Pizza, pizza!
L’arte dei pizzaiuoli è diventata patrimonio Unesco.
Ho scritto un sacco di cose entusiaste su Facebook pure io, manco fossi un neoborbone col bidet in braccio. Vergogna. Va fatta chiarezza.
Schematicamente:
1. Non è la pizza, è l’arte dei pizzaiuoli il patrimonio immateriale. Non l’alimento ma il rituale di chi lo prepara. A leggere la motivazione ufficiale Unesco facciamo pure un poco la figura dei pezzenti pizza-pizza marescia’.
Eccola qui:
“Il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità”.
2. Propongo nella prossima puntata di Gomorral’introduzione di Pasqualino ‘o pizzaiuolo il killer che uccideva con pizze indigeribili. In effetti la pizza che gonfia uccide.
3. Dietro la storia dell’Unesco c’è un personaggio della politica che forse conoscerete: Alfonso Pecoraro Scanio, ex leader dei Verdi, ex ministro con Giuliano Amato prima e con Romano Prodi poi, andato in disgrazia quando è esploso il bubbone dell’emergenza rifiuti in Campania (in quel momento era lui il ministro dell’Ambiente).
In sintesi: non ce n’era assai bisogno dello scudetto Unesco. La pizza è nota e perfino il tentativo di standardizzarla con un disciplinare Stg si è rivelato è complicatissimo. Però se tutta quest’ammuina aiuta la baracca va bene così.
Ci sarebbe semmai bisogno di indagare e bene su tutta la filiera, dai pomodori ai latticini, dalle farine al legno usato per la cottura.
Report tre anni fa ci ha provato devo dire la verità con argomenti piuttosto deboli. Occorrerebbe un annetto di lavoro serio.
INFINE.
1. Sorbillo (Io sono fan di Gino)
2. La figlia del Presidente (la adoro)
3. Di Matteo (la frittatina è na bomba)
4. Vesi (quella davanti al Policlinico Vecchio)
5. Da Michele (no ma solo due tipi di pizza però non va bene)
6. Gorizia (al Vomero)
Se avete da dire qualcosa sulla mia mini-classifica beh, fatelo.
Ah no, dimenticavo: la foto.
È Massimo Troisi in ‘No grazie il caffè mi rende nervoso’.
Aveva capito tutto. Come al solito.