Desk gemelli: gli esercizi di stile giornalistici

Un pezzo dell’Espresso sulla crisi dei giornali (in particolare del Giornale) e uno del Giornale sulla crisi dei giornali (in particolare del gruppo Espresso). Praticamente identici.
Una specie di Esercizi di stile di Queneau. (via Gabriele Mastellarini blog).


da “L’espresso”, rubrica Riservato. GIORDANO VA PIANO PIANO

Tempi duri per i quotidiani. Anche al ‘Giornale’ di Paolo Berlusconi non gioiscono. Se i dati della Fieg attestano una diffusione di poco sopra le 200 mila copie, i numeri delle vendite reali sono di molto inferiori. Secondo un documento interno (’Dati di vendita settimanale Il Giornale’), da gennaio a inizio giugno la media è stata di sole 119 mila copie. Anche gli ultimi dati sulle vendite giornaliere, dal 1 al 17 giugno, danno il quotidiano diretto da Mario Giordano (comprensivo dei ‘panini’, i giornali locali acclusi) parecchio al di sotto dei rispettivi giorni del 2007: tra le 21 mila e le 43.500 copie in meno. Tempi duri per tutti, anche per la stampa di governo. (L.Q.)

da “Il Giornale” LA REPUBBLICA VA PIANISSIMO VENDE SOLO 379MILA COPIE
Tempi durissimi per i quotidiani. Anche a Repubblica di Carlo De Benedetti non gioiscono. Se i dati della Fieg attestano una diffusione di poco sotto le 600mila copie (583.418 per l’esattezza nel maggio 2008), i numeri delle vendite reali sono di molto inferiori. Secondo un documento interno, infatti, la media del maggio 2008 è pari a 379.357 copie, cioè oltre 200mila in meno di quelle dichiarate. E a giugno è scesa ancora: 375.143. Particolarmente deboli le vendite del lunedì quando Repubblica precipita a 328mila copie. Del resto la tendenza al ribasso del quotidiano di Ezio Mauro è confermata anche dagli ultimi dati ufficiali: a maggio Repubblica ha registrato un calo del 2,2 per cento, a fronte della crescita di altri quotidiani (come il Giornale, +1,1 per cento). Tempi duri per tutti, ma soprattutto per la stampa di opposizione.

One Comment

  1. E diranno che la colpa è di Internet…

    Ma non si pongono la domanda perchè non si comprano più i giornali?

    Ho una mia idea…

    E’ un problema di qualità e di novità.

    Le “grandi penne, sono sempre di meno.
    Molti articoli sono raffazzonati ed imprecisi…
    Valga un solo esempio di Repubblica (è il mio giornale dal n. 1)
    Il 27 gennaio ho scritto questa mail alle lettere di Repubblica
    ————-
    Non per fare il pignolo, ma nell’articolo “Quella Sicilia”
    in questa breve frase: “Sara sorella di Don Vito Corleone,
    entra con in mano un vassoio …”Francesco Merlo ha commesso
    tre errori:
    A) Non si chiama Sara ma Connie
    B) Non è la sorella di Don Vito ma la figlia, è la sorella
    di Michael Corleone
    C) I cannoli avvelenati non sono in un vassoio, ma in una
    scatola regalo
    D) la scatola Connie non la consegna nel palco, ma
    all’ingresso del teatro,
    Ma Merlo l’ha visto il film?
    ——————–

    Sarebbe bastato fare una ricerca su Internet

    Sulla mancanza di novità
    Gli articoli rimestano sempre la stessa minestra

    Il giornalismo di inchiesta è merce rara, si spacciano per notizie il gossip o le “veline” che i referenti politici passano alla redazione.
    Sulla cultura e spettacolo non ne parliamo: si tratta normalmente di markettoni.

    Continuerò a comprare e leggere Repubblica…
    Fino a quando?
    Il Giornale lo sfoglio e lo leggiucchio con grande sforzo a scrocco, da un mio amico destrorso.
    Non mi va di finanziare il cavaliere.

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