Leggo che il Diario della Settimana diretto da Enrico Deaglio, chiude i battenti. E’ una brutta notizia, perché il Diario era scritto davvero bene. Interessante, la spiegazione fornita da Deaglio ai lettori:
«Tenere un diario pubblico – è scritto, fra l’altro, nell’editoriale non firmato – settimana dopo settimana, è una attività che in questi undici anni è cambiata molto. Il numero di siti web, di blog e in generale lo scambio di notizie è fortunatamente cresciuta a dismisura. La «buona lettura» è stata adottata da molti giornali. La possibiltà di sedersi di fronte al proprio lap top e di consultare in tempo reale tutte le fonti di informazione del mondo è sempre più alla portata di tutti. Il mercato pubblicitario (l’unico a tenere in vita i giornali) è a noi praticamente precluso, per quella mancanza di do ut des che ci caratterizza e che dal mercato è evidentemente stato ben colto. Di qui la necessità di fare una pausa».
Speriamo torni presto, magari sotto altre forme. In bocca al lupo a tutti i ragazzi.
Certo, è una brutta notizia.
Ma neanche si può tralasciare l’altro dato: perdeva un milione di euro all’anno.
Oggi qualcuno scriveva, preoccupandosi della sorte della redazione, più o meno questo: Formenton ora farà un quindicinale (o altro) con Deaglio, due redattori e un grafico.
Ma, mi chiedo, quale altra strada può avere un editore visto che la qualità non “paga”?
Hai voglia a denunciare che il mercato pubblicitario marcia sul filo del “do ut des”.
E poi?
Ma chiude anche quello del mese?