La Vaiasseide di governo

«Ca tu te la chiavaste sola sola
De dece anne a sta casa, la maressa,
Che pareva na lècora ‘n gaiola,
E mo de le vaiasse è la vavessa:
Ca n’ha quaranta, la scura fegliola,
E la gonnella ancora è chella stessa».
Quanto disse allecorda quarche cosa,
Musa, ca sta materia è precolosa.

Il poemetto “Vaiasseide” di Giulio Cesare Cortese, scrittore e cortigiano napoletano,  del Seicento descrive fin troppo bene certe atmosfere odierne: donnine fidanzati amanti nei Palazzi del potere. E non c’è bisogno nemmeno dello scetavajasse.

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