Narcos in rete, il blog della cronaca nera

Il Blog del narco, sito web messicano nel quale vengono postate informazioni sui delitti commessi dai trafficanti di droga, è probabilmente unico al mondo. La cosa allucinante sono le immagini, davvero cruente, pensateci prima di cliccarle, degli omicidi commessi in una terra in guerra: 21.500 morti dal 2006 in poi. Le fonti sono polizia, semplici cittadini ma, si suppone anche gli stessi narcotrafficanti. Il tema di un blog sulla sola cronaca nera è affascinante, potrebbe essere realizzabile anche a Napoli, ad esempio su Scampìa.

Casomai vi chiedeste il perché di un coordinamento dei giornalisti precari della Campania

C’è un mio omonimo, proprio nome e cognome uguali, che si è ammazzato, qualche mese fa: aveva per l’ennesima volta perso il lavoro. Ci ho pensato spesso negli ultimi mesi, quando, nell’imbarazzante egosurf, è capitato che mi cercassi su Google. Cercare se stessi, trovare il nome uguale e una vita diversa. Ma cosa l’ha resa diversa?

A volte ci si sente come Hurricane, il pugile di Bob Dylan finito in galera per un omicidio che non aveva mai commesso. Dopo anni viene liberato, but one time he could-a been the champion of the world. Nel lavoro giornalistico sempre più spesso succede così: arrivi anche a raggiungere risultati considerevoli, poi qualcosa va male. Potevi diventare, uno su mille ce la fa eccetera eccetera.

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Fino a qualche anno fa, ma quando ho cominciato io già la pratica stava andando in disuso, il collega inquadrato con solido contratto, ti lasciava qualche briciola (uffici stampa) e ti insegnava qualcosa. Eri nel suo vivaio? Bene, potevi crescere e forse trovar spazio in redazione. Altrimenti ti guardavi intorno. Beh, ora è fantascienza. Ora ci sono le scuole di giornalismo e quando va male, certi corsi che ti fanno pagare 3mila euro per illuderti di esser diventato il Montanelli del vicolo o l’Enzo Biagi del condominio.

In tutto questo, quando ho deciso di far parte del Coordinamento giornalisti precari e freelance della Campania mi sono subito sentito dire che non era una buona idea: chi ha un contratto è sano, non dovrebbe mischiarsi con gli appestati. Cioè ero un fesso. Però – ho pensto io –  quel giorno di luglio che ero in piazza Municipio e da una telefonata seppi che il mio giornale era andato a puttane, avrei voluto qualcuno con cui confrontarmi.  E poi – ho pensato ancora . era venuto il momento di fare qualcosa.
Dunque abbiamo rimesso nell’agenda di un sindacato campano troppo distratto il termine “precariato”. La nostra battaglia va avanti da sei mesi circa,  qualche giorno fa del caso  si è occupato con la consueta puntualità Il Fatto, unico giornale d’Italia che ha ricordato l’anomalia Campania.
Io non ne ho scritto solo perché volevo aver tempo per trattare qui la parte più “personale” e lasciare invece su sito del Coordinamento e su Facebook la promozione delle nostre attività. Abbiamo una sede, avremo presto uno sportello per i colleghi e tante altre iniziative. Venerdì scorso c’è stata una assemblea pubblica, la seconda da febbraio ad oggi. Alessandro Di Rienzo, collega dell’agenzia Ami ha ripreso due momenti importanti del coordinamento: la scelta del simbolo e l’evento di venerdì scorso, tutto incentrato sulla formazione-truffa e certi vergognosi pseudo corsi di giornalismo.

Il simbolo è molto semplice e bello (l’ha disegnato Lino aka Linux). E’ la Mehari di Giancarlo Siani: su quell’auto Giancarlo andava in giro per cercar notizie, su quell’auto Giancarlo  è morto. E noi idealmente siamo tutti su quell’automobile.

Investigazioni elvetiche

A Ginevra, dal 22 al 25 aprile 2010, si terrà la sesta Conferenza Globale del giornalismo d’inchiesta.

Mi scrive Serena, collega e tra gli organizzatori dell’evento:

Ci siamo resi conto che, nonostante la vicinanza geografica, per ora dall’Italia non viene quasi nessuno..vabbe’ che stiamo messi male, ma non così male… No??

Beh, si paga ed è in inglese: sfido che nessun giornalista italiano si è presentato 😉 Comunque è una cosa di livello altissimo, vale la pena. Mi fa pensare ai corsi di giornalismo italiani…

Vabbè, ulteriori info contenute nell’email di Serena:

La Conferenza è un’iniziativa mondiale lanciata una decina di anni fa dall’associazione americana Investigative Reporters and Editors (IRE: www.ire.org) con lo scopo di promuovere la collaborazione fra reti di giornalisti su temi transnazionali. Tutto sull’ultima edizione: http://www.gijc2008.no/

La Conferenza è un’occasione eccezionale per imparare, per  ‘fare rete’ con giornalisti di tutto il mondo e – soprattutto per chi lavora per la carta stampata, il web e la radio – è anche un modo facile per raccogliere in un colpo solo diverse storie incredibili, che arrivano da mezzo pianeta… senza dover girare il mondo.

L’edizione di quest’anno è organizzata dal nodo svizzero (www.swissinvestigation.net) e la sua riuscita si basa sul lavoro volontario. Il contributo dei partecipanti consente di finanziare le strutture indispensabili alla Conferenza e soprattutto di portare a Ginevra un centinaio di giornalisti da Asia, Africa, America del sud ed Europa dell’est – colleghi e colleghe che altrimenti non avrebbero potuto partecipare.

Per questo, la partecipazione di tutti gli altri e le altre è a pagamento: sono circa 400 euro che comprendono, oltre a tutte le sessioni, anche i pranzi, le pause caffè e due cene su tre.

Sono attesi alla Conferenza circa 500 giornalisti da tutto il pianeta. Ci saranno 100 atelier pratici, che partono sempre da un’inchiesta per arrivare a scambiare tecniche, esperienze e contatti. La Conferenza evita di entrare nel campo accademico, per concentrarsi sullo scambio dinamico e concreto. Ogni sera, sono organizzate cene collettive per approfondire i contatti e coltivare collaborazioni e progetti di inchiesta. A Ginevra ci saranno ospiti di prestigio come Seymour Hersh – il veterano del giornalismo americano che ha reso pubbliche le torture di Abu Ghraib. Ma ci saranno soprattutto tante occasioni di apprendimento e scambio:

http://www.gijc2010.ch/en/program
http://www.gijc2010.ch/en/speakers

Qui per iscriversi:

http://www.gijc2010.ch/en/registration

Il segretariato risponde – anche in italiano – ogni lunedì, martedì e giovedì dalle ore 9 alle 13: tel 0041 22 54 61 442

Iran

A che cosa serve, un blog? Serve anche a dire ad un tizio che capita qui per caso: guarda, fermati a riflettere sull’Iran, su quello che sta succedendo. Lo so, ora la politica estera in Italia è il funerale di Michael Jackson. Ma tu fai uno sforzo. Guarda qui, il Guardian pubblica una serie di dati impressionanti. C’è un lungo documento in Rete, aggiornato  tempestivamente, con i nomi dei morti e degli arrestati. Tanti sono semplici manifestanti; tanti i giornalisti. Le risorse ora ci sono, non possiamo dire di non sapere. Almeno quello.

Reporters center: Su Youtube a lezione di giornalismo

Youtube ha aperto Reporters Center un canale tutto dedicato a come si fa giornalismo d’indagine. Ci sono testimonianze di professionisti americani del calibro di Bob Woodward e  Arianna Huffington. Beh, data la mia scarsa conoscenza dell’inglese (ma se  vado cuoncio cuoncio col video riesco a capirli) auspico in qualche anima pia che produca sottotitoli italiani.  🙂