La nuova battaglia di Fulvio Frisone

Fulvio Frisone è uno dei più brillanti studiosi italiani, nonostante una grave disabilità; sulla sua vita sono stati scritti libri, girati film. Qualche giorno fa Fulvio ha creato un gruppo Facebook dal nome piuttosto drastico “Io non ci sto  e non mollo”.  Spiega anche i motivi:

«Hanno ridotto i contributi della mia assistenza che riguardava anche i congressi e adesso ho finito di andare fuori. Io non ci stò, a costo di mettere sotto sopra l’Italia, perchè il motivo è uno; alcuni  ragazzi disabili che appartengono alle famiglie benestanti si sono  lamentati con la regione, quindi hanno pensato… bene di ridurre le mie possibilità di frequentare i congressi»

Penso sia giusto appoggiarlo.

Il social-Parlamento Europeo

Discussione su Facebook, notizie su Twitter, foto su Flickr per il Parlamento Europeo. Oltre, ovviamente la web-tv per seguire le dirette delle audizioni dei commissari Ue. Un Social Parlamento, dunque. E guardando il sito della Camera dei Deputati ma soprattutto quella del Senato della Repubblica Italiana noto che siamo lontani, lontanissimi.

Io ho più amici di te: la Brunettiade in Rete. Comunicazione istituzionale o politica?

Renato Brunetta, ministro all’Innovazione e Pubblica amministrazione, mette sul sito del dicastero una sorta di rendiconto annuale  della comunicazione del suo ministero. E qui sta il  punto. Finquando c’è l’elenco degli articoli di giornale che gli hanno dedicato, degli interventi scritti e delle lettere spedite ai giornali è un conto. Ma la conta delle “citazioni” su Google, o peggio ancora, gli amici nella fanpage su Facebook (con tanto di classifica  di chi ne ha di più) cosa rappresenta? Comunicazione istituzionale o comunicazione politica?
La differenza sta che la prima la pagano i cittadini (per essere informati su vicende che riguardano il funzionamento dell’Ente) la seconda se la dovrebbe pagare il politico, visto che giova alla sua persona e basta. Insomma, è  il vecchio dilemma che spesso si verifica anche coi blog istituzionali.

Web censura: rassegnati stampa

great_firewall_of_china

Ecco, questa bella immagine si chiama “Great Firewall of China”. Cina, non Italia. Però qualcuno già prospetta una deriva del genere per noi, con le  annunciate restrizioni a internet dopo il caso Berlusconi-Tartaglia.

Oggi il Corriere della Sera con Beppe Severgnini esprime opinione di senso opposto rispetto a quella pubblicata ieri , autore Gian Antonio Stella. Mi piace pensare che qualcuno in via Solferino abbia letto le tante opinioni  diverse rispetto a quella dell’autore de “La Casta” e si sia regolato di conseguenza. Una delle cose più intelligenti l’ha fatta Adriano Sofri su Repubblica, riportando semplicemente stralci della conversazione fra lui e gli utenti, subito dopo il fattaccio.