocco di genio. Aveva un flaconcino di profumo e mi chiese se gradivo un poco di questo profumo sulle mani. Così l’usciere dei cessi mi spruzzò la delicata essenza e poi, prima di congedarmi, mi saluto con un «Have a good day».

Ripensandoci, al ritorno in Italia, realizzai che l’usciere del cesso di Harrods aveva fatto molto più di quanto tanti presunti amici avevano fatto per me in tutta la loro vita.
E così da allora applico il parametro Harrods all’amicizia: se ha fatto meno dell’usciere dei cessi, beh, non puoi definirlo proprio tuo amico.

Bing, Wolfram Alpha, il 42 e la answer to life the universe and everything

Google ci ha pensato da tempo, Bing invece alla answer to life the universe and everything risponde in maniera piuttosto banale, da semplice motore di ricerca:

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Wolfram Alpha, invece è perfetto: