Fummo dei coglioni

Ce ne rendemmo conto troppo tardi. Era un caldo pomeriggio di luglio. La luce filtrava dalle tende nella grande sala dove con gli altri anziani trascorrevamo le giornate guardando la tv, in uno stato di continuo passaggio dal sonno alla veglia. I ragazzi si affacciarono alla porta. Erano grandi, ormai. Vivevano all’estero e venivano a trovarci solo due volte all’anno, a Natale e d’estate. Ci salutarono, temendo che non li avremmo riconosciuti. Anche questa volta erano soli, i nipotini erano rimasti a casa. Ci scossero leggermente, per assicurarsi che fossimo svegli. Poi ci guardarono negli occhi. Sorrisero a mezza bocca. E dissero semplicemente: “Perché? Avreste potuto impedirlo ma non muoveste un dito. Non ci provaste neanche. Perché?”. Li fissammo con aria stupita, restituimmo il mezzo sorriso. Riuscimmo solo a biascicare poche parole: “Scusateci, fummo dei grandissimi coglioni a lasciar demolire la scuola italiana”.

Il direttore Giovanni De Mauro su Internazionale di questa settimana

Roberto ‘o ministro. Qui non siamo a Barbiana

Fnac di Napoli, qualche settimana fa, presentazione dell’album di Meg (e gli inciuci fateli fare alla grande Candida Morvillo, lei può).

Ragazzo curioso da Fnac: «Ciao»
Eletto+scorta: «…»
Ragazzo curioso da Fnac: «Ma tu….»
Eletto+scorta: (sorride a 78 denti poi abbassa la testa e si guarda le punte delle scarpe)
Ragazzo curioso da Fnac: «Ma tu sei…..OBBERTO SAVIANO
Eletto+scorta: «Sì, sono io»
Ragazzo curioso da Fnac: «OBBE’ forse ti ricordi di me, sono amico tuo su Myspace. E comunque sei grande!»

Vabbè, in fondo non è colpa sua, anzi, per quel pochissimo che ne so, Roberto Saviano è assolutamente lontano da comportamenti arroganti. Poi però leggo che vuole fare il ministro  dell’Istruzione. O meglio, si lamenta perché i guaglioni protagonisti del film “Gomorra” sono stati bocciati a scuola.  Salvo essere in parte clamorosamente smentito dagli stessi insegnanti, in un pezzo sul Cormez di oggi.
Nessuno gliel’ha spiegato, a Saviano, che non serve avere i complimenti da Napolitano o il premio della giuria a Cannes. A scuola serve studiare. E basta.

Caro Roberto, che torto avrebbero fatto quei professori che si fanno quotidianamente il culo in un posto dimenticato da Dio e dagli uomini come te, promuovendo chi va  a Cannes solo perché è andato a Cannes e bocciando chi resta solo perché resta? Bisognerebbe cambiar tutto, forse, ma qui non siamo a Barbiana e Don Lorenzo Milani non c’è più.