Passione comunale e politica evanescente

Stamattina i piedi mi hanno riportato sotto Palazzo San Giacomo: ho fatto la strada in automatico, senza pensarci. Una volta lì, le facce di sempre che gironzolano tra le banche. E il Municipio. Sotto al Palazzo  c'è sempre uno striscione di protesta, c'è sempre un drappello di vigili e qualche auto parcheggiata male.

Guardare la campagna elettorale da dentro (e da una parte ben precisa) mi ha consentito di confermare (semmai ve fosse stato bisogno) una cosa: la profonda diversità di Napoli. Qui il voto di "pancia"  non esiste,  qui un fenomeno tipo Deborah Serracchiani sarebbe difficile da realizzare. Qui non fa presa la programmaticità ma la politica vive di quel tam tam che passa dai portatori d'acqua ai pezzi più grossi dell'ingranaggio e poi  al "cittadino comune".

In parole povere: te lo deve dire qualcuno, di votare quello lì.

Per questo la campagna elettorale napoletana è abbastanza anomala. rispetto al contesto italiano già comunque deprimente. Gianni Lettieri attualmente passa mi dicono molto tempo a ricevere persone al suo comitato. Mario Morcone fa il globetrotter tra gli iscritti Pd e quelli Sel per ravvivare una base choccata dalle primarie ma non rassegnata a dover regalare Napoli al centrodestra. De Magistris in questo rappresenta una novità perché sollecita e solletica una base di ex popolo antagonista, ex grillino, attivista (qualcuno  in area ex Rifondazione con una battuta feroce ha detto che i "Disobbedienti" ora obbediscono, eccome).

Il suo problema è il seguente: la chiamata alle armi contro il nemico (e sono tutti nemici per lui) e il pericolo (la centrale nucleare, i sommergibili nucleari, il rischio vesuvio, il rischio terremoto, i cacciabombardieri. solo per citare una sua singola dichiarazione) funziona davvero in termini di consenso, a Napoli? Staremo  a vedere, ma l'effetto sovrastima penso ci sia. Lo capiremo presto.

Così come staremo a vedere se funziona l'immagine di uomo distaccato, pacato e che si gode la vita che Claudio Velardi sta tratteggiando per Gianni Lettieri. Esempio, questa foto del suo Fb:

Lettieri  e l'aspirante assessore Fabio Cannavaro in quel di Dubai. La posa è effettivamente innaturale. E Lettieri è incredibilmente abbigliato alla Steve Jobs.

Dalle mie parti, in casa centrosinistra? Contraddizioni non ne mancano, però devo dire che vedo impegno per superarle. Il vero problema è proprio la campagna elettorale italiana. Una liturgia vecchia come il paese che rappresenta e la politica che sintetizza. Il problema è che ad esempio oggi l'aspirante sindaco di Napoli deve impegnarsi a produrre una soluzione definitiva ed efficace per raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Quando sa benissimo di non avere tutte le competenze per mettere in atto ciò che promette di fare o di non fare (ad esempio sugli impianti): ci sono una Regione e una Provincia che vengono prima, nella catena di comando. Però la gente vuol sentirsi fare le promesse.

Un poco come il medico della mutua che prescriveva farmaci giusto per soddisfare il paziente.

One Comment

  1. Secondo me un jeans a gianni lettieri gliel'hanno dovuto comprare apposta per la foto.

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