Api fuoribonde

«È morto un poeta. Di poeti così ne nascono due o tre ogni secolo»
Alberto Moravia, funerali di Pierpaolo Pasolini

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La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l’amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.


Alda Merini


Barbare soluzioni

barbari

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
Oggi arrivano i barbari.Perché mai tanta inerzia nel Senato?
E perché i senatori siedono e non fan leggi?
Oggi arrivano i barbari.

Che leggi devon fare i senatori? Quando verranno le faranno i barbari.
Perché l’imperatore s’è levato così per tempo e sta, solenne, in trono, alla porta maggiore, incoronato?
Oggi arrivano i barbari
L’imperatore aspetta di ricevere il loro capo.
E anzi ha già disposto l’offerta d’una pergamena. E là gli ha scritto molti titoli ed epiteti.

Perché i nostri due consoli e i pretori sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste, gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze coi bei caselli tutti d’oro e argento?
Oggi arrivano i barbari, e questa roba fa impressione ai barbari.
Perché i valenti oratori non vengonoa snocciolare i loro discorsi, come sempre?
Oggi arrivano i barbari: sdegnano la retorica e le arringhe.Perché d’un tratto questo smarrimento ansioso?
(I volti come si son fatti seri)
Perché rapidamente le strade e piazze si svuotano,
e ritornano tutti a casa perplessi?
S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.

Taluni sono giunti dai confini, han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.

Konstantinos Kavafis – “Aspettando i barbari”

Giacomo di cristallo

Giacomo di Cristallo di Gianni Rodari, illustrazione di Vitali Konstantinov

Giacomo di Cristallo di Gianni Rodari, illustrazione di Vitali Konstantinov

Sono notti un poco così. E quindi sembro una trottola che dopo aver girato vorticosamente durante il giorno, piano piano perde potenza e – quando si stanca – dorme quel poco che dorme.
È un periodo che m’accompagnano molto le fiabe, ho scoperto quant’è bello leggerle. Semmai dovessi avere un figlio, dico, gliele leggerei. Vabbè

Però questa qui che segue me la porto appresso da quando avevo 10 anni…

Giacomo di Cristallo – Gianni Rodari da “Il gatto viaggiatore”

Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente…

Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua. Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.
Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie. Un’altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.

Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli facevano una domanda, prima che aprisse bocca. Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.

Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi. La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze. Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza. Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.

Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire.
Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.