Romeo, perché sei tu, Romeo

alfredo romeoAccade che uno per giorni non scrive e no, non è colpa della pandemia influenzale, del maltempo. Nemmeno di Facebook che si fa troppo i fatti tuoi e fa concorrenza al blog.
Per giorni, lo ammetto, ho tenuto i trasferimenti di chiamata sui cellulari per essere sempre raggiungibile, aspettando un’inchiesta-Godot che però ad un  certo punto, in barba al copione di Beckett, si è materializzata in una  in una corposa ordinanza, cui è seguito il faldone completo di circa 6mila pagine di atti. A che serviva, poi, ripiegare i vestiti la sera in maniera da poterli trovare subito il mattino dopo,  in caso di blitz? Non sono mica un fotografo o un operatore che deve avere l’immagine, “calda” da portare in redazione. Eppure così è andata: quella mattina sono sceso ugualmente presto,  molto presto. Nel bus chi aveva  visto Sky già ne discuteva o informava chi aveva ascoltato il Gr Rai ed era rimasto nel dubbio. Nel percorso che da piazza Matteotti porta a Palazzo San Giacomo aria fredda e facce interrogative. In fondo, questa è stata una delle inchieste più annunciate d’Europa.

Nel Municipio in questi giorni c’è un albero enorme, un pino addobbato con luci di Natale; il giorno stesso degli arresti gli operai montavano ignari le luminarie sui balconi di Palazzo; particolare che non ho potuto fare a meno di scrivere in un pezzo. Si potrebbe fare tanta ironia sui “regali sotto l’albero” di questa giunta della seconda consiliatura Iervolino; così come analoga ironia si potrebbe fare sulle luminarie installate davanti ai balconi degli uffici decimati dagli arresti.

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Certo, uno non vuole essere colpevolista, non vuol essere nulla se non cronista e decente interprete degli atti giudiziari. Però le intercettazioni han di bello (o di brutto) questo: che alcune cose restano in mente più di altre. A me più di Alfredo Romeo che pilota qui e suggerisce lì o del povero Giorgio Nugnes che si compiace di quel che sta portando avanti, mi resterà in mente il «tutta scema» riferito alla Iervolino e pronunciato da Peppe Gambale, ex Rete, uno che li voleva tutti in carcere, qualche Tangentopoli fa. E le telefonate di Nando Di Mezza, che ho conosciuto per lavoro quand’era segretario di Legambiente Campania.
Si parla di Global service per la manutenzione stradale, sì. Non si fa cenno ad un altro dramma, quello degli alloggi di edilizia popolare  che Romeo per conto del Comune aveva in gestione. Veri cessi edilizi, tenuti come tali, una vergogna che grida vendetta. Del profilo contabile di questo immenso pozzo di sprechi di denaro pubblico se n’è occupata la Corte dei conti; io ci ho scritto tantissimo negli anni e posso confermare che mai nulla si è mosso: le case-tugurio restano tali e ora il Comune vuol pure venderle agli inquilini.
Indovinate chi dovrà curare la vendita? Cinque lettere verticale. Troppo facile, eh?

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