Mi trovo a commentare “a caldo” tante sensazioni, tante situazioni, facce, parole scritte e dette. Non le mie, perché stamattina alla fatidica domanda “vuoi dire qualcosa, Ciro?” durante la cerimonia del Premio Giancarlo Siani ho risposto semplicemente “no, grazie”. Un po’ da Bartleby lo scrivano.
Non sono stato certo così snob da non voler ringraziare la giuria del premio, il Mattino, l’Ordine regionale e nazionale dei giornalisti, l’Assostampa, l’Associazione Siani, sia chiaro. Ma quant’è difficile dire tante cose in poche parole; l’esercizio di sintesi è così arduo che ogni parola avrebbe dovuto contenere al suo interno un’altra parola e un’altra ancora. Una specie di discorso al quadrato. Utilizzo quindi il blog, la parola scritta, in primis per ringraziare tutti ma proprio tutti per i commenti, le telefonate, le lettere, le mail: sembro un attore dei teleromanzi in questi giorni.
Poi per dire quel paio di cose che avevo in mente stamattina. Nello zaino ho portato con me “L’Abusivo” di Antonio Franchini. E percorrendo il secondo piano di via Chiatamone ho pensato a quelle scale che Giancarlo saliva, magari di corsa, ai telefonini che allora non esistevano. A quella galleria nelle cui vicinanze magari parcheggiava la sua Mehari. A quella maledetta sera di settembre.
Come facevo a sintetizzare tutto ciò in mezzo minuto? E come facevo a sintetizzare la felicità, le paure e le contraddizioni di un mestiere che m’ha fatto perdere calma e lucidità in un mese e mezzo di cassaintegrazione, quando pensavo che tutto si era dissolto, distrutto in un momento?
In sala c’erano tanti miei colleghi, molti dei quali ancora clamorosamente precari nonostante le grandi qualità. Cosa avrei dovuto dire, se non che lo dedico a loro il premio, precari e fragili baluardi della passione giornalistica e della “schiena dritta” nonostante tutto e tutti? Come poter sintetizzare il grazie alle persone più care, quelle che mi sono state affianco in quei giorni di incertezza e discussione, di caos e indecisioni? Con quali parole, se non con quelle scritte da una tastiera, avrei potuto dedicare tutto quello che è successo oggi ad Alberto Marzaioli, indimenticato e indimenticabile compagno di strada?
Dunque, silenzio: parlano gli articoli, parla la carta stampata, “il piombo” come si diceva una volta. E lasciamo che parlino i politici, le associazioni, i direttori. La soddisfazione più bella, ora, è tornare a casa e vedere le colonnine di una pagina bianca che si riempiono velocemente.
E su, la mia firma. Il grande regalo di questa giornata non è stata una pergamena, no. E’ stata una bella pubblicazione in due volumi. Si chiama “Le parole di una vita”; raccoglie tutti gli scritti di Giancarlo Siani dagli esordi al giorno prima della morte.
E’ vero che a volte il silenzio dice più di mille inutili parole. Ancora auguri Ciro
……..(al tuo silenzio ci aggiungo il mio, che sono pensieri buoni).
Ti amo sempre.
Ciao CIro ho letto anche il tuo reportage di oggi su e-polis, complimenti e auguri!
Alberto Marzaioli. Un giornalista “co le palle”, un ragazzo splendido. L’ho conosciuto a Cronache di Napoli, quotidiano dove ho cominciato a muovere i primi passi in questa professione. Di Alberto conservo solo bei ricordi, come la mia compagna, giornalista anche lei, che ogni tanto mi dice: ” questa notte ho sognato Alberto Marzaioli”. Congratulazioni per il ” Siani” ( anche se ho avuto già modo di fartele di persona durante la premiazione) e per aver ricordato un Giornalista…..con la maiuscola
ONORE A TE
E’ vero, come si fa a sintetizzare in mezzo minuto sensazioni di una vita? Grazie per aver dedicato questo tuo premio a tutti i precari e a tutti quei giornalisti che solo per voler fare questo mestiere, così come le regole imporrebbero, si trovano a sentirsi trattati solo come dei poveri “illusi”…
Caro Ciro,
ho letto oggi per la prima volta il tuo blog. Sono d’accordo con te. Silenzio e, soprattutto, rispetto. Rispetto per Giancarlo Siani (da siciliano aggiungo anche Pippo Fava e Beppe Alfano). Rispetto per chi ha pagato un prezzo altissimo per le proprie scelte, per chi ha deciso di fare questo mestiere sempre a testa alta, con lo scrupolo del vero cronista e l’onestà della persona perbene. Da parte nostra rimane l’onore di vedersi associati a lui e l’impegno a non mollare di un millimetro. Nonostante le difficoltà enormi nell’accesso a questa professione, sento di dovere andare avanti. Lo devo, soprattutto, a questa mia terra maledetta da cui non potrò mai staccarmi fino in fondo.
Sono contento di averti conosciuto e, mi raccomando, rimaniamo in contatto.
Ti abbraccio,
Filippo
carissimo compagno di avventura di una avventura che non fisnisce ma continua. per strade diverse, secondo la stessa linea. che per noi era rossa e per molti altrta: bianca, verde, blu, arancione color pace… complimenti. complimenti per il premio e perchè essendo un giornalista perbene, l’hai dedicato ad un collega, col quale litigi a parte, c’era stima. complimenti! tu che sei internettauta (io, no) leggi il sito http://www.loravesuviana.it: diciamo che da indipendenti (mi sta bene l’anarchia) facciamo informazione. un abbraccio forte giruzzo. appena si ricordano dei giornalisti combattenti, come i soldati dei clan, forse ci incontreremo a scivere per la stessa testata. e dureremo due giorni! salutami arnaldo, il piccologrande aranaldo che come te vive e sogna da persona perbene. hola Giruzzo
paolo perrotta
Siani: leggo in Rete che lunedì primo ottobre, in seconda serata, sarà dedicato a lui il programma La Storia Siamo Noi.
Complimenti !Ho sentito della tua premianzione al Tg, ho chiamato mio fratello Ciro ma non era al corrente di niente.
Ti faccio i miei più sinceri auguri e devo dirti da parte di Ciro… cà si na ca…ta!!! accussi’ capisce Il tuo blog me piace