Daveblog è tornato (non che cambi la vita a qualcuno, tra l’altro io non l’ho mai letto sto blog prima del fatto dell’assenza). Gerardo invece dice che no, meglio chiudere i battenti e pensare ad altro, quando c’è da pensare ad altro. Mi sono spesso posto il problema: e se succede qualcosa che fine fa il blog? Boh, che ne so, succede che vado a vivere in Alaska, che mi rimbecillisco e non riesco manco più a scrivere, che entro in depressione e finisco per fare ancor più fatica di quanto non faccia già ora a mettere nero su bianco cose che non riguardino effettivamente il mio lavoro e il mio ambito di competenza. Già: cosa succede? Io non lo so, so soltanto per esperienza vissuta che sparisce la voglia di comunicare, anzi di comunicarsi. Un poco per evitare che gli altri leggano i cazzi tuoi, quando sono cazzi storti, un poco perché almeno per quanto mi riguarda, cerco conforto nei visi e nelle persone vicine da sempre e non attraverso un wireless, un blog o un feed.
Del resto, se ci ripenso, ho già chiuso i battenti al vecchio blog (eggia, sono qui dal 2002). Poi varie fasi e la decisione di ripenderlo. Soltanto stavolta, con giornalisticamente.net, ovvero acquistando uno spazio tutto mio, ho deciso che l’intera casetta digitale dovevo metterla su con le mie deboli e incompetenti forze. E quindi giù la homepage, il blog (con un grazie a marlenek per dblog, piattaforma a prova di incompetenti). E poi la lettura: sono un lurker di professione, io. Mi piace leggere e mi piace leggere non solo i blog che ho qui a destra, nella colonnina dei link (ma servirà ancora mettere i link accussì?). Ho trovato sui blog spunti per il lavoro, per riflettere, per commuovermi e ridere. Chissà, mi chiedo, quale contributo io dia effettivamente a questa presunta comunità. E chissà, mi chiedo ancora, quando e se deciderò di non scrivere più. Per il blog, intendo, no perché nella mia vita non ricordo un giorno, non ricordo un periodo, una stagione che non sia passata scrivendo. O pensando a cosa scrivere.
(che papiello! Si vede eh che sto di corta?)
Del resto, se ci ripenso, ho già chiuso i battenti al vecchio blog (eggia, sono qui dal 2002). Poi varie fasi e la decisione di ripenderlo. Soltanto stavolta, con giornalisticamente.net, ovvero acquistando uno spazio tutto mio, ho deciso che l’intera casetta digitale dovevo metterla su con le mie deboli e incompetenti forze. E quindi giù la homepage, il blog (con un grazie a marlenek per dblog, piattaforma a prova di incompetenti). E poi la lettura: sono un lurker di professione, io. Mi piace leggere e mi piace leggere non solo i blog che ho qui a destra, nella colonnina dei link (ma servirà ancora mettere i link accussì?). Ho trovato sui blog spunti per il lavoro, per riflettere, per commuovermi e ridere. Chissà, mi chiedo, quale contributo io dia effettivamente a questa presunta comunità. E chissà, mi chiedo ancora, quando e se deciderò di non scrivere più. Per il blog, intendo, no perché nella mia vita non ricordo un giorno, non ricordo un periodo, una stagione che non sia passata scrivendo. O pensando a cosa scrivere.
(che papiello! Si vede eh che sto di corta?)
ti ringrazio per l’affetto, amico mio. e ogni tanto verrò a trovarti, anche se ho chiuso