I manifesti impossibili del Pd Campania

Gentili amici,
ci troviamo davanti al non plus ultra della tragedia comunicativa targata Partito Democratico della Campania.
Analizziamo il manifestone-comunicato, il cui testo è stato sicuramente redatto dalle teste d’uovo Democrat campane, quei grandi comunicatori strappati ad Obama.

Oddio, consentitemi una prima disamina grafica. Volendo sintetizzare molto: fa cagare.
Cerco di argomentare il mio punto di vista.

Il carattere. : è un manifesto, no? E porca puttèna, direbbe Lino Banfi, se è un manifesto devono vederlo da lontano. Beh, io sta tragedia stampata l’ho vista, attacchinata abusivamente, manco a dirlo, in centro, a Napoli. Corpo 18? Corpo 22? Insomma, lontano due metri già non vedi più nulla.

Il colore : capisco che il rosso fa troppo comunista, il verde fa troppo Lega, l’ulivo fa troppo Prodi. Ma l’arancione che c’entra qui? Non è la testata del Riformista, nè una pubblicità della Fanta.
È un colore debole, un vorrei ma non posso, quindi lo dico con questo giocoso colore.

Per la serie: ‘A Cosentì, nun te ncazzà

Veniamo al testo:
vabbè, Economia secondo me va maiuscolo, poi non mi piacciono le virgolette inclinate e quelle “dritte” (problema di formattazione, la smettete de’ scrive con Word senza controllare? ‘Ttacci vostri).

Il capolavoro è: «…avrebbe esercitato azioni tese a condizionare giudici e ordiva trame scandalistiche per screditare i suoi stessi antagonisti politici nel Pdl, gettando ombre anche sull’attuale presidente della Regione Campania».
A parte il condizionale solo all’inizio….
A parte che ai giudici, specie d’estate gli piace tanto essere condizionati (in tribunale fa un caldo della madonna), ma mi spiegate che cazzo volevate dire?

Gettare ombre? Ma io vi getterei un vaso pieno d’acqua coi fiori pure, cazzo, ma è un manifesto, non un tortuoso articolo di una rivista settimanale politica di quart’ordine! È un manifesto del “principale partito d’opposizione italiano”. Volete scriverlo in maniera che tutti possano capire? E volete metterci una stracazzo di punteggiatura?

«inoltre Cosentino ha la delega al CIPE, un organo di primaria importanza…»
Ma è più o meno importante della cistifellea, del fegato o della guallera che ci avete gonfiato a dismisura, costringendoci a leggere tale scempio?

dulcis in fundo

«…in cui Caldoro dovrà spiegare quali decisioni prendere e se le scelte sono ancora nelle sue mani o in altre stanze».
Scelte nelle stanze? Ma è poesia pura. Dopo il cielo in una stanza, le scelte nella stanza sono degne di Gino Paoli. Oppure …ho capito: rispondete all’appello di Nanni Moretti (“dici una cosa di sinistra” e dunque alla “Stanza del figlio” si risponde con la “Stanza di Caldoro”?

Dai, ammettetelo che avete preso un testo a cazzo di cane e buttato lì. Lo spero.

PS: “Pd Campania” è la VOSTRA firma: o avete il coraggio di scriverla a corpo 52 o, per piacere, non fatelo nemmeno, il manifesto.

Napoli, la legge bavaglio sulle intercettazioni e il sindacato dei giornalisti che non c’è

Sabato scorso il “popolo viola” è sceso in piazza anche a Napoli contro il ddl bavaglio sulle intercettazioni. Vista l’affluenza invece di piazza Plebiscito sarebbe tranquillamente bastata la stanzetta di un bambino: ho visto feste di compleanno più affollate.
Però c’erano molti colleghi che hanno parlato: nel video il bell’intervento dell’amico Enzo Iurillo de “Il Fatto quotidiano”. È sempre la solita storia, i giornalisti vogliono confrontarsi sulla loro professione, sui rischi generati da una legge inaccettabile.

Un capitolo a parte lo merita il sindacato napoletano dei giornalisti, l’Assostampa. Era un bel sabato dal cielo leggermente nuvoloso,  evidentemente il neoeletto direttivo dell’Associazione napoletana della stampa non ha ritenuto di dover partecipare nemmeno con una presenza  alla manifestazione anti-bavaglio (dove erano presenti invece l’Ordine dei Giornalisti della Campania e l’Unione Cronisti Campania).

E dire che le elezioni per il rinnovo degli organismi sindacali ci sono state appena una settimana fa. Elezioni per modo di dire: 9 candidati per 9 poltrone, un calo nei votanti stimato in oltre il 40 per cento  rispetto agli anni precedenti. Dulcis in fundo, una chicca: la commissione lavoro autonomo (quella dei precari, per intenderci) votata da appena 39 persone!

Verranno a dire che ci saranno altre manifestazioni unitarie. O che magari il viola stonava col bordeaux del tesserino da giornalista. Una cosa è certa: in Campania per trovare il sindacato c’è bisogno di una seduta spiritica.