– Stai bene?
– No amico, mai stato così lontano dallo stare bene.
(Pulp fiction)
Anzitutto una sola parola: grazie. In questi giorni difficili sono state tante le mail, tanti i messaggi di amicizia e solidarietà. Ma quanta gente legge questo blog? Io non l’avevo mica intuito il potere di questo piccolo spazio.
Poi, una piccola premessa, per tutti quelli che hanno detto, stanno dicendo e diranno: “L’avevo detto”. Rispondo che bisogna viverle, le cose, per capirle.
Difatti non riuscirò a spiegare esattamente perché E Polis il gruppo editoriale per il quale lavoro (redattore politico de Il Napoli) attraversa una profonda crisi economico-societaria sfociata ieri nel blocco delle pubblicazioni che durerà almeno fino a quando non saranno ripianati i debiti tra la società di Nicola Grauso e lo stampatore (Gruppo Seregni). Quel che dicono i giornali (anzi più che altro i siti web, perché sugli altri quotidiani la vicenda è pressoché ignorata, tranne che per Il Roma, l’Unità e il Manifesto) non è di certo tutta la verità.
Posso però dare testimonianza viva di quanto accade a me, redattore assunto a tempo inteterminato col gruppo E Polis nelle ultime ore.
Innegabile è lo smarrimento, la rabbia per lo stop ad un giornale che in soli 8 mesi (Il Napoli è nato il 6 dicembre 2006) è riuscito a ritagliarsi un posto nel panorama informativo cittadino. Lo dimostrano i tanti attestati di solidarietà giunti in queste ore e non solo da parte di politici, associazioni, magistrati, ma anche da tante donne e uomini che hanno apprezzato la qualità della nostra informazione.
Ci sarebbe molto da dire su chi bolla la free press come carta straccia, foglio infarcito di pubblicità quant’altro. Ma non voglio mettermi certo ora ad “incensare” un progetto editoriale che rischia di lasciarmi in mezzo ad una strada.
Stiamo giocando una partita sindacale delicatissima ancor più per Napoli, dove la disoccupazione è su livelli record in Europa in tutte le categorie, ancor più nel saturo comparto giornalistico che in Campania sforna ogni anno centinaia di professionisti – anche di ottimo livello – provenienti dalle scuole di specializzazione post-universitarie.
Il futuro? Labile come la fiamma di una candela esposta ai quattro venti. Però si va avanti, consapevoli del fatto che la mancanza di uno strumento, il giornale, al tempo stesso responsabilità e tutela del giornalista, qui all’ombra del Vesuvio, terreno di camorra e di infiltrazioni malavitose ad ogni livello, causerà non pochi problemi. Abbiamo attaccato duro, abbiamo dato fastidio quanto più potevamo. E ora, senza giornale, siamo guerrieri sguarniti perfino di quella spada di carta. Scoperti ad ogni tipo di rappresaglia, intelligenti pauca.
Per il resto, ovviamente brucia non avere la quotidiana “dose” di pagine da sfornare, di cose da dire. So bene che una volta esaurita la pur utile e affettuosa solidarietà, se le cose non andranno come si spera, verranno i periodi dell’oblìo, dello scoramento. Spero di non arrivarci. Comunque sia, i progetti sono tantissimi, le cose da fare anche, la voglia di farle ancor di più.
Del resto, siamo o non siamo cronisti di strada?
Non so cosa sono Cì, sono troppo giovane per essere io a dirlo, ma so solo che la voglia di riacchiappare quelle pagine bianche e restituirle “blu”, è tanta. E forse non l’ho mai saputo fin’oggi quanto potesse mancare. Fa male vedere, sentire e leggere come la gente si fosse affezionata a quelle 64 (o 48 che fossero) pagine, come le cercava ogni giorno. Adesso ci chiamano per chiedere dove siamo, per dirci “continuate, eravate l’unica voce della città”. E qui a Firenze, dove tutto si trincera nel proprio microcosmo di esperienze e storie, quelle parole valgono ancora di più. E sento rabbia. Sento rabbia perché una voce che non è mai stata soffocata, è costretta a tacere chissà per quali motivi. Un’espressione che non ha mai subito, a nessun livello, censura, adesso deve abissarsi nel silenzio. Noi ci siamo, siamo qui, perché in quella voglia di fare di cui parli, c’è tanta volontà di tornare. E in una realtà come la vostra, tornare ancora più grintosi. Un abbraccio collega.
Piena solidarietà, Ciro. E ricorda: tutto si supera.
Mi spiace. Eddai che sei bravissimo, a Napoli sei quotatissimo tra quelli che si occupano di politica comunale, so quel che dico. Se andrà male troverai sicuramente di meglio. Anzi, mi stupisco di come finora tu non abbia fatto il “grande salto” (tanto per citare Raf…). Possibile che nessun direttore, caporedattore, capocronista dei quotidiani “big” a Napoli non si è accorto di te?
Sii forte, tutto andrà bene, tantatanta solidarietà, Ciro, informaci su come va la vertenza
Ciao Ciro, sono un collaboratore de Il Brescia per le pagine sportive. Anche da noi lo scoramento è tanto, soldi a parte (ci devono pagare 7 mesi, non bruscolini): perchè in questo giornale tutti credevamo – e crediamo ancora – ci ha dato una chance in un mondo dove ve ne sono ben poche e farsi strada è arduo. Partirò il 6 agosto per le vacanze e non so al mio rientro cosa mi aspetta. Speravo di tornare e di essere già su qualche campo di calcio o palazzetto a scrivere delle squadre della mia città, con la solita passione che non mi faceva pesare un lavoro spesso più duro di quel che si creda. Mi chiedo solo una cosa: è possibile che un realtà del genere, che ha acquistato fiducia e consenso, non interessi a nessun editore avveduto? Al di là dei debiti del signor Grauso, questo giornale funziona e tutto il resto è noia. Dilapidare un capitale umano del genere mi sembra davvero uno spreco inaudito e qualcuno, però, ci dovrà pur dare una spiegazione. Ciao
Ciro, stringiamo i denti, anche se in occasioni come queste subiamo il fascino di incendiare tutto.
ci sono, e non abbandono certo adesso. per andare dove? a far cosa? in quali condizioni?
un abbraccio
enrico (culture/il venezia)
@ Ciro
Avevo già scritto: mi dispiace.
Ora mi va di sperare e immaginare che risfoglierò presto elettronicamente le pagine blu.
Sai che non avevo mai avuto tra le mani Il Napoli?
Ho solo di là Il Roma, preso in un bar del centro una settimana fa.
Ora mi occhieggia quel ven 20 dal pc, fermo sulla donna uccisa a Capua.
Tornerò (più) spesso di prima sulle tue pagine.
Immagino che non resterai “fermo”, e questo è l’importante.
A presto
ciao collega,
sono un collaboratore de “Il Brescia”. Anche io mi unisco a quanto scritto dal precedente collega nei giorni scorsi. Mi auguro che la situazioni si sblocchi al piu presto anche se il curriculum del sig. Grauso parla da solo!!!!
Buongiorno Ciro, non ci conosciamo, ma leggo quello che scrivi su Il Napoli tutti i giorni. Posso solo immaginare il vostro sgomento di fronte ai fatti degli ultimi giorni. Quello della vostra redazione e di tutti quelli ci lavorano con un cuore enorme. Altrettanto è lo smarrimento del pubblico che tutti i giorni legge Il Napoli e lo preferisce a tanti altri per la qualità del prodotto. Certo il fatto che sia Free non è da poco, e tuttavia scommetto che non in pochi avrebbero pagato per leggerlo, adesso che ne hanno saggiato le qualità. Da collaboratore esterno spero che l
Caro Ciro e tutti gli altri, scrivo dalla squadra di IL VERONA e vi dico soltanto che la città non è più la stessa… da quando non vediamo IL VERONA in mano ai passanti, sui tavolini dei bar e nelle macchine sembra che manchi qualcosa di veramente bello, vivo e pieno di energia… ed è veramente dura a credere che un giornale così amato possa scomparire così in fretta…
Lancio un’idea: ma non si può lanciare su internet una sorta di raccolta di firme per riavere il giornale sul modello della campagna contro il Boy Love Day? Non porterà soldi freschi ma forse può far capire quanta gente vorrebbe rivolere il giornale – spesso la loro unica fonte di informazione – tra le mani…
Forza, Ciro.
da lontano
solo ora apprendo la notizia. E’ un dovere esserti vicino in questo momento di difficoltà.
Io e te non ci conosciamo ma, da buon amico, hai fatto tanto per me. In bocca al lupo.
Ciao Ciro,
apprendo dal tuo blog la brutta notizia, mi dispiace. Con voi la forza della tanta gente che vi rivuole subito al lavoro, perché avete dato un punto di riferimento per i tantissimi lettori napoletani e non ed avete prodotto, grazie alla geniale idea di Grauso, un giornale che, presentandosi come free press, sicuramente avrà fatto tremare le stanze dei principali quotidiani della città. Non in ultimo Il Napoli ha dato una grande possibilità di riscatto ai tantissimi giornalisti che non vedevano uno spiraglio di luce nel burrascoso panorama dell’editoria campana. In bocca al lupo, vedrai che tutto si risolverà perché Grauso è sempre Grauso!!!
Pare che oggi su Libero (giornale che io pe principio non acquisto) si parli di uno spiccato interesse del gruppo Class di Panerai per Epolis. Qualcuno ha l’articolo da postare? Ho letto anche altre notizie su “altravoce.net”: solo una cosa non mi è chiara, se il giornale venisse venduto quanto tempo ci vorrebbe per rivederlo in stampa? Ciao
Punto di partenza: un giornale che chiude è sempre un evento negativo. Massima solidarietà ai colleghi, quindi, come si vede anche dal coro che si è levato in questi giorni. Un coro ‘pilotato’, sollecitato, è ovvio, ma va bene lo stesso, l’importante è l’effetto. Meglio quando ci si mobilita che quando le testate chiudono in un silenzio assordante. Ricordate “L’Articolo”?
Detto ciò, ma credevate davvero che un’esperienza ai limiti dell’avventurismo potesse reggere? Vi siete mai fatti due conti di quanto costasse quel giornale? Decine di edizioni locali; ogni giornalista potenziale assunto veniva formato a Cagliari per 15 giorni a totale carico dell’editore (viaggio, vitto, alloggio, rimborsi spese, lavatura e stiratura). Redazioni fisiche o virtuali in ogni angolo d’Italia e altre ancora in procinto di aprire, anche su territori vicinissimi (Napoli e Salerno, tanto per intenderci). Giornalisti dotati di communicator, pc, adsl, e poi rimborsati di consumi e pagati come da CCNLG. Infine, poca pubblicità reale, molta auto-pubblicità, molta pubblicità sociale (gratuita) e molte inserzioni che riempiono le pagine e pagano pochissimo.
Basta starci dentro a questo settore per sapere che l’editore ha ampie morosità con Inpgi, Casagit e chi più ne ha più ne metta, o che gli stessi rapporti con la concessionaria di pubblicità erano andati a farsi benedire, tant’è che da settembre sarebbero passati alla raccolta diretta.
Quando si è cominciato a parlare del Napoli, a molti sembrò un miraggio, un paradiso dorato dove si assumeva la gente, la si dotava di strumenti moderni per lavorare, la si coccolava e corteggiava. A tal punto che diversi colleghi (come Ciro) lasciarono situazioni anche consolidate per lanciarsi in quella nuova, avvincente scommessa.
Bisogna andarci piano, in queste cose. Chi si è passato pagando di tasca sua lo sa bene.
E intanto ora il rischio è di avere ‘sulla piazza’ un’altra decina di colleghi disoccupati e in cerca di qualunque cosa. Come suol dirsi, jamm ch’e cazz!!!!
Grazie a tutti, di cuore, davvero, cercherò di rispondere via mail.
Voglio però qui rispondere all’ultimo commento, firmato Anonimo (la firma almeno…eh?) che comunque ringrazio per la solidarietà.
Piccola premessa: l’ho scritto all’inizio del post… del senno di poi son piene le fosse.
Comunque, Anonimo, mi corre l’obbligo di precisare alcune cose. Anche perché non vorrei fossero diffuse informazioni distorte.
1. Mi rendo conto che purtroppo sembra un miraggio in questa realtà parlare di contrattualizzati “pagati come da CCNLG”. Ma questa dovrebbe essere la normalità, no?
2. Pc portatile, adsl e telefono non li metterei nella voce ‘benefit forniti dalla magnanima E Polis ‘. T’assicuro che il telelavoro costa molto meno d’una redazione.
3. I 15 giorni a totale carico della E Polis per la formazione non sono veri. Almeno non per me: personalmente ho avuto un paio di biglietti aerei pagati e 5 giorni in albergo. Insomma, niente coccole nè cioccolatini, ma lavoro duro. E non senza rischi, intelligenti pauca.
3. Il rischio di avere sulla piazza una decina di colleghi disoccupati “in cerca di qualunque cosa” non te lo posso consentire. Non qui, non ora. E’ tra l’altro di cattivissimo gusto pensare ai cazzi propri quando ci sono duecento persone che forse saranno senza lavoro.
Comunque, questa tua considerazione, non so per chi valga, caro Anonimo. Non certo per me: ma la mia è limpida e pulita, parla da sola. Faccio il Giornalista. O il cronista, se vuoi. E l’unica “piazza” che conosco è quella con gente che va e viene e tante storie da raccontare. Sempre e comunque.
Chi utilizza un blog sa che un ‘anonimo’ che scrive è uno dei tanti utenti della rete, nulla da dire se uno si firma Pincopallo, Eugenio Scalfari, Pasquale Esposito o Anonimo.
Seconda precisazione: concordo appieno sul “senno di poi”, sebbene abbia una strana capacità di essere facile profeta delle cose che poi accadranno. Della serie “Nun c’è bisogno ‘a zingara”.
Continuo: certo che la normalità sarebbe un CCNLG e tutto il resto. Ma alzi la mano chi ha sempre avuto riconosciuti tutti i diritti da giornalista, e non si sia dovuto piegare a ogni forma di sfruttamento e di mortificazione, da quella più piccola a quella più grande.
Ancora: il costo ‘fisico’ di una redazione è davvero poca cosa rispetto ai costi veri, basta chiederlo a chiunque se ne sia occupato in prima persona.
Sulla questione dei presunti benefits (si badi, però, che io non li ritengo tali): sfido a trovare un editore che dia a tutti i suoi redattori pc/communicator et similia. Forse Repubblica o il Corriere, ma forse!!
L’affermazione “di cattivissimo gusto” forse ha una ratio: vuoi vedere che chi ti ha scritto fa parte dell’esercito di quelli che in mezzo alla strada ci sono già finiti?? Insomma, di quelli che già si sono scottati le chiappe e gli brucia ancora!
Ultima annotazione: ‘giornalista’ non scriverlo con la maiuscola. Anche perchè rischi di dar l’impressione di credere troppo nel tuo ruolo, manco fosse un’investitura divina. Nel qual caso, sarebbe meglio rivolgersi ad altro editore che meglio di tutti saprebbe premiare tale spinta vocazionale.
Caro Anonimo, eviterò di rispondere ulteriormente.
A beneficio dei lettori, informo che comunque il tuo ip (85.18.2xx.xx, viva Dblog) appartiene a questo ente:
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI NAPOLI public subnet.
Ente dove personalmente ho moltissimi veri amici. Ma anche tanti nemici.
Sono la compagna di un giornalista e-polis. Qui non siamo a Napoli, ed il problema non è lo spauracchio della disoccupazione. Ma mi spezza il cuore sapere che lui potrebbe perdere quel lavoro che tanto ama… non m’importa se ritorna a casa tutte le sere alle 11.00. Lo voglio solo felice…
Per anonimo: fammi capire, poiché ti è capitato di essere sfruttato, gongoli di piacere se anche quelli di epolis sono stati sfruttati? Comunque sei male informato riguardo i pc e i communicator che tutti i giornalisti epolis avrebbero. Io penso che il tuo sia un discorso di volpe ed uva….
ciro, solo oggi vengo a sapere quello che è successo. sono stati via da napoli solo qualche giorno ed è bastato per trovare una nuova crisi. una crisi grave, perché investe il destino di giovani professionisti preparati che lavorano bene. è questo il paradosso. lo sappiamo tutti che questo giornale in pochi mesi ha fatto il botto. ha trovato lettori che non sono gli stessi della free-press, quelli casuali. ha trovato lettori affezionati anche in luoghi dove la free-press non sarebbe mai entrata. i meriti sono anche vostri, tuoi e degli altri, della vostra capacità di riuscire a parlare nel modo giusto degli argomenti giusti. spero che questa storia si risolva presto, spero che non ci sia altro di cui vergognarsi in questo paese di cose piccole. ti sono vicino!
@ Ciro
Brutta cosa assai ‘sta storia dell’anonimo, dell’ip, ecc.
Mi ricorda altre cose, ma lasciamo perdere.
Sai che credo?
Che finirà come deve finire. Io presumo e spero che N.Grauso abbia una marcia in più per svoltare anche stavolta. Forse lascerà sul campo morti e feriti, ma Prima di settembre o di ottobre con il reportage freddo dell’end non me lo voglio nemmeno immaginare.
Confida per il meglio e, se mi è consentito, incazzati di meno.
La passione viene spesso letta a torto per prosopopea (http://it.wikipedia.org/wiki/Prosopopea).
Ciao Ciro, sono Alessandra da Il Firenze, stessa barca e non scrivere più fa proprio male. In attesa di nuove, un saluto.
Ciao Ciro, e ciao a tutti i giornalisti de Il Napoli. Unisco anche la mia alle tante voci che si sono alzate per darvi forza, per sperare con voi che questa crisi passi, che il giornale torni sulle nostre scrivanie, in edicola e in giro per la città. Un free press ma con una qualità differente, fatto da giornalisti (con la minuscola, una lettera
ancora non ci sono i titoli di coda, tuttavia. resistere e grattarsi.
In relazione alla difficile situazione del gruppo E Polis e dell’ quotidiano il Firenze la Confederazione Cobas Firenze esprime tutta la sua solidarietà e sostegno ai lavoratori della testata in questione esprimendo l’auspicio che la stessa non cessi la sua attività e che in tal modo si tutelino i lavoratori in essa impegnati.
Ci sembra che in un mondo come quello dell’informazione, segnato dal monopolio, la pluralità sia un elemento da difendere.
sarebbe opportuno e necessario che la propietà desse conto ai lavoratori del propio ” operato avventurista” e che le istituzioni, anche quelle nazionali, svolgessero un ruolo significativamente attivo per una soluzione positiva della crisi e dunque per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Fi 25 Luglio 2007 Confederazione Cobas Firenze
Per Armonico
Troppo datato e un poco demagogico dare del’avventurista a chi si è inventato l’idea del quinto giornale italiano.
Un po’ troppo speranzoso l’invito alle istituzioni. Dagli anni 60 ad oggi non me ne ricordo una che abbia salvaguardato posti di lavoro nei giornali andando olre alla solidarietà di comodo. E oggi, anche con medie e grandi industrie pesanti in crisi, non vanno oltre il baloccamento.
Ciro ricorda il tempo tutto toglie e tutto da. Sati tranquillo Epolis diventerà ancor più forte di prima… bisogna soltanto attendere, è questione di pochi giorni.
Per Daniela Amenta: non ti conosco, ma ti ho letta. Brava! Appunto! Non c’è da disperare, ma da restare uniti e da tenere duro! Non può finire tutto così…
Condivido pienamente il pensiero tenace di Daniela Amenta e le speranze di Mosquito. Un forza e coraggio ad Alessandra de Il Firenze e a Speranzoso de Il Brescia. A Enrico de Il Mestre dico che siamo nella stessa barca. Ringrazio Ciro che mi ha dato spazio.
un abbraccio a tutti,
colleghi e non. forza e coraggio. uniamo la nostra voce in un solo grido. è tutto quello che ci resta. un progetto così non può/deve finire.
Caro Ciro,
sono uno di quei giornalisti napoletani con i capelli bianchi, ma conosco te e il piccolo gruppo di colleghi de Il Napoli, perché dal mio giornale (uno dei “big” e per questo, mi scuserai, ometterò il mio nome) molti vi hanno letto e apprezzato, mentre capiservizio e caporedattore si preoccupavano della forza e della freschezza e originalità delle vostre notizie.
Caro Ciro, avrai sicuramente modo di rifarti, con o senza epolis, sei giovane e hai talento, forza e voglia di fare, lo dimostra anche il tuo sito internet. Mi raccomando, dunque. Tempi migliori arriveranno, sicuramente.
allora caro collega coi capelli bianchi trova un posto a Ciro… vediamo se ti metti in gioco, in questa italia gerontocratica. siamo buoni tutti a dare pacche sulle spalle. lavoro ci vuole, e posti sicuri
Caro anonimo arrabbiato, magari potessi!
E poi avere i capelli bianchi non significa necessariamente essere uno di quelli che il giornalista l’ha fatto soltanto davanti ad una macchina per scrivere o ad un computer senza consumare le scarpe. Non ci vogliono pacche sulle spalle, ma non ci sono più posti garantiti è meglio che ve lo mettete in testa, soprattutto voi giovani.
Per quanto riguarda Ciro, per quel che ne so, gode di una stima nell’ambiente giornalistico napoletano che molti suoi colleghi con decine di anni di lavoro alle spalle si sognano. Dunque ribadisco: arriveranno tempi migliori e treni più “sicuri” se solo avrà la forza di prenderli. La bravura ce l’ha già.
