E Polis, cronaca delle sensazioni. Come dire: Houston, abbiamo un cazzo di problema.

Il titolo di questo post è “cronaca delle sensazioni”.

Perché per la cronaca degli eventi sarebbe necessaria una obiettività che attualmente non ho, nè voglio avere. Diciamoci tutto (Enzo Biagi dixit): la cosa più brutta della crisi economica con conseguente sospensione delle pubblicazioni di un giornale è il senso di smarrimento dei suoi redattori.
Non parlo solo di una questione economica (e pure lì, non vorrei essere nei panni di chi ha acceso dei mutui negli ultimi mesi) ma anche di un fatto squisitamente professionale. Roba per pochi, scusate lo snobismo: solo chi è stato notti intere con le dita inchiodate ad una tastiera, solo chi è stato giornate sane col gracchiare dello scanner nelle orecchie, solo chi è stato con temperature dai 10 ai 40 gradi fermo per ore ad aspettare chissa chi (un politico, un arrestato, un magistrato, un poliziotto) può capire quel senso di smarrimento.

E quel rumore netto, che via via si fa sempre più ritmico, come se il tic tac dei tasti stessi avesse già da solo qualcosa da comunicare al giornalista che scrive, impasta, taglia, incolla, crea, distrugge, suda o si soffia nel palmo per scaldarsi (quasi nessuno riesce a scrivere utilizzando il dito mignolo della mano che in date condizioni si ghiaccia letteralmente). Togli ad un giornalista tutto questo e gli avrai tolto autostima, capacità di comunicare, dignità e soprattutto gli avrai tolto quel sottile velo che lo difende – non sempre – dagli attacchi personali, dalle intimidazioni, dalle rappresaglie per aver rotto le balle a questo o quel miserabile di turno, sia esso il politico mariuolo o il camorrista di turno. Eduardo diceva che il teatro che comunica emozioni è gelo, io dico che questo mestiere è l’esatto contrario: dovrebbe comunicare notizie con obiettività, con “gelo”, appunto. E invece è passione allo stato puro, adrenalina. Nessun altro modo per descrivere la sensazione con la quale si approccia ad una notizia, ad un fatto importante, ad una “cosa solo tua” (volgarmente detta scoop).

Dunque, tutto questo succede – o succedeva ad E Polis, viale Trieste, Cagliari, Sardegna, Italia. Nelle redazioni dislocate lungo tutto lo stivale idem. E sui computer degli omini in telelavoro, come me, la frustrazione di non riuscire nemmeno ascoltare l’assemblea in audioconferenza perché trovi le linee occupate (ma che è un concorso a quiz?). E la mattina vuota di note avvenimenti dell’ansa da leggere e non utilizzare. Oggi la Fnsi in redazione, a Cagliari, poi assemblea, a Napoli ogni giorno stiamo cercando di coinvolgere qualcuno, mobilitare l’opinione pubblica estiva e indifferente, tra Roma e Milano frenetiche trattative – si dice – per salvare la baracca. La situazione societaria è efficacemente riassunta qui.

Per il resto, ecco il comunicato odierno. Come dire: Houston, abbiamo un cazzo di problema.

I rappresentanti della Fnsi e delle Associazioni regionali di stampa di Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Roma, Sardegna, Toscana e Veneto, al termine dell’assemblea di redazione tenutasi oggi a Cagliari nella sede del gruppo Epolis, che edita 15 testate in tutta Italia, hanno chiesto all’editore Nicola Grauso, assieme al Comitato di redazione, un incontro urgente da tenersi al massimo entro la fine di questa settimana. I 133 giornalisti del gruppo, che ha sospeso le pubblicazioni martedì scorso, sollecitano l’incontro, assieme al sindacato, per valutare l’esatta situazione dei conti dell’azienda, le cause che hanno portato alla sospensione delle pubblicazioni e le ipotesi di soluzione della grave crisi che l’editore intende mettere in atto per salvaguardare i posti di lavoro. Il sindacato è al fianco dei giornalisti di Epolis – si legge in una nota – “per sostenere un’iniziativa che possa risultare utile alla ripresa delle pubblicazioni, assicurare i livelli occupazionali e garantire i diritti materiali e morali di tutti i colleghi”.

4 Comments

  1. Chicco merdez 23 Luglio 2007 at 20:58

    Forza e onore, amico, forza e onore…

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  2. Tanta solidarietà sentita, Ciro. Anche noi abbiamo scritto di voi. Come Agp, poi, io sarei intervenuto subito: mi ha frenato quella riunione al parco margherita. Cmq, la tua bravura e le tue relazioni ti salveranno. a presto

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  3. “Gli avrai tolto quel sottile velo che lo difende”… Quanto sono vere le tue parole Ciro! Togli il suo lavoro ad un giornalista e spoglia un militare in trincea della sua mimetica, o un vigile del fuoco delle sue protezioni o un carabiniere ad un posto di blocco del suo giubbino antiproiettili… La stessa cosa. Lo stesso senso di smarrimento e impotenza. Che accidenti faccio!?
    A parte la condivisione di sensazioni e di stati d’animo resta l’amarezza profonda, per te e per tutti i tuoi compagni d’avventura (anche se a questo punto bisognerebbe dire di sventura…).
    E dire che ancora ci sono ragazzini che da grandi sognano di fare i giornalisti…
    In bocca al lupo Cirù! A presto, noi siamo con te. Anzi con voi.

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