L’arte del pernacchio

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«Figlio mio, c’è pernacchio e pernacchio… Anzi, vi posso dire che il vero pernacchio non esiste più. Quello attuale, corrente… quello si chiama pernacchia. Sì, ma è una cosa volgare… brutta! Il pernacchio classico è un’arte. […] Il pernacchio può essere di due specie: di testa e di petto. Nel caso nostro, li dobbiamo fondere: deve essere di testa e di petto, cioè di cervello e passione. Insomma, ‘o pernacchio che facciamo a questo signore deve significare: tu sì ‘a schifezza ‘ra schifezza ‘ra schifezza ‘ra schifezza ‘e l’uommn. Mi spiego

Eduardo De Filippo in “Don Ersilio Miccio” da “L’oro di Napoli”

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