
‘A NUTTATA
Un amico, mandandomi le foto di ngoppa ‘e mmura (sopra le Mura, ovvero Vico Soprammuro), zona a ridosso di Porta Nolana, area stazione centrale ma verso il porto, dove c’è un mercato ittico tra i vicoli, particolarmente frequentato la notte di San Silvestro, mi dice: «Per noi napoletani ‘a Nuttata è questa». È una nottata laica, passata in giro a comprare pesce fresco per l’indomani, ben diversa dalla Notte di Natale.
La notte è anche quella «che se ne va». Notte astretta pe’ chi vvo’ durmì, chiude l’uocchie e nun riesce a capì come cantava Pino Daniele.
È quella celebre, di Eduardo De Filippo che nel suo Napoli Milionaria fa dire a Gennaro Iovine che «ha da passà ‘a nuttata», intesa come ore notturne ma anche come tenebre della civiltà, dei rapporti umani; era il Dopoguerra e c’era un Paese lacerato da ricucire.
Napoli nel 2017 ha vissuto più che una nottata, un senso di torpore. Più che alzarsi e guardarsi allo specchio, la città si è rigirata nel letto e ha preso il cellulare, guardando il mondo dallo schermo, aspettando che qualcuno dicesse qualcosa, la definisse, la instradasse. Napoli bellissima, Napoli Vesuvio, Napoli i tramonti, Napoli prima in classifica, Napoli Gomorra, Sangue Blu, Roberto Saviano, Genny e Ciro, Napoli e il ragazzo accoltellato, Napoli e il panino gourmet, Napoli e la pizza Unesco, Napoli ancora Napoli mai messa in discussione perché c’è chi, «in ogni contesa a tua difesa» nega o trova motivi e fa finta di non vedere, di non capire.
Mentre scrivo, è ormai certo che la città non avrà trasporto pubblico (tranne i mezzi provinciali) nella notte di Capodanno. I motivi? L’azienda di bus e metropolitana è sull’orlo del crac. Quello che stupisce non è la crisi – figuriamoci se la crisi di una azienda pubblica al Sud Italia può scandalizzare – bensì la negazione assoluta e pervicace dello stato di cose presenti. Uno degli ultimi pezzi dell’anno che ho firmato è proprio quello sul sindaco che ho definito irresponsabile.
Napoli è da tempo uscita dall’agenda degli interessi del Paese. Ci rientrerà brevemente in questi prossimi tre mesi di campagna elettorale per le Politiche del 4 marzo. Senza snaturare la newsletter nel 2018 cercherò di parlare della fase politica vista all’ombra del Vesuvio.
Si stanno agitando in tantissimi per le candidature. Il primo è Vincenzo De Luca, il governatore della Campania che vuole fare il doppio colpo: piazzare un figlio a fare il sindaco di Salerno e l’altro al parlamento con il Partito Democratico. Non è facile. De Luca dovrebbe iniziare a preparare il terreno per le prossime Elezioni Regionali (2020, so che sembra lontano ma non lo è) ma stando così le cose ha il Pd cittadino quasi tutto contro. E infatti sta pescando a destra.
De Magistris è giovane, al momento è fortunato e non ha altri tormenti se non il suo napoleonismo. Se riuscisse a trovare una quadra politica più larga potrebbe candidarsi a presidente della Regione Campania. Corro troppo? Può essere.
Inizieremo l’anno in piena frenesia elettorale. Considerando il fatto che ormai anche il consigliere comunale di Scaverachiuovo ha il suo staff, i social media strategist, la war room, gli account fake, i bot russi e Putin, i social network rischiano di essere infrequentabili.
Vorrà dire che ci parleremo più lentamente da queste parti. e Facebook lo lasciamo per l’ammuina.
Se avete idee su qualcosa che dovrei trattare beh, non avete che da scrivermi. |