E magari pure le morti bianche

Per salvare l’editoria italiana bisogna delocalizzarla. Tagliare i costi di produzione trasferendo il Sole 24 Ore, Libero, l’Unità e il Corriere della Sera all’estero. I giornalisti cinesi e rumeni possono sostituire i nostri a un decimo (forse meno) dello stipendio con l’ulteriore grande vantaggio di un’informazione più libera.

Questa la grande idea di Beppe Grillo:  la fabbrica cinese applicata al giornalismo. Beh, si stupirebbe se sapesse che non solo c’è già, ma che ormai le sue “tuonate” non sortiscono che sorrisi rassegnati e un poco di umana compassione?

Carrefour ha un problema con minoranze e disabili?

Oggi Carrefour è di nuovo alle prese con una indignazione collettiva: qualcuno ha scoperto che faceva segnalare tra i “disservizi” la presenza di nomadi in prossimità degli ipermercati. Dico «di nuovo» perché mi torna alla mente quest’altro episodio.

Ah, c’è anche questo qui.

Amici Carrefour, sono un vostro cliente. Devo continuare ad esserlo o esercitare il diritto di non comprare più nulla da voi?

Il (mio) discorso di fine anno

No, non è quello di quel tizio su quel Colle romano, roba antica, superata.

Con Norberto Gallo e Francesco Bassini di Napolionline.org la mattina di San Silvestro mi sono immodestamente prodotto in una lunga videointervista su due argomenti che in questo scorcio di fine 2009 hanno tenuto banco: il fallimento politico e amministrativo delle Municipalità di Napoli e la questione della web-tv voluta da Palazzo San Giacomo. Ringrazio entrambi (più Francesco Iacotucci of course) per aver sopportato i miei sproloqui.

http://www.napolionline.org/new/intervista-a-ciro-pellegrino-de-il-napoli-le-municipalita

La web-tv del Comune e il gioco delle tre carte

Una protesta iniziata due giorni fa e alla fine qualcosa si è mosso. Insomma, il Comune di Napoli ha annunciato che sulla storia della web-tv istituzionale e sugli allucinanti criteri per individuarne il direttore farà dietrofront. Rosa Russo Iervolino – sono testimone della frase – ha detto «non cercavamo mica il direttore della Bbc…».

Eh no, non è la Bbc per nulla. La frase suona vagamente sprezzante: non è la Bbc, nota per la sua imparzialità e per l’alto livello di professionalità dei suoi giornalisti, quindi noi a Napoli dobbiamo accontentarci? Nient’affatto. bisogna vigilare.  Dunque, tirando le somme:

– è stato detto che l’avviso pubblico sarebbe cambiato. Ma io lo  vedo ancora a questo link;

– è stato detto che i termini di presentazione di eventuali candidature sarebbero stati allungati. Aspettiamo e vedremo.

Infine, siccome non siamo inglesi ma manco siamo fessi, mi preme far osservare una cosa ai tantissimi colleghi che qui, su Facebook, Twitter, su Friendfeed e in mail, mi hanno scritto  (approposito: grazie per aver condiviso la notizia sui social network).

Il pubblico avviso sarebbe stato messo su internet e in Albo Pretorio il 24 dicembre, la vigilia di Natale, con scadenza 10 giorni. Cosa già di per se strana. Beh, sull’Albo cartaceo del Comune non so, ma sul sito internet la data non corrisponde al vero.
Come posso dirlo? Da cosa lo deduco?
Provate a scaricare il file pdf dell’avviso, andate nelle proprietà del vostro lettore pdf e guardate la data di creazione del file (finquando non lo cambieranno o cancelleranno).

A me esce questo:

Giornalisti delle agenzie: nella caldaia delle notizie

René Naba, giornalista e scrittore, su Acrimed ha pubblicato una storia appassionata e appassionante che ripercorre la figura del giornalista dell’agenzia di stampa, definito “fuochista” dell’informazione, insomma colui che alimenta la caldaia del gigantesco meccanismo. Grazie agli amici di Lsdi abbiamo la traduzione integrale di questo bel pezzo.

Il lavoro del giornalista di agenzia, invariabilmente, si scompone secondo un rituale immutabile: come una partitura in tre tempi, l’entrata in scena diventa crescendo, i fatti, la descrizione dei fatti allo stato grezzo, poi la messa in prospettiva, ‘’la contestualizzazione’’, secondo il gergo di oggi, e quindi la chiarificazione, che a volte scivola nell’analisi politica.
Controllore solitario, il suo lavoro è ritmato dai fusi e dalle costrizioni orari e il suo lessico a volte sa di linguaggio guerresco: Deadline, la soglia imperativa oltre la quale un servizio è decretato inutile e quindi trasformato in ‘’spazzatura’’. Incubo dei giornalisti in crisi di informazioni o dipendenti dall’ aleatorietà delle trasmissioni, la deadline equivale a una morte subita.