Permettimi la battuta: “cronisti sf**ati”…
Ce la faremo, o in un modo o in un altro, perchè non esiste che non ce la si debba fare!!!
E comunque da quanto letto e pubblicato c’è una cosa che sospettavo e, leggendo quanto c’è in rete, ho trovato conferma: i giochi di potere e gli interessi hanno prevalso sui comportamenti etici.
Troppe tarantelle a discapito di 133 colleghi in bilico tra un desk e la ‘strada’ più la miriade dei collaboratori mai stati pagati…più tutto il resto dell’organico. Come dire: è mancato il concetto di C.S.R. ovvero di Corporate Social Responsability meglio conosciuta nella nostra lingua come Responsabilità Sociale d’Impresa.
Io spero vivamente che il gruppo si riprenda perchè è contro la mia forma mentis che è proattiva e costruttiva che un bel progetto come questo venga sepolto a 8 mesi dalla sua nascita:’infanticidio’ editoriale!
Era troppo bello per essere vero…e giustamente le cose belle durano poco, specialmente per noi giovani!
Incrociamo le dita: risorgeremo!
A me non dispiace per niente che E polis chiuda… anzi!!! eeeh pazienza!
Caro Closed,
che bel nome che hai, piccolo e riassuntivo come uno sputo, qui siamo tutti felici che a te non dispiaccia per niente, anzi ecc.ecc. In giorni come questi, in cui il dispiacere è il male minore e meglio tollerato, il tuo commento ha la grande capacità di far sorridere. Se ci vieni a trovare ti facciamo una bella festicciola ( ti va o ti senti già abbastanza soddisfatto?) con i palloncini e le minicicciole e la torta. Ti fa piacere? Perchè qui ci teniamo, eh, tanto che, per la tua gioia, speriamo che tu ( o qualcuno che ti è vicino) possa esperire quanto prima una situazione del genere. Sono cose importanti, che aiutano a formare il carattere, cosa da non tralasciare quando non si hanno neppure le palle per mettere il nome ed il cognome a firma dei propri pensieri.
Closed… ‘o cess.
Caro Closed, che bel non hai, piccolo e riassuntivo come uno sputo. Qui siamo tutti felici che a te non dispiaccia per niente, anzi… In giorni come questi, in cui il dispiavere è il male minore e meglio tollerato, il tuo commento ha la capacità (ometto l’aggettivo perchè un maestro della lingua italiana mi ha insegnato a dare forza e dignità ai sostantivi)di farci sorridere. Se vieni a trovarci ti facciamo una bella festicciola (ti va? o sei già soddisfatto?)con i palloncini, le minicicciole e la torta. Ti fa piacere? perché qui ci teniamo, e tanto! Per la tua gioia, speriamo che tu o qualcuno che ti è vicino, possa esperire una situazione simile. Sono cose importanti e formano il carattere, particolare da non tralasciare quando non si hanno neppure le palle per mettere il nome e (senza d efonica!) il cognome a firma dei propri pensieri…
è il caldo? si clonano i commenti?
repetita juvant?
Non si clonano i commenti, ho semplicemente mostrato al signor June come avrebbe dovuto scrivere (D eufonica usata a sproposito, un uso dele virgole quantomeno personale…)Lungi da me offendere qualcuno ma… e comunque ho solo espresso un’idea personale, non mi dispiace che il questi giornali chiudano,come può non dispiacermi che la Juventus scivoli in serie B. Non lo ritengo vitale, ecco tutto. Buon proseguimento
Il questi giornali?
Dai, fumiamo tutti insieme….
si dai fumiamo per dimenticare la chiusura di questi bei giornali… o per festegaiarla… who Knows? scusate ma sono d’accordo con Closed. Non potete pretendere che dispiaccia a tutti… non muore nessuno… e comunque caro n’canna mi pare palese che il questi giornali fosse un refuso… non direi la stessa cosa della d eufonica e delle virgole ballerine…
Per la verità, caro Adios, mi è oscuro anche il “che bel non hai”.
Sarà la Notte, non ancora di San Lorenzo…
magari è un refuso anche quello… o ma sai cosa sia un refuso? e comunque adios e polis… ela notte maiuscolo??? ma quale grammatica usate???
Caro Adios dei miei Refusi, perchè non ci dici per che giornale lavori?
Amore Adios, la Notte è maiuscola per onorare San Lorenzo.
E l’o che usi si scrive oh, tesoro!
Per taralgia:
non scrive per nessuno, forse.
O forse preferisce “alcuno”……
Per QUALE giornale lavoro? volevi dire questo? Lo vengo a dire a te! La notte è maiuscola se è una personificazione o prosopopea. Non si può addurre una giustificazione non grammaticale. Che facciamo, giustifichiamo le nostre scelte grammaticali con la religione? questa non la sapevo!
Per Adios. Prima di pensare alla grammatica degli altri, hai mai provato a rileggere quello che scrivi? Ti accorgeresti che le maiscole vanno anche dopo il punto interrogativo ed esclamativo, ed eviteresti i tanti refusi. Quanto alla riscrittura del testo di June, ebbene, lascia molto a desiderare. June ha personalità e stile, cose che a te mancano completamente.
Certo che sei uno che vive proprio male se provi piacere in queste cose!
Ma continua a scrivere, scrivi ancora, almeno tu ci fai ridere. Adios!
Ci sono delle regole precise anche per la scelta della maiuscola dopo i punti esclamativi e di domanda… quanto astio… Lo so, vorreste i soldi pubblici… in tanti vorremmo invece che lo stato desse più soldi alla ricerca. Non si può avere tutto dalla vita
Regole che fissi tu a quanto pare! Quando hai finito di riscriverle mandaci il testo completo! Anzi no, mandalo alla Treccani! Neanche loro sono così aggiornati.
Per il resto, non ammantare il tuo cinismo con discorsi nobili, ti porta male.
A proposito, il tuo gionale, li prende i soldi pubblici? Magari tu stai già mangiando con quelli!
Buona notte Adios, e scrivi, scrivi, scrivi ancora… facci ridere!
Scela religiosa quella della “Notte di San Lorenzo”?
Adios, non hai mai avuto nessuno che ti facesse compagnia a guardare le stelle cadenti?
Prosopopea, ecco, questa è la parolina giusta…
salutami Ballabio…
Marò, mo’ Adios mi contesterà la “t” mancante in “scelta”…..
Mi chiedo una cosa: perché ogni volta che vi si fa un’obiezione rispondete con argomenti che lasciano il tempo che trovano. Roba tipo: mi auguro che succeda a qualcuno che ti è vicino, nessuno ti ha mai fatto compagnia la notte di S. Lorenzo… perché tanto astio? Non caspisco… aiuta qualcuno? salva la vostra società?
Per Adios
Hai ragione.
Il blog, in genere, produce talvolta l’astio spicciolo, facile da esprimere quando ci sei solo tu con la tua tastierina, pronto a “dare una lezione a quello lì”.
Comunque, parlo per me. Avevo scritto quella cosa su te e la Notte perchè mi sembrava assai strano che non avessi collegato immediatamente San Lorenzo alle Stelle Cadenti.
Buona giornata, Adios.
Per Taralgia: non mi permetterei mai di inventare regole: si trovano in una qualsiasi grammatica… davvero… non mi pare che dire che la d eufonica si usi solo tra due vocali uguali sia un’invenzione mia così come non lo è dire che si scrive perché e non perchè etc, etc…e non mi nascondo dietro i discorsi nobili: penso solo che se mi verrà una malattia orribile verrà curata dai medici e non da altre categorie di lavoratori, per cui egoisticamente voglio che i soldi vadano a loro. Mi date torto?
Ovviamente non tutti vogliono (volevano?) bene ad E Polis. Le opinioni diverse non mi scandalizzano: ho visto e ascoltato di peggio. Tuttavia, mi fa molta, molta pena solo chi fa a meno della solidarietà per i lavoratori. Ma questa è un’altra questione.
X Ciro: è chiaro che le opinioni diverse non la scandalizzino. Non può scandalizzarsi; una persona colta e illuminata come lei certamente è non può che apprezzare le altrui opinini. Non credo che nessuno voglia rinunciare alla solidarietà tra lavoratori: stando al suo discorso Elton John dovrebbe essere solidale con un qualsivoglia cantante che non venda dischi… esisteranno, immagino, alcuni motivi per cui quel cantante non vende più. Saluti
Adios, che uallera
E Polis rinasce (http://www.altravoce.net/2007/08/18/e-polis.html) e la Juve è di nuovo in A. Godo per me, e per chi rosica.