Nuova puntata della vicenda che è capitata all’inviato de La Stampa, ovvero di vedersi rifiutato l’accesso all’aereo della Farnesina diretto nei Balcani su ordine del ministro Massimo D’Alema.
Ecco la dichiarazione del vicepremier-velista, piuttosto nervosetto.
(AGI) – Roma, 20 giugno – “La reazione e’ stata spropositata. Ma quale liberta’ di stampa? Cosa c’entra la liberta’ di stampa con il fatto che si viaggia gratis? Noi non abbiamo intaccato nessun diritto, semmai quello di concedere un passaggio aereo ai giornalisti e’ una cortesia”. Il vicepremier, Massimo D’Alema torna cosi’ sulla polemica con il quotidiano ‘La Stampa’ dopo l’esclusione di un giornalista della testata dal volo al seguito del ministro degli Esteri. “Noi, cosa che succede solo in Italia – ha aggiunto – diamo la possibilita’ alle testate, anche quelle che potrebbero finanziarsi un viaggio del genere, di far viaggiare con noi i loro giornalisti. Diamo loro anche la possibilita’ di risparmiare – ha aggiunto sarcastico – cosi’ si riducono i costi del giornalismo e i giornalisti possono dedicarsi ai costi della politica…”. “Si e’ reagito come se fosse stato intaccato un diritto, uno dell’Ordine dei giornalisti ha addirittura parlato di attacco alla liberta’ di stampa. Ma stiamo scherzando? Noi siamo l’unico paese che usa questa cortesia, ospitando a turno le testate. Le principali testate vengono piu’ di frequente, le altre una volta ogni tanto. E non si usa nessun criterio politico ma la rotazione, il giornalista dell’Unita’ l’abbiamo invitato pochissime volte ad esempio. Vorra’ dire che la prossima volta faremo un sorteggio”. “E comunque – ha concluso – ‘La Stampa’ – e’ tra i piu’ favoriti e ha fatto con noi il 90 per cento delle missioni”. (AGI)
La replica dell’Odg: L’Onorevole ministro Massimo D’Alema, le cortesie se le può tenere. Un uomo di Governo deve applicare regole che valgano per tutti e soprattutto che non danneggino nessuno. Se la consuetudine – unica l’Italia! – consentiva di ospitare i giornalisti sugli aerei, doveva continuare; se si decide di cambiare – allineandosi al resto del pianeta – le modifiche devono riguardare tutti e non selettivamente “ad escludendum”.
Non è una parola grossa: atteggiamenti come questo incidono, e gravemente, sul lavoro dei giornalisti e quindi direttamente sulla libertà di stampa.
Piccola nota a margine: non mi pare che solo in Italia si usi dare il passaggio ai giornalisti. Anche negli Usa capita, e capita pure col Presidente. E capita pure col Papa, mi pare